Bruno Bianchini: alberghi, ripartenza complessa

Abbiamo intervistato Bruno Bianchini, Presidente dell’Associazione Albergatori di Riccione (La Perla Verde dell’Adriatico), oltre che proprietario e gestore dell’Hotel Camay, in merito la ripartenza della stagione turistica in Riviera e in Italia.

Il settore del turismo è stato uno dei più colpiti dall’emergenza Covid 19, con il blocco praticamente totale dell’attività, in concreto quali aiuti avete ricevuto come sollievo alla crisi?

Qualcosa è arrivato, ma in proporzione ai danni subiti dal nostro settore stiamo parlando veramente di poca cosa. Di tutto quello che si è sentito in televisione al turismo è arrivato molto poco, a livello regionale ci si è dati molto da fare, ma a livello centrale alle tante intenzioni enunciate, sono seguiti pochi fatti. I provvedimenti arrivati si sono tradotti praticamente solo in garanzie su ulteriori debiti da fare a nostro carico, diciamo che per aumentare il debito a nostro carico non abbiamo bisogno di aiuti di questo tipo.  Sicuramente è stato utile la cancellazione della prima rata della IMU, se avessimo dovuto pagarla, questo ci avrebbe messo in seria difficoltà.

Per ottemperare le norme di legge e garantire la sicurezza della clientela avrete dovuto affrontare anche tutte le spese relative i vari dispositivi, su questo ci sono stati aiuti sotto qualche forma, tipo il ricorso al credito d’imposta?

Il credito d’imposta è interessante in tempi normali, il discorso è che adesso ci si indebita per acquistare tutto il necessario, dai termo-scanner alle mascherine passando per i sanificatori a ozono piuttosto che le divisioni in plastica ad esempio, quindi maturo un credito sulle imposte che dovrei pagare sugli utili che andrò a realizzare? E’ pensabile che in questo 2020 sia possibile maturare un utile tale da potere scontare il credito d’imposta maturato? Tutti questi DPI costano, era stato emesso un bando per avvalersi di contributi a fondo perduto e rientrare in parte delle spese sostenute, purtroppo si è utilizzato il solito sistema all’italiano del clickday, chi prima arriva ottiene, il risultato è stato che i fondi a disposizione sono terminati al 27° secondo dall’apertura del sito. Se questo è il sistema che si vuole adottare per dare contributi alle aziende facciamo prima a chiamarla lotteria e prendiamo il tutto come un gioco per divertirsi e vedere chi è il più veloce.

Avete dovuto anche assumere personale in più per questo?

E’ stato necessario per garantire lo stesso livello di servizio che davamo prima della crisi, ad esempio il buffet non è più possibile farlo nella forma solita, visto che è necessario dare il servito servono 1 o 2 dipendenti in più per questa attività.

Per rispettare le norme sul distanziamento avete dovuto ridurre il numero degli ospiti in albergo?

Dipende, non c’è questa necessità per quanto attiene il numero delle camere offerte, considerando la tipicità dell’offerta data dalla riviera, che è quella della classica pensione, il problema nasce dal rapporto tra le camere e i posti che puoi mettere a tavola.  Dovendo mettere il distanziamento in sala da pranzo, si deve calare il numero dei posti a sedere del 35% per cui la stessa percentuale di camere o non le vendi, oppure le offri senza la pensione completa.

Secondo i politici che hanno emanato queste norme basta organizzare tutto su più turni, cosa ne pensi?

A livello teorico certo, ma prova a dire a un cliente “Venga a cena alle 21”, altresì dire “Venga pure a cena alle 19,30; ma alle 20,30 si deve alzare e lasciare il posto a un altro”. Ecco tutto questo rende l’idea di come la pratica sia lontanissima dalla teoria di chi fa la normativa.  

Anche alla luce delle garanzie europee ai consumatori rispetto chi aveva prenotato in tempi pre-covid, chi ha deciso di disdire la vacanza che possibilità di scelta ha?

Anche per noi è prevista l’emissione di un voucher pari all’importo della caparra versata, spendibile o in un altro periodo della stessa stagione, o in un anno successivo. Poi nulla vieta che l’albergatore scelga di rimborsare tout-court.

A livello di disdette che percentuale avete avuto di remissioni?

Circa il 40% con le motivazioni più varie, dalla paura all’incertezza economica sulla propria situazione futura.

Rispetto la comunicazione che è stata data, tutto questo insieme di norme e decreti spesso in contraddizione tra loro, può avere aumentato la confusione nella clientela aumentandone il grado di incertezza?

La situazione è stata sicuramente nuovo e inaspettata, con il gravame del possibile pericolo di responsabilità, quindi le decisioni sono state difficili da prendere e da veicolare. Basta pensare alle 6 diverse certificazioni per cui dovevi giustificare il fatto di andare a lavorare, l’attenuante della situazione dobbiamo riconoscerla a chi ha dovuto prendere provvedimenti. Alcune proposte non le potremo fare quest’anno, ma non saranno poi tante, chi verrà a Riccione avrà sicuramente da divertirsi. Intanto stiamo vedendo di allungare il periodo di apertura e offerta sino a fine ottobre, ci aggiorneremo anche riguardo le sagre se queste ricominceranno. In questo caso Val Conca e Val Marecchia potrebbero diventare luoghi di grande interesse per chi volesse venire qui in vacanza durante il periodo autunnale.

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