Camera di Consiglio

PERCHE’ MASSIMO CARMINATI E’ TORNATO LIBERO – Massimo Carminati, noto anche per essere stato esponente di spicco della Banda della Magliana, e coinvolto in episodi criminali quali l’omicidio Pecorelli, è tornato in libertà per scadenza dei termini di custodia cautelare nella vicenda ancora nota come Mafia Capitale.

Il 2 dicembre 2014 Carminati veniva arrestato, insieme ad altre 36 persone, tra cui Salvatore Buzzi, ritenuto il suo braccio destro, con l’accusa di numerosi reati, tra cui estorsione aggravata e turbativa d’asta commessi mediante un’associazione di stampo mafioso. Nel corso delle indagini si aggiungeva una contestazione di corruzione.

Nel processo di primo grado gli imputati venivano condannati per i reati commessi, ma veniva esclusa l’aggravante mafiosa che, peraltro, veniva affermata in secondo grado. La Corte di Cassazione, il 22 ottobre 2019, escludeva ancora l’aggravante e stabiliva che venisse celebrato un altro processo per la rimodulazione della pena. Per Carminati, intanto, dal dicembre 2014, veniva mantenuta la misura della custodia in carcere.

I suoi legali, nel rispetto dei codici, proponevano due richieste per la scarcerazione, assumendo che Carminati avesse già scontato 5 anni e 4 mesi, corrispondenti ai due terzi del massimo della pena per il reato di corruzione, il più grave che gli era stato contestato ma entrambi non venivano accolti.

A seguito di un successivo ricorso, il Tribunale competente, ha rivalutato la data effettiva da cui far decorrere la carcerazione preventiva. Infatti, mentre i precedenti Giudici avevano ritenuto che la data fosse quella in cui venne contestata la corruzione nel giugno 2015, il Tribunale del Riesame ha indicato come data effettiva quella del 2 dicembre 2014, il giorno della retata. Il reato di corruzione è una conseguenza della prima fase dell’inchiesta, una delle contestazioni a catena.

E’ stato quindi semplicemente applicato un pacifico principio di diritto che si sostanzia nella presunzione di innocenza che, lungaggini a parte, determina la non definitività della sentenza, incidendo anche sui tempi della durata della misura cautelare.

Si potrà parlare di puri tecnicismi o cavilli per molti incomprensibili, ma Carminati è legittimamente fuori dal carcere da cittadino libero, in attesa del nuovo giudizio d’appello non ancora iniziato. Si potrà obiettare che la Giustizia in Italia funzioni sempre, ma è bene ricordare che ha passato anni di carcere duro, previsto per i reati di stampo mafioso, senza che vi fossero i requisiti.

Tuttavia, se la Cassazione non ci avesse messo ben otto mesi prima di depositare le motivazioni, forse le cose sarebbero state diverse. Ma non lo sapremo mai.

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