North Stream e le sanzioni USA

La società elvetico-olandese Allseas che posa i tubi del gasdotto Russia-Germania NorthStream2, principale contractor del progetto che ha vinto l’appalto tedesco, ha sospeso i lavori per il rischio di sanzioni, proprio mentre Mosca e Kiev si accordavano sul transito del gas russo in Ucraina. E ora gli Usa rischiano una crisi diplomatica con gli alleati europei. Il ministro delle Finanze tedesco Olaf Sholz ha rilasciato dichiarazioni molto dure “Grave interferenza negli affari interni dell’Europa e della Germania e sulla nostra sovranità, incomprensibili e improprie fra amici legati anche dall’essere membri della Nato”. L’interruzione dei lavori sul gasdotto Russia-Germania, ormai completo al 90%, ha visto per ora solo una timida reazione da parte della UE, che si è appellata al fatto che la Allseas è una società svizzera e quindi tecnicamente non rientra sotto l’ombrello europeo. Ma le ricadute sulle ditte che hanno sede comunitaria quali le tedesche Uniper e Wintershall, la francese Engie, l’austriaca Omv e l’anglo-olandese Shell; che si sono impegnate a finanziare pesantemente il gasdotto lascerà indifferente la Commissione Europea?

Tutto nasce dal voto dello scorso dicembre avvenuto nel Senato USA, che con 86 voti su 100, unendo democratici e repubblicani, ha votato il bilancio della difesa 2020. Il provvedimento adottato sostiene che il gasdotto NorthStream2 fra Russia e Germania via Mar Baltico, che veicolerà 55 milioni di metri cubi di gas naturale verso Berlino e miliardi di dollari in senso inverso a favore di Mosca, è contrario all’interesse nazionale statunitense. Sullo sfondo si agita anche il fantasma dell’affaire Ucraina con l’impeachment a carico di Trump, Kiev vede intaccato il suo potere negoziale dall’apertura dei due canali alternativi NorthStream2 e Turkstream. Economicamente poi, aumentare l’offerta di gas naturale russo, va a toccare gli interessi dei magnati del settore petrolifero, finanziatori di Trump, che portano a casa profitti immensi con la produzione di shale gas da frammentazione.

Comprensibile peraltro la prudenza di Allseas, le sanzioni approvate dal Congresso prevedono, tra l’altro, il congelamento dei beni nel paese delle persone fisiche e giuridiche che partecipano alla realizzazione del Nord Stream 2. Le persone fisiche potranno essere soggette al divieto di ingresso negli Usa. Le sanzioni colpiranno diverse società europee che stanno portando avanti il progetto, un affare che vale 11 miliardi di dollari. Improntate alla ricerca di un accordo le dichiarazioni degli interessati, Henning Kothe, CAO del progetto Nord Stream 2 ha dichiarato: “Siamo preoccupati per quanto deciso negli Stati Uniti e non è una novità. Stiamo monitorando attentamente la questione delle sanzioni. Finora possiamo dire di non aver perso nessun appaltatore, stiamo avanzando e speriamo che non vengano imposte sanzioni“. Arnaud Anselin, asset manager della francese Engie ha aggiunto: “È un progetto importante per il mercato europeo del gas, perché rafforzerà la certezza dell’approvvigionamento e permetterà di avere più capacità di importazione di gas russo per soddisfare le future esigenze del mercato europeo“. Anche Mosca ha fatto sentire la sua voce attraverso la portavoce del ministero degli esteri, Maria Zakharova: “Le sanzioni statunitensi contro le aziende collegate alla costruzione del gasdotto Nord Stream 2, promulgate venerdì dal presidente Donald Trump, a capo di un paese che ha 22mila miliardi di dollari di debito, impediscono ad altri Paesi di sviluppare la loro economia. L’ideologia americana non tollera la concorrenza mondiale. Presto (gli Stati Uniti) ci chiederanno di smettere di respirare”.

Il governo tedesco ha reagito in maniera estremamente forte contro le sanzioni contro NorthStream2, puntualizzando che il tutto appare ancora più incomprensibile dopo la raggiunta pace sull’argomento gas tra Mosca e Kiev. Il nuovo contratto stipulato tra Russia e Ucraina per il transito del gas russo nel territorio ucraino prevede Il contratto una durata di 5 anni, con opzione per un rinnovo decennale alle stesse condizioni e consentirà il transito di 65 miliardi di metri cubi (Bcm) di gas russo, che scenderanno a 40 Bcm l’anno tra il 2021 e il 2024. Chiusa anche la causa che aveva portato Naftogaz a portare in giudizio Gazprom nell’arbitrato tenutosi a Stoccolma e che aveva visto la società russa soccombente per oltre 12 miliardi. In base all’accordo sottoscritto tutte le pendenze legali vengono azzerate e Gazprom verserà a Naftogaz 2,9 miliardi di dollari a saldo.

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