Cronache dai Palazzi

“Le istituzioni di governo hanno bisogno di un clima di fattiva collaborazione, lungi dalla conflittualità per poter assumere decisioni tempestive per la vita del Paese”. In occasione della cerimonia del Ventaglio, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricordato alcuni punti fermi della vita civile e democratica ribadendo inoltre il ruolo di “arbitro” svolto dal Colle: “Il Quirinale non compie scelte politiche che competono alle forze in Parlamento” – ha sottolineato Mattarella – nel contempo deve “richiamare al senso delle istituzioni” con “obblighi, limiti e doveri”.

Il Capo dello Stato ha chiarito il ruolo chiave dei giornalisti e la funzione del sistema dell’informazione in una società civile, ribadendo quindi la necessità di una stampa libera: “Sono innanzitutto i cittadini a dover essere protagonisti. È grazie ad essa che possono formarsi un’opinione consapevole e liberamente critica”. I giornalisti, nel contempo, “devono agire con indipendenza e rigore, nell’alimentare credibilità e fiducia” perché, come spiega una sentenza della Corte Suprema americana, “la stampa è fatta per servire i governati e non i governanti”.

Il presidente Mattarella ha inoltre affermato di aver accolto con favore la “saggia scelta di un confronto dialogante e costruttivo con Bruxelles, con l’impegno a tenere i conti in ordine che ha incontrato il favore dei mercati e fatto scendere lo spread”. È di fondamentale importanza “non essere isolati” all’interno dell’Ue anche perché “non c’è futuro fuori”.

Di fronte all’ipotesi di “andare in Parlamento a cercare una maggioranza alternativa”, il premier Conte ha invece invitato i giornalisti a “volare alto”, cercando di non ripetere “i peggiori ragionamenti della Prima Repubblica”. “È assolutamente fantasioso, così come fantasiosa è l’ipotesi che viene ventilata che io voglia fondare un partito”, ha affermato il presidente del Consiglio aggiungendo: “Restituiamo alla politica la sua nobiltà, la sua nobile vocazione”.

Il fulcro di tutto il lavoro del governo gialloverde resta comunque la manovra economica in attesa dell’autunno, quando Palazzo Chigi dovrà mettere nero su bianco le cifre definitive per poterle comunicare a Bruxelles. Per i leghisti per poter attuare una riduzione effettiva delle tasse servirebbero più di 4 miliardi: “La manovra deve essere coraggiosa e utile, non  servono mini-interventi di cui nessuno si accorge. Condividiamo i dubbi di chi sostiene che i 4 miliardi di tagli alle tasse siano davvero pochi”, hanno dichiarato Massimo Garavaglia e Massimo Bitonci, viceministro e sottosegretario all’Economia della Lega. Per i pentastellati, invece, le cose non stanno così: “I 4 miliardi di taglio del cuneo fiscale sono congrui, consiglio di approfondire prima di giudicare”, ha affermato Laura Castelli – viceministro all’Economia per conto del M5S – replicando ai colleghi leghisti. Di fronte alle telecamere di Sky il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, ha a sua volta messo in chiaro che “la flat tax nel senso di un unico scaglione non c’è”, bensì si procede “verso la riduzione del numero degli scaglioni il primo anno, e poi avanti”. Il bonus di 80 euro verrà rinominato.

Per quanto riguarda la manovra economica del 2020 Lega e M5S dimostrano in effetti priorità diverse: flat tax per la Lega e salario minimo, in virtù di un taglio del cuneo fiscale, per i grillini. Nel frattempo Conte  ha incontrato imprese e sindacati spiegando alle parti sociali che “non c’è ancora nessun progetto di riforma fiscale a livello istituzionale”. All’incontro ha partecipato anche il vicepremier Luigi Di Maio il quale ha illustrato un Piano Casa che prevede di ristrutturare 600 mila alloggi.

Il premier ha inoltre preannunciato delle misure per fronteggiare l’evasione limitando l’uso del denaro contante e l’eliminazione di incentivi dannosi per l’ecosistema (un capitale di circa 19,3 miliardi), tutto ciò oltre al piano casa presentato da Di Maio.

In sostanza, i pentastellati vorrebbero favorire il salario minimo non facendo versare alle imprese i versamenti per il trattamento di disoccupazione (l’1,6% del salario) sui contratti a tempo indeterminato. Un’idea questa, però, che non è stata gradita nemmeno da Confindustria. “In cambio del salario minimo 4 miliardi sono pochi”, ha affermato il presidente Vincenzo Boccia. Mentre i sindacati chiedono ulteriori sgravi per dipendenti e pensionati. Il premier Conte ha preannunciato altri due incontri con le parti sociali nel corso dell’estate proprio per chiarire i dettagli.

Per ridurre le tasse, 4 miliardi sarebbero quindi decisamente insufficienti. “Almeno il triplo. Servono non meno di 10-12 miliardi per un impatto strutturale su crescita, consumi e risparmio”, ha dichiarato il viceministro dell’Economia Massimo Garavaglia.

Si vocifera comunque di una manovra fiscale studiata ad agosto e messa in campo a settembre. Per Garavaglia, inoltre, “il taglio del cuneo si può fare se si rimette mano al bonus di 80 euro di Renzi”. Bonus che verrà molto probabilmente trasformato in una decontribuzione e portato a 100 euro, favorendo così “il miglioramento dei conti,  perché si ridurrebbero la spesa e la pressione fiscale, e l’aumento della busta paga”.

Le misure da attuare, citate anche dal ministro Tria, sarebbero in definitiva flat tax, taglio del cuneo, riduzione a 3 delle aliquote Irpef a favore del ceto medio (aliquota del 15% sui redditi familiari fino a 55 mila euro). Per quanto riguarda le coperture, invece, il governo sta lavorando prima di tutto sulla lotta all’evasione e il taglio delle spese.

Sul piano dei risultati il governo giallo-verde ha portato a casa il decreto legge Sicurezza bis, che ha incassato la fiducia alla Camera con 325 sì e 248 contrari. Il provvedimento ha così superato la prima prova ed è atteso a Palazzo Madama per poter essere licenziato prima della pausa estiva.

Il cosiddetto decreto Sicurezza bis – ossia il decreto legge numero 53 su “disposizioni urgenti in materia di ordine e sicurezza pubblica”, entrato in vigore il 15 giugno – è giunto a Montecitorio il 22 luglio per essere tramutato in legge, dopo essere stato modificato dalla commissione Affari costituzionali e giustizia.

Sono 18 gli articoli che compongono il suddetto decreto. I primi cinque si riferiscono al soccorso in mare: il decreto (con la modifica del Codice della Navigazione) attribuisce maggiori poteri al Viminale che, in virtù delle nuove norme, può limitare o vietare il passaggio e/o la sosta di una nave nelle acque territoriali qualora sia considerato pregiudizievole per l’ordine e la sicurezza pubblica. Sono quindi previste multe da 150 mila euro a un milione, arresto in flagranza del capitano, confisca della nave nel caso in cui venga violato il blocco disposto dal ministero dell’Interno.

Gli altri articoli si occupano invece di riformare il codice penale, e nello specifico la gestione dell’ordine pubblico durante le manifestazioni, in particolare per fronteggiare la violenza nel corso delle manifestazioni sportive. Reclusione da 1 a 2 anni per l’utilizzo di caschi protettivi e altri mezzi di travisamento, da 1 a 4 anni per il lancio e l’uso improprio di razzi, bengala, petardi, gas urticanti. Ed ancora pena di reclusione da 6 mesi a 3 anni per i reati di oltraggio a pubblico ufficiale e di oltraggio a magistrato in udienza. Contro la violenza negli stadi sono previste anche particolari tutele per gli arbitri e per tutti i soggetti deputati ad assicurare la regolarità delle gare: reclusione da 6 mesi a 5 anni per coloro che usano atti di violenza contro costoro.

Nel testo del decreto è prevista infine anche la modifica a un regio decreto del 1931, che prevede l’obbligo per le strutture di ricezione turistica (hotel, B&b, e altri) di avviso alle questure, entro le sei ore successive all’arrivo, nel caso specifico in cui gli ospiti soggiornino non più di 24 ore. Tutto ciò per evitare che non lascino traccia coloro che cambiano albergo ogni giorno. Un decreto del Viminale integrerà le modalità di trasmissione dei dati per agevolare il collegamento diretto tra i sistemi informatici delle autorità di pubblica sicurezza e i sistemi di gestione delle strutture ricettive.

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