Apprendisti stregoni

La settimana trascorsa ci ha portato qualche buona notizia e molte miserie. Il PIL ha smesso di cadere, il che fa sperare che la recessione sia sul punto di finire e il 2014 possa essere di segno positivo (sempre che qualche sfasciacarrozze non ci risospinga nella crisi permanente). La vittoria di Renzi alle primarie del PD è il segno di un necessario rinnovamento di una sinistra ormai sclerotica. Le prime mosse del neo-segretario sono state intelligenti e garbate, ma siamo appena all’inizio. La fiducia ottenuta dal Governo, con una maggioranza anche al Senato inaspettatamente comoda, e sulla base di un discorso del Premier di grande serietà e fermezza, dovrebbe dare qualche tranquillità per il futuro, sempre che le risse non si riaccendano ora all’interno di una maggioranza che dovrebbe essere più compatta di quella precedente (ma rischia di rompersi, appena nata, sulla legge elettorale).

Però  è apparsa anche chiara la criminale irresponsabilità di chi promuove un clima di rissa e di odio, tentando di delegittimare le istituzioni che ancora tengono insieme il Paese. Persino Vendola li ha definiti “apprendisti stregoni” (da che pulpito!). In questa rabbiosa opera di demolizione, solo livore, neppure un’ombra di verità o di coerenza.  Gravissimo è, in questo contesto, l’attacco al Parlamento, perché demolire l’istituto centrale della democrazia è mettere quest’ultima in pericolo. Ripetiamolo: la Corte Costituzionale  ha chiarito (ma non ce n’era bisogno, tanto il principio è lampante), che la sua sentenza non inficia la legittimità delle Camere elette sulla base di una legge a quel momento pienamente valida. Chiedere che vadano a casa i deputati eletti grazie al premio di maggioranza è, dunque, pretestuoso ed è oltretutto incoerente: la Consulta ha bocciato anche le liste bloccate, in base alle quali sono stati eletti tutti, dai forzisti ai grillini.  Se  il Parlamento fosse illegittimo, a casa dunque dovrebbero andarci tutti. E, se così fosse, aspettiamo con fiducia le dimissioni in massa dei grillini e dei forzisti!

Quanto al Governo, la sua presunta illegittimità o addirittura incostituzionalità (già agitata dal Cavaliere contro l’esecutivo dei tecnici) è una panzana di chi la Costituzione non l’ha letta, non l’ha capita, o è in aperta malafede. Art. 90: il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio e, su sua proposta, i Ministri. Art. 92: il Governo deve avere la maggioranza delle due Camere. Punto! Il resto sono ciance! Quanto al Capo dello Stato, stiamo alla realtà, non alle chiacchiere. Le sue funzioni  sono stabilite principalmente negli articoli 86, 87 e 90 della Costituzione. In nessuna parte, trattandosi di funzioni di controllo e di garanzia, è scritto che si esercitano se piace alla maggioranza di turno. C’è una lunga e consolidata prassi di interventi presidenziali – da Gronchi a Pertini, da Cossiga a Scalfaro – anche in dissenso con i partiti di appartenenza, in momenti di crisi delle istituzioni.

Napolitano ha usato i suoi poteri in tre momenti speciali (nel 2008, nel 2011 e nel 2013) e ha sempre  fatto quello che era suo dovere fare: verificare se esistesse una maggioranza. Nel 2008 constatò che non esisteva e sciolse le Camere, aprendo la strada al ritorno del centro-destra. Nel 2011 e nel 2013, una maggioranza invece era possibile e il Capo dello Stato dette vita a due governi, uno dei quali ha fermato l’Italia sull’orlo del baratro (ricordiamolo: dall’estate del 2011 ad oggi lo spread, cioè il costo del denaro che paghiamo tutti, è sceso da 546 a 222) e l’altro sta facendo, con fatica, il suo mestiere. Due governi (forse vale la pena ricordarlo, giacché la memoria di certa gente è convenientemente corta) che non si reggevano nel vuoto, o sulla sola volontà del Capo dello Stato, ma su ripetuti voti di fiducia con maggioranze bulgare. Quando, nel caso del Governo Monti, la maggioranza venne meno per lo strappo berlusconiano, Monti correttamente dette le dimissioni e Napolitano correttamente le accettò, fissando la data per le nuove elezioni.  E quando Forza Italia è uscita dalla maggioranza che sosteneva Letta e ha chiesto un nuovo voto di fiducia, il Capo dello Stato vi ha acceduto senza discutere. Aggiungiamo che, dopo le elezioni di febbraio, Napolitano (raccogliendo il giusto plauso del centro-destra) rifiutò la richiesta di Bersani di un incarico pieno, che gli avrebbe permesso di tentare in aula un accordo con i grillini. Le critiche al Presidente sono, dunque, teatrino e vaniloquio, che nel caso di Grillo non stupiscono, giacché  la sua politica è appunto quella: teatrino e vaniloquio, e il suo obiettivo è “fare casino”. Ma il Cavaliere, cosa spera di guadagnarci?

L’indegna  gazzarra alimenta però un clima in cui prosperano purtroppo tentativi di violenza che mettono a rischio la sicurezza e la tranquillità di tutti. Il movimento dei Forconi ha origine nel comprensibile disagio di categorie lasciate da parte dall’economia moderna ma i suoi metodi sono quelli, inaccettabili, di una “jacquerie” anarco-squadrista, incoraggiata da chi soffia sul fuoco e da chi mostra colpevoli compiacenze.

Per fortuna, c’è un Capo dello Stato che è un fermo baluardo contro il peggio, ci sono Forze dell’Ordine preparate e ancora fedeli alla istituzioni e c’è un Governo che al caos si oppone con decisione. Diamo loro il nostro appoggio. Non permettiamo che il nostro Paese cada nelle mani degli apprendisti stregoni, dei populisti alla giornata, dei demagoghi in affanno!

©Futuro Europa®

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