Tokyo

[Dalla nostra inviata] Quasi terminati a Tokyo i  lavori del W20. Non spiego più cosa sia il W20 perché l’ho fatto molte volte e penso sia ora che diventi conoscenza comune. I delegati dei 20 paesi aderenti hanno discusso una serie di comunicazioni e richieste da portare avanti per migliorare la condizione della donna nel mondo del lavoro in modo da ridurre in modo serio il Gender gap. Queste richieste si sono concentrate in un comunicato di 7 punti che è stato consegnato al Primo Ministro Shinzo Abe durante una cerimonia formale.

Ora bisognerà vedere come ogni singolo paese reagirà a queste richieste e sarà necessario monitorarne l’attuazione in modo che non rimangano solo chiacchiere. Pieni di nomi altisonanti i convegni collaterali al meeting ma anche deludenti. La famosa Malala premio Nobel, la ragazza pakistana combattuta dai talebani, ha parlato per 8 minuti senza espressione senza pathos come ripetendo una lezioncina ben collaudata dove la parola education è stata scandita ogni 10 parole. Molto banale e deludente anche l’intervento di Michelle Bachelet, ex presidente del Cile , istrionica e arruffa popolo ma forse da troppo in quel ruolo e quindi noiosissima. Una giovane ministra del governo della Repubblica Dominicana ci ha fatto venire voglia di caffè con un intervento così banale da sembrare uno scherzo.

Insomma, tutto abbastanza scontato. Per nulla scontato invece il lavoro dei delegati che hanno redatto il Comunicato e che hanno lavorato fino a notte fonda combattendo la verbosità di alcuni e il piacere di altri di ascoltare la propria voce. Molto orgogliose le componenti della delegazione italiana che hanno visto accettati 3 di 3 dei punti da loro presentati. Uno tra tutti quello di promuovere l’eliminazione  degli stereotipi promuovendo nelle scuole una educazione più attenta al genere.

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