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Ue: 14 ministri Ambiente, almeno 20% prossimo bilancio per spese Clima – L’Unione europea dovrebbe spendere almeno il 20% del suo bilancio futuro per combattere i cambiamenti climatici e tutte le spese in generale devono essere in linea con gli obiettivi climatici. Questi i contenuti di una lettera, inviata lunedì, alla Commissione Ue da 14 ministri dell’Ambiente europei. Si prevede che la Commissione presenti la sua proposta per il bilancio Ue a lungo termine post 2020 a maggio. La proposta costituirà la base dei negoziati sul bilancio tra gli Stati membri dell’Ue e in seguito con il Parlamento europeo. I ministri hanno esortato la Commissione a mantenere l’attuale livello di spesa con almeno il 20% del bilancio destinato a progetti e investimenti legati al clima. Hanno anche chiesto un meccanismo di monitoraggio per verificare l’impatto degli investimenti, rilevando che nel budget corrente, l’implementazione dell’obiettivo di spesa del 20% probabilmente sarà inferiore alle previsioni di spesa per il clima fino a raggiungere solo il 18,9%. I ministri hanno inoltre sottolineato che nessuna parte del bilancio Ue nel suo insieme dovrebbe avere “ripercussioni negative” sulla capacità di raggiungere gli obiettivi climatici nell’ambito dell’accordo di Parigi del 2015. “I nuovi investimenti dovrebbero essere compatibili con una transizione verso la riduzione delle emissioni necessaria per la nostra economia al fine di evitare asset bloccati nel lungo termine”, scrivono i 14 ministri. La lettera è stata firmata dai ministri dell’Ambiente di Germania, Danimarca, Finlandia, Lussemburgo, Portogallo, Belgio, Paesi Bassi, Svezia, Slovenia, Gran Bretagna, Italia, Spagna, Francia e Austria. (AdnKronos)

Inquinamento prende controllo del Dna, scatena malattie Dati raccolti su mille individui misurano effetto patologie – Le sostanze inquinanti presenti nell’ambiente possono ‘prendere il controllo’ del Dna, accendendo in questo modo alcuni geni piuttosto che altri e scatenando malattie cardiache e respiratorie. Lo indica la prima indagine basata sull’analisi del Dna di oltre mille individui. Pubblicata sulla rivista Nature Communications, la ricerca è stata condotta in Canada, dal gruppo dell’Ontario Institute for Cancer Research, guidato da Philip Awadalla. Dall’analisi del Dna raccolto da campioni di sangue, sono stati individuati gli effetti di polveri sottili, biossido di azoto e biossido di zolfo. Per il genetista Giuseppe Novelli, rettore dell’Università di Roma Tor Vergata, “la ricerca è molto interessante, perché ci dice quanto pesa il contributo dell’ambiente sul rischio di sviluppare determinate malattie”. Queste ultime ha aggiunto, “sono la conseguenza dell’interazione tra Dna, ambiente e casualità, ma non è facile determinare il peso di ognuno dei tre fattori”. Ora si può fare grazie ad studi sui grandi numeri, come quello condotto nel Quebec sul Dna di 1.007 persone che vivono in posti diversi: la grande cittá di Montreal, la più piccola Quebec City e la regione poco urbanizzata di Saguenay-LacSaint-Jean. Non a caso è stato scelto il Quebec per studiare gli effetti dell’ambiente sul Dna: “la popolazione del Quebec – ha spiegato Novelli – ha un corredo genetico simile, perché discende da un piccolo gruppo di persone arrivato lì nel ‘700”. Confrontando Dna simili di individui che vivono in zone diverse, e quindi sono esposti a livelli differenti di inquinamento, i ricercatori hanno scoperto che le sostanze inquinanti influenzano l’accensione o lo spegnimento di alcuni geni piuttosto che altri, aprendo la strada soprattutto a malattie cardiache e respiratorie. Inoltre è stato scoperto che l’impatto dell’ambiente sull’attività dei geni prevale sulla predisposizione genetica al rischio di queste malattie. “L’impatto dell’ambiente sui geni – ha concluso Novelli – è paragonabile a un vestito, che il Dna può mettere o togliere. Mentre il Dna è scritto a penna e non si può cambiare, il ‘vestito’ è scritto a matita e si può cambiare o con farmaci, oppure cambiando ambiente e stili di vita”. Secondo l’esperto, lo studio dimostra anche quanto siano importanti i progetti sul Dna delle popolazioni, come Genome Canada, alla base dell’indagine. Per questo, ha aggiunto, anche in Italia “noi genetisti invochiamo da anni il progetto Genoma Italia”. (ANSA)

Sanita’. ‘Green medicine’, a Roma il congresso mondiale A.I.R.O – Da anni si parla dei benefici dell’Ossigeno Ozono Terapia – una pratica rivoluzionaria sempre più in uso nel nostro Paese, in quanto priva di controindicazioni e adatta a tutte le età – per la cura di diverse patologie, dalla semplice influenza a ernie, flebiti, artrosi, ulcere e molto altro. Il 10 e 11 marzo gli esperti del settore si incontrano a Roma nell’ambito del II Congresso Mondiale A.I.R.O. (Accademia Internazionale per la Ricerca in Ossigeno-Ozono Terapia) – Multipractice System, presso l’Auditorium della Fondazione Santa Lucia, sito in Via Ardeatina 354, per discutere sulla pratica dell’OOT e sull’impatto nella Green Economy. Nei due giorni di congresso, oltre 80 tra relatori e moderatori, provenienti da ogni parte del mondo, intervengono sulle materie di competenza e sulle sfere sociali che la medicina tradizionale coinvolge, partendo dall’incidenza sulla spesa sanitaria e l’impatto ambientale che ne consegue. Con un focus sul tema “Green Medicine e Green Economy: Ossigeno-Ozono Terapia e Medicina Rigenerativa, per un’economia sostenibile”, l’obiettivo del congresso è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica e gli addetti ai lavori verso un’economia basata sullo sviluppo sostenibile ed una Green Medicine, termine coniato dal Prof. Dario Apuzzo, Presidente A. I.R.O.  per identificare una medicina senza uso di sostanze complessi percorsi chirurgici e farmacologici e l’eccessiva produzione di rifiuti, consumi di energia e l’inquinamento in genere, ai danni dell’ambiente. (Dire)

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