Donne du du du

Care donne, ne abbiamo fatta di strada; quasi sempre in salita ma ne è valsa la pena. Ieri a Roma è stato presentato, durante un Convegno promosso dalla Fondazione Bellisario, il rapporto Cerved.

A cinque anni dall’entrata in vigore della legge sulle quote di genere, la legge Golfo-Mosca, è stato fatto il punto sulla situazione. C’è stato un considerevole aumento di donne ai vertici delle società partecipate. Nel 2017 la presenza femminile nei consigli di amministrazione è salita al 33,5% nelle 237 società quotate in Borsa. L’aumento è stato del 9,3% rispetto al 2016, con una presenza quadruplicata sul 2011, anno in cui le norme sulla rappresentanza di genere erano appena state varate. Questi i dati presentati da Cerved.

Davvero confortante: l’Italia ha avuto una crescita del 32 per cento, entrando a pieno titolo tra i migliori Paesi europei nella gestione e valorizzazione delle diversità di genere; belle cose senz’altro. Però, se poi si cerca nella notizia, si nota che quasi tutte le donne ricoprono sì ruoli apicali ma raramente sono Amministratori delegati. Per lo più sono Presidenti, che sicuramente è una posizione di tutto rispetto ma lontana dalla dinamica del vero amministratore.

Uno dei relatori del Convegno ha anche sottolineato che i rari casi di Amministratori delegati donna, hanno dimostrato che  nessuna aveva un board al femminile e che il loro modus operandi era molto simile a quello dei colleghi maschi. Che vuol dire tutto questo? Forse che per arrivare al top bisogna farsi crescere i baffi? Forse. Certo è che una donna in carriera ha mille ostacoli di fronte a sé; primo tra tutti la conciliazione famiglia-lavoro; gli strumenti per aiutare le mamme in carriera sono ancora pochi; se non si ha aiuto all’interno del nucleo familiare non è facile. Mentre l’uomo in carriera può dedicarsi in toto ad essa, la donna ha molti altri pensieri che la distolgono. Ma sono tutti problemi in evoluzione, strada se ne è fatta e strada c’è ancora da fare.  Sempre durante il Convegno è emersa la scottante questione della disparità del trattamento salariale, in Europa ancora al di sotto di più del 20 per cento dei salari degli uomini.

Ma la legge Golfo-Mosca è in scadenza; alcune società hanno cambiato il loro Statuto per fare in modo che la presenza femminile fosse garantita, ma si sa anche che altre stanno puntando alla figura di Amministratore unico; insomma donne, dobbiamo essere sempre vigili, non dare nulla per scontato, ma questo per fortuna è nella nostra natura perché noi siamo per diritto di genere gli Amministratori delegati dell’azienda più importante del mondo, la famiglia. E questa è la nostra marcia in più.

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