Dalla Boschi al crollo del PD

Notti insonni per il leader dem Matteo Renzi che vede costantemente in calo nei sondaggi il suo Partito Democratico, ormai ben lontano dall’oltre 40% ottenuto alle scorse elezioni europee. Gli ultimi dati danno la formazione di centrosinistra al 23,4% con voti in fuga verso le nuove formazioni di sinistra, ma soprattutto verso il centrodestra quotato al 36%.

Sicuramente, nelle ultime settimane la questione legata al fallimento delle banche con il coinvolgimento del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi hanno contribuito ad aumentare la tensione interna ed esterna il partito di Largo del Nazareno. Tensione che sta avendo forti ripercussioni sull’elettorato, grazie anche alla forte esposizione mediatica della vicenda negli ultimi giorni, che sta di fatto allontanando gli elettori verso altre formazioni.

Renzi, oltre alle difficoltà legate alle vicende interne che, dopo le scissioni, continuano a scuotere il partito, deve tentare di ricostruire la propria immagine pubblica ormai fortemente offuscata da Gentiloni, diventato uomo delle istituzioni e ben apprezzato da molti leader in Parlamento.

Ma questo calo dei consensi potrebbe portarsi dietro ripercussioni ben più gravi. Come scritto la settimana scorsa, se il centrodestra non dovesse riuscire ad ottenere la maggioranza dei parlamentari nei due rami del Parlamento, l’unica soluzione potrebbe essere quella di un governo con Berlusconi che, visti i sondaggi, potrebbe garantire una discreta compagine di parlamentari.

Certo che con questi numeri Renzi correrebbe il rischio di non poter garantire la maggioranza relativa per costituire un Governo di larghe intese e consegnarsi ad una ulteriore sconfitta politica che potrebbe di fatto segnare definitivamente la fine della sua carriera da aspirante leader. Inoltre, le pressioni sulla Boschi rischiano di vedere la pupilla dell’ex premier costretta ad un passo indietro rispetto ad una prossima candidatura con Renzi che perderebbe un tassello fondamentale della propria squadra.

Ormai il Segretario democratico sembra essersi arreso all’evidenza di non riuscire a mettere assieme un governo monocolore, ma soprattutto rischia di dover correre alle elezioni senza coalizione, lasciando di fatto le quote maggioritarie quasi completamente in mano al centrodestra.

Insomma, sono ormai lontani i tempi del 2014 in cui l’ex sindaco di Firenze dominava incontrastato la scena politica nazionale. La destra sembra essersi compattata, la sinistra sembra aver ritrovato la propria identità e Renzi resta in balia di una gestione spregiudicata di una gallina dalle uova d’oro.

Di certo la politica riserva sempre grandi sorprese e da qui al 4 marzo molte cose possono ancora cambiare. Il destino del PD e di tutta la sinistra sembra in ogni caso segnato e Renzi deve quanto prima escogitare un piano di riserva per non finire nel dimenticatoio delle meteore politiche.

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