Appunti di una generazione #4

Roma – Il MACRO ha aperto un nuovo capitolo della mostra-progetto Appunti di una generazione, un ciclo di mostre personali, curate da Costantino D’Orazio e promosse da Zètema Progetto Cultura, dedicate agli artisti emersi negli anni Novanta.

Questo appuntamento (il quarto della serie, i precedenti hanno visto protagonisti Giuseppe Pietroniro e Andrea Salvino #1; Federico Pietrella e Donatella Spaziani #2; Matteo Basilè e Gioacchino Pontrelli #3) è dedicato ai lavori di Simone Berti e della coppia Cuoghi Corsello.

Simone Berti, che vive e lavora a Bruxelles, si ispira alla natura ed ai paesaggi creando figure che hanno sempre bisogno dell’ausilio esterno per restare in equilibrio; cervi con i palchi che diventano lunghi ciuffi d’erba, pesci spada infilzati su strani supporti e macchinari improbabili fanno la loro comparsa incuriosendo il visitatore e trasportandolo nel mondo dell’artista.

Per questa speciale occasione, Berti ha creato delle opere molto particolari che uniscono lavori del Novecento a segni astratti dando vita a un dialogo tra antico e contemporaneo affascinante e per nulla sgradevole; l’osservatore è portato a riflettere sulle relazioni della forma dipinta che ne emergono e nonostante egli sia conscio della distanza temporale che si frappone tra l’opera rievocata e quella più attuale proposta dall’artista, questo spazio sembra annullarsi nella perfetta convivenza di forme e colori.

Monica Cuoghi e Claudio Corsello, vivono e lavorano prevalentemente a Bologna e operano in coppia dal 1986, sono considerati i pionieri della street art in Italia; sono artisti eccentrici ma molto sensibili e con una particolare visione del mondo che li circonda, come emerge da Il racconto del segreto di Collo scritto nel loro blog. Dalle loro opere emerge chiara la presenza di un universo personale molto ricco, una vera e propria fucina di idee; le loro opere, nonostante la particolarità e unicità che li contraddistingue, riescono sempre a inserirsi perfettamente nello spazio urbano in cui vengono collocate.

La coppia Cuoghi Corsello, che esplora anche l’universo musicale, per l’occasione ha creato una colonna sonora che fa da sfondo all’installazione da loro realizzata per la mostra, ossia un filo di luce al neon che fa da collegamento tra una serie di opere che vanno dagli anni Cinquanta a agli anni Settanta, selezionate dal deposito del museo.

L’esposizione, che si concluderà il 26 Novembre prossimo, offre la possibilità di interfacciarsi con modi di pensare e interpretare la realtà completamente diversi tra loro, che nonostante la distanza tra loro riescono a dialogare insieme sul piano dell’arte in modo armonioso.

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