Giappone, elezioni anticipate con possibili sorprese

In seguito allo scioglimento della Camera bassa del Parlamento giapponese, il Partito del Primo Ministro di destra Shinzo Abe dovrà affrontare quello della governatrice di Tokyo, una ex conduttrice televisiva.

E’ stato un vero colpo di fulmine per la classe politica giapponese sentire la governatrice di Tokyo, Yuriko Koike, annunciare la sua decisione di prendere le redini del Partito della speranza, appena qualche ora dopo l’annuncio ufficiale del Primo Ministro conservatore Shinzo Abe di elezioni politiche anticipate. Yuriko Koike è una donna di 65 anni che naviga la politica da molto tempo che ama paragonarsi con il giovane Presidente francese Emmanuel Macron, che ha a sua volta creato un “suo” movimento politico. “Il Presidente Macron ed io cerchiamo nuove prospettive e abbiamo entrambi ottenuto il sostegno di molte persone”, dichiarava all’inizio di Agosto colei che aveva appena conquistato la maggioranza nell’assemblea della capitale, grazie ad una coalizione capeggiata dalla sua nuova formazione Tomin First ( in giapponese:“I cittadini della capitale prima di tutto”). Prima donna a riuscire ad avere il comando dell’immensa metropoli e città olimpica nel 2020, prima donna ministra della Difesa del Giappone, Yuriko Koike potrebbe un giorno non troppo lontano anche diventare la prima donna Primo Ministro dell’arcipelago.

Ministra dell’Ambiente dal 2003 al 2006, ha organizzato una sfilata di moda durante la quale ha percorso lei stessa la passerella per promuovere la campagna contro il riscaldamento climatico “Cool Biz”, campagna che incoraggia i funzionari pubblici e gli impiegati statali a togliersi giacca e cravatta invece di abbassare la temperatura dei climatizzatori. Al suo arrivo al municipio di Tokyo, si è seduta su una sedia a rotelle per testimoniare l’angoscia provata dai portatori di handicap che percorrono i marciapiedi irregolari o le discese troppo ripide della capitale e promettendo di utilizzare i Giochi Paraolimpici per adattare la sua città alla popolazione sempre più sottoposta ad invecchiamento. Brandendo il suo credo “facciamo buon uso del denaro dei contribuenti”, Yuriko Koike ha riesaminato le spese previste per l’organizzazione dei Giochi del 2020. Le città candidate non possono più “spendere all’infinito cifre considerevoli per i Giochi Olimpici”, affermava lo scorso febbraio durante un’intervista rilasciata all’Agenzia francese AFP.

Dispiacendosi per il fatto che il Giappone abbia per le donne più che un soffitto di cristallo, una vera e propria “piastra di acciaio”, questa nazionalista è sempre stata vicina agli uomini forti del Partito Liberaldemocratico  (PLD), quasi ininterrottamente al potere dal 1955. Ne aveva raggiunto le fila nel 2002, senza però mai riuscire a prenderne le redini. I suoi rapporti con Shinzo Abe sono sempre stati cordiali. Yuriko Kike da di se un’immagine di poliglotta aperta al mondo atipica tra i politici giapponesi. Di è laureata all’Università del Cairo e parla correntemente arabo e inglese. Nel 1978 ha intervistato Gheddafi e Arafat per una rete televisiva nipponica. Primo Ministro, “assolutamente no!”, affermava ai microfoni dell’AFP in Febbraio, con il suo caratteristico sorriso tranquillo. “Voglio concentrarmi sulle riforme del governo metropolitano”, senza però togliere spazio alla sua “vita normale”, il cui tempo libero è sacro.

Ma questo accadeva lo scorso Febbraio. L’annuncio di elezioni anticipate è stato una tentazione troppo forte per una donna che non sembra spaventarsi ai “colpi bassi” di Abe. Il Primo Ministro ha probabilmente accelerato il calendario elettorale con l’obbiettivo di tagliare l’erba sotto i piedi di quella che sta diventando sempre più un ostacolo. La governatrice di Tokyo ha una grande esperienza in tattica politica, e ha già affilato le sue armi. La decisione di prendere le redini del neo Partito della Speranza non è che il primo passo verso il secondo obiettivo: disgregare il Partito Democratico, formazione di centrosinistra che, nonostante la sua sempre maggiore debolezza, rimane figura di punta dell’opposizione. Alle ultime elezioni Abe è riuscito a mantenere il favore dell’opinione pubblica grazie a condizioni economiche relativamente buone, alla mancanza di rivali credibili e, più recentemente, per la sua posizione sulla Corea del Nord. Il rischio maggiore oggi è quello di un forte sostegno al nuovo Partito della Speranza che potrebbe canalizzare gli elettori scontenti e affievolire la speranza di Abe di rimanere in carica oltre il 2018. La coalizione formata dal PLD e il suo alleato Komeito potrebbe perdere la maggioranza dei due terzi che aveva nell’Assemblea appena sciolta.

Yuriko Koike è decisa a stabilire una differenza netta con diversi punti che Shinzo Abe ha già definito come temi di campagna elettorale. Vorrebbe congelare l’aumento della tassa sui consumi che Abe ha assicurato imporre nel 2019, dopo l’”ultimo rinvio”. Vuole mettere fine con l’energia nucleare, mentre Abe è determinato a rilanciare i settori “sicuri”. Un punto li avvicina: la volontà di avviare la riforma della Costituzione scritta dagli Americani dopo la guerra e che, dalla sua entrata in vigore ben 70 anni fa, non è mai stata ritoccata.

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