Vertice Ecofin di Tallinn

All’ultimo vertice Ecofin di Tallinn, Consiglio informale dei Ministri Europei di Economia e Finanza, sono stati discussi e approfonditi temi importanti come un’Unione economica e monetaria più forte, lo sviluppo dell’Unione dei Mercati dei capitali, le questioni fiscali e doganali.

Il Vertice ha visto la partecipazione del Ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, insieme ai suoi colleghi dei Paesi membri. Padoan ha ribadito l’impegno dell’Italia per la riduzione del debito pubblico, uno dei punti nevralgici che stanno più a cuore dell’Europa: “…i margini di manovra per la prossima legge di Bilancio appaiono ora meno soffocanti – spiega il nostro Ministro economico – e l’Italia può sperare di ottenere i margini di flessibilità richiesti riducendo dello 0,3% lo sforzo sul deficit e liberando risorse da dedicare alla crescita”. Manovra per cui, ha anticipato il Ministro, si sta pensando di soffermarsi prioritariamente sul problema dei giovani, riducendo il costo del lavoro in modo significativo e non una tantum come avviene ora; sulla questione degli incentivi per le imprese, sul problema degli statali e le pensioni.

Il Consiglio Ecofin di Tallinn ha puntato l’attenzione, soprattutto, sulla proposta di una “web tax sul fatturato” per arginare l’elusione fiscale e l’evasione in Europa con particolare attenzione alle multinazionali Usa del digitale. Sono stati Francia, Germania, Italia e Spagna ad avanzarla. Ad aderire successivamente Austria, Bulgaria, Grecia, Slovenia, Lettonia, mentre ancora in forse è l’adesione della Polonia e degli altri Paesi dell’est Europa che ancora non hanno preso una decisione in merito.

L’economia digitale cambia e trasforma profondamente i parametri economici trasformando, conseguentemente, anche le modalità di tassazione. Quella che occorre è una tempestiva e adeguata revisione del sistema di tassazione che si usa attualmente in modo da renderlo funzionale e rispondente alle mutazioni in atto e sia quanto più possibile adeguato, efficiente, equo e trasparente. L’idea è quella di creare una “comune forma di tassazione sui giganti del digitale” e la conclusione a cui sono giunti i Ministri convenuti al Consiglio è di riunirsi nuovamente all’Ecofin di dicembre dopo aver raggiunto una posizione comune in tema.

La Commissione, in sostanza, si è impegnata a predisporre una “Comunicazione” con le diverse possibilità e alternative di approccio che la questione offre augurandosi che i Paesi membri siano in grado di arrivare a una linea comune di azione per l’Ecofin di dicembre: questa è la sostanza della dichiarazione del Vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis al termine dei lavori. Acquisita la “direzione” da parte dell’Ecofin la Commissione elaborerà una proposta concreta entro la prima metà del 2018.

A favore della Web Tax, dicevamo, i principali Paesi Europei, tra cui la Francia che nelle parole del Presidente Macron prende posizione: “…sostengo la proposta della Commissione su una base imponibile unica e per questo è importante la proposta di Francia, Italia, Germania e Spagna di tassare le società del digitale sul valore che producono nei vari Paesi…”. Linea ideale su cui lo segue il Presidente dell’Europarlamento Tajani: “…servono regole…-…lasciare immutata la situazione fiscale attuale per i giganti del web non mi sembra una cosa giusta né dal punto di vista giuridico né dal punto di vista morale. Credo si dovrà arrivare a una tassazione precisa delle piattaforme on-line non per chiudere, ma per aprire il Mercato”. La Presidenza estone di turno dell’Ecofin e la Commissione Europea hanno confermato che “in assenza di consenso unanime” si procederà comunque sfruttando il meccanismo della cooperazione rafforzata.

All’orizzonte la situazione si prospetta non semplice e non facile: da una parte il consenso comune dei Paesi europei da ricercare e dall’altra una situazione internazionale che richiede grande tatto e diplomazia con osservatori del calibro degli Stati Uniti che guardano “i movimenti politici nel digitale dell’Europa” e li interpretano come pericoli potenziali alla propria crescita e sviluppo in un campo in cui la loro eccellenza è nota.  L’appuntamento è rimandato al prossimo G20 quando la questione sarà affrontata con le superpotenze internazionali.

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