G20, la Restaurazione di Amburgo

Ad Amburgo, Angela Merkel voleva ottenere quello che Paolo Gentiloni non aveva ottenuto a Taormina: il rientro degli Usa nell’accordo sul Clima di Parigi. Quello che ha ottenuto è un compromesso: nel quale gli Usa si impegnano a lavorare a stretto contatto con altri Paesi per aiutarli ad accedere e utilizzare i combustibili fossili in modo più pulito ed efficiente, che significa porte ancora aperte al petrolio e al gas, che è meno inquinante ma pur sempre ‘fossile’. Quasi a cancellare questo cedimento sui combustibili fossili, il documento finale del G20 evidenzia il fatto che ‘l’accordo di Parigi sul Clima è irreversibile’. Cosa già affermata a Taormina, senza gli Usa ma anche senza compromessi.

L’apertura sul gas era stata ‘annunciata’ dal ministro russo delle Risorse naturali e dell’ambiente Sergei Donskoi a margine dell’incontro Tra Putin e Trump, che ha dato la linea al vertice di Amburgo e che è stato definito dal presidente americano ‘straordinario’. Si sa quanto la Russia ci tenga al suo gas. Del resto, la ‘verde’ Germania, oltre che di nucleare, si alimenta di gas russo che riceve attraverso il gasdotto Nord Stream. Per completare il quadro sul gas, il vertice di Amburgo è stato occasione di incontro tra Putin ed Erdogan sul gasdotto Turkish Stream. Colloqui sullo sviluppo dei fossili, insomma, invece che sulla difesa del Clima. La finestra riaperta sui fossili non è affatto piaciuta ad una ‘massa critica’ di Paesi, si è saputo durante i lavori per la stesura della dichiarazione finale.

Alla fine, la linea prevalsa sul Clima è quella di un compromesso, che non ha sanato la spaccatura sul Clima, e che per giunta risulta costoso, in termini di futuro: un risultato meramente politico, che sul più alto piano dell’etica, alla quale la politica dei governi dovrebbe ispirarsi, pone Amburgo assai più in basso di Taormina.

Oltreché per il fallimento sul Clima, Amburgo passerà alla storia come una grande occasione persa anche su un tema ad esso strettamente legato, le migrazioni: per il mancato accordo sulle sanzioni contro i trafficanti di esseri umani. Insomma, assetti giustificati e confermati anziché risolti per alcuni dei principali problemi internazionali. E transizione alle energie rinnovabili rallentata. A questo punto, una riflessione: la Restaurazione di Amburgo ha le gambe corte, e l’Italia deve improntare una strategia energetica nazionale davvero impostata sulle Rinnovabili e riconsiderare le sue aspirazioni ad essere un hub del gas.

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[NdR – L’autore cura un Blog dedicato ai temi trattati nei suoi articoli]

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