PMI, i costi della Giustizia nell’impresa

Focus PMI è l’osservatorio annuale sulle Piccole e Medie Imprese italiane promosso da LS Lexjus Sinacta e realizzato con la collaborazione dell’Istituto Guglielmo Tagliacarne. Scopo dell’iniziativa è stimolare, proponendo ogni anno tematiche specifiche di attualità, il confronto tra autorevoli personalità del mondo economico, finanziario e politico per mettere in luce le esigenze comuni al panorama della piccola e media imprenditoria.

La VII edizione è tornata a Bologna dove si tenne la prima volta nel 2011, giovedì 30 marzo 2017 nella splendida cornice del Salone dalla Banca di Bologna all’interno di Palazzo De’ Toschi di Bologna, sul tema “Efficienza della giustizia come valore dell’impresa”, ha visto la partecipazione di del Sindaco di Bologna Virginio Merola,del Ministro della Giustizia Andrea Orlando, Alberto Baban (Piccola Industria Confindustria), Mauro Frangi (Cooperfidi Italia), Mauro Lusetti (Legacoop Nazionale), Enrico Postacchini (Confcommercio Imprese per l’Italia), Beniamino Quintieri (SACE), Sergio Silvestrini (CNA) e Giorgio Tabellini  (Camera di Commercio di Bologna). A coordinare la tavola rotonda il giornalista Eugenio Occorsio, presentatori Gianluigi Serafini di LS Lexjus Sinacta e Vincenzo Urbini. Si sono avuti gli interventi di Magda Bianco (Banca d’ Italia),  Fabio Florini (Tribunale di Bologna) e Francesco Vella (Università di Bologna) sul ruolo e l’importanza della specializzazione del giudice.

L’indagine ha coinvolto un campione di 1000 intervistati, scelto tra imprenditori appartenenti alle PMI italiane attive al 31 dicembre 2016 (spesso estratti in modo casuale, ma classificati secondo un Macro-Settore o una Macro-Regione). Un sistema giudiziario inefficiente ed incerto provoca dubbi ed incide negativamente sui diritti e l’accesso al credito, introducendo elementi di disturbo nel circuito economico. I numeri della giustizia riguardo la durata dei procedimenti in primo grado paragonati al resto del mondo sono drammatici, a fronte di una media OCSE di 240 giorni, si va da un record di 107 in Giappone al limite negativo italiano di ben 564 giorni, al primo posto in questa classifica negativa. Se poi passiamo ad analizzare la conclusione dei procedimenti al termine dei tre gradi di giudizio, rispetto ad una media di 788 giorni, si va dai 368 necessari in Svizzera al solito record negativo italiano di ben 8 anni.  Nel 55% dei casi si tratta di difficoltà nel recupero di liquidità; nel 47% di accesso al credito e del 19,5% nella gestione del personale. Dai feedback delle imprese si rileva che il pubblico risulta inefficiente in particolare nel settore sanità per il 60,8% e dell’istruzione per il 30,8%. Mentre i settori di mercato maggiormente colpiti risultano con il 27,9% il commercio; il manifatturiero per il 26,1%; l’artigianato con il 25,8% ed infine l’edilizia privata con il 23,1%. Per concludere i numeri prendiamo in esame l’andamento geografico, dove si vede che a guidare la classifica delle regioni meno efficienti abbiamo la Campania, seguita da Sicilia e Calabria.

Corruzione ed opacità proveniente da una legislazione poco chiara sono i fattori pregnanti che affliggono l’attività delle imprese italiane. Si è rilevato come ben il 40% dei procedimenti pendenti in Cassazione siano da ascriversi a questo tema, con la previsione è di arrivare al 56% a breve. Inefficienze e sovrapposizione di gradi di giudizio pesano come macigni burocratici nel tema ‘Giustizia e Imprese’. Alla Camera giace la Proposta di legge 3734:ERMINI ed altri: Delega al Governo per la soppressione delle commissioni tributarie provinciali e regionali e per l’istituzione di sezioni specializzate tributarie presso i tribunali ordinari”  con la conseguente creazione di Sezioni Speciali presso i Tribunali. Il Ministro Orlando ha tenuto un approfondito ed interessante discorso evidenziando pregi e difetti del sistema, ha ricordato l’innovazione del Tribunale delle Imprese voluto dall’allora Guardasigilli Paola Severino, che ha permesso di risolvere l’80% dei conflitti entro un anno.

Quale è la strada, secondo il Ministro Orlando, per ovviare a queste problematiche? La specializzazione che comporta l’avvicinarsi ad una materia altamente tecnica come la finanza d’impresa. A conseguire da questo assunto ne viene logico dedurre che la particolare specializzazione attribuita ad alcuni giudici non può essere effettuata nei piccoli tribunali, dove per l’esiguo numero di togati e di cause ogni giudice deve occuparsi di tutto. Sorge quindi la necessità di spostare particolari processi in tribunali grandi dove si possono trovare figure altamente preparate nell’affrontare l a materia. E’ vero che gli interessati dovranno spostarsi, ma la considerazione che ne nasce è se non sia meglio farsi 3 ore di viaggio per vedere un processo concluso in 6 mesi o altrimenti muoversi di 5 minuti, ma andare a sentenza dopo 6 anni.

Ma l’economia cosa si aspetta dalla giustizia? La risposta del Ministro è quella che  rispecchia i desiderata delle imprese: trasparenza, processi in tempi certi e rapidi. In  merito alle polemiche che periodicamente attraversano il campo giustizia, il Ministro Orlando ha portato la sua esperienza, ha visitato i 10 peggiori tribunali del paese, rilevando che 7 su 10 erano a pieno organico sia di togati che di personale amministrativo. Questo significa che spesso le carenze denunciate sono dovute invece ad una cattiva gestione dell’ufficio da parte dei demandati alla funzione e non di difetti sistemici del tribunale in questione.

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