Milano, nuovo boom economico

“Tutt el mond a l’è paes, a semm d’accòrd, ma Milan, l’è on gran Milan”. Così scriveva Giovanni D’Anzi, noto artista milanese nella più famosa canzone dialettale “oh mia bela madunina” e nonostante siano passati oltre 80 anni, ancora oggi Milano è una grande Milano. La città dal dopo Expo sta vivendo un fermento urbanistico, economico, finanziario, turistico e politico come neanche nel pieno del boom anni ’80.

Negli ultimi anni l’offerta turistico-culturale meneghina è stata in grado di aumentare significativamente le presenze in città superando città d’arte con patrimoni di gran lunga più ricchi. La riqualificazione urbana, i grattacieli e il recupero di alcune aree industriali delle periferie hanno attirato l’interesse di grandi gruppi finanziari che hanno aperto il loro Headquarters proprio nel capoluogo lombardo. Senza contare i livelli di produzione industriale che coinvolgono l’area metropolitana che vanno in controtendenza al trend stagnante nazionale. Insomma una città prepotentemente proiettata verso una leadership europea e che può insidiare anche le grandi capitali continentali.

Milano è inoltre uno dei principali poli del design e della moda mondiali. I suoi poli fieristici ospitano esposizioni uniche e di grande prestigio che richiamano operatori da tutto il mondo come la BIT (Borsa Internazionale del Turismo) o il Salone del Mobile o le più settoriali MICAM e MIPEL (scarpe e pellame).

A contribuire ulteriormente all’esposizione internazionale di Milano anche la Brexit. Il processo di uscita dall’Unione della Gran Bretagna potrebbe produrre importanti infetti sul capoluogo meneghino che vorrebbe diventare il nuovo polo finanziario europeo sostituendosi alla City da dove ora tutti vogliono fuggire.

E, a differenza di molte altre situazioni in giro per il paese, Milano sta mostrando la capacità di rivalutare la dialettica politica ormai troppo spesso rilegata al conflitto ideologico. Questa sua nuova vivacità sta creando sinergie efficaci soprattutto nel rapporto di Governo e Comune con la Regione.

Il governatore leghista Maroni si è sempre mostrato estremamente collaborativo nei confronti dell’attuale sindaco Beppe Sala per il rilancio della città a livello internazionale, sostenendo un importante lavoro di squadra anche con il precedente premier Renzi durante la firma del “Patto per Milano”, una impegnativa pioggia di miliardi per il rilancio del capoluogo lombardo.

In effetti la città sembra unire le varie forze politiche che, invece di seminare chiodi sulla strada, hanno intrapreso un costruttivo percorso di collaborazione che sta mostrando il miglior lato della politica lavorando solo per il bene dei cittadini e per migliorare la vita delle imprese.

Milano è storicamente città di sperimentazione e innovazione in tutti i campi, ma più di ogni altra cosa sarebbe utile esportarne il modello politico che sembra funzionare veramente. Lavorare per portare la città a competere con il resto d’Europa potrebbe dare il via a percorsi di riforma istituzionale (zone franche, detassazione, inclusione sociale) da poter adottare su scala nazionale come modello vincente per tutto il Paese.

Se la politica qui ha mostrato di dare segnali di ripresa, mostrando il suo lato migliore, possiamo ancora sperare che nei palazzi romani si possa iniziare a parlare un po’ di milanese.

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