Una domenica sì (Film, 1985)

Un film che non è diretto da Pupi Avati ma dal suo aiuto regista, quel Cesare Bastelli onnipresente nel cast tecnico del Maestro bolognese, ma nel quale si sente la sua mano ispiratrice. La scritta Pupi Avati presenta introduce i protagonisti della storia, tre militari bolognesi di leva che prestano servizio a Perugia: Dario (Parisini), Nik (Novecento) e Davide (Celli), che scherzano e ridono sotto la neve inclemente prima di rientrare in caserma. Da notare sui titoli di testa una sigla a base di cartoline militari d’epoca che ricordano i tempi delle guerre mondiali, quando i soldati scrivevano a casa per rassicurare i familiari.

La storia – scritta da Bornazzini e Scarchilli, con l’aiuto di Gandus in fase di sceneggiatura – si sviluppa nel corso di un giorno, durante una domenica di libera uscita. Dario attende la fidanzata – Elena (Sofia Ricci) – e insieme all’amico Nik ha organizzato un pranzo in un appartamento affittato per l’occorrenza, convinti che arrivi a Perugia anche un’amica. Il problema è che Nik non piace per niente alla compagna di Elena e quando lo vede non si presenta e svicola al Circolo del Tennis. Nik è deluso, lascia i due fidanzati da soli, ma Dario molla Elena per stare con lui e insieme vanno a una presunta festa nella fattoria del ricco Alfonso, che sfrutta Davide per insaccare salsicce e cuocere il maiale. Qui Nik s’innamora di Fiore (Tessari), sorella di Alfonso, che prima lo rifiuta ma poco a poco comincia ad affezionarsi al ragazzo, fino ad accettare di dormire fuori con lui, dopo che Nik le ha regalato un biglietto per vedere i Simply Red. In un finale a sorpresa trionfa l’amicizia, perché Nik preferisce cedere la casa a Dario – che intanto si è rappacificato con Elena – perché sia lui a dormire fuori con la sua ragazza.

Una domenica sì è un piccolo film, minimalista allo stato puro, ben confezionato e sceneggiato senza la minima sbavatura, sottolineato dalla musica alla moda dei Simply Red e dalle note quasi rock di un irriconoscibile Riz Ortolani. Bastelli lo gira con diligenza, senza virtuosismi, in maniera lineare, ma con grande padronanza tecnica, acquisita dopo anni di scuola avatiana. Tutta la factory di Avati è presente nel film, dalla fotografia di Rachini, al suono in presa diretta di De Luca, passando per montaggio di Salfa, produzione del fratello Antonio e direzione di Guerrieri. I Simply Red recitano la parte di loro stessi, cantano la sigla di coda e un altro paio di brani durante la pellicola, ma si vedono pure durante un concerto al teatro comunale di Perugia.

Molto bravi i tre protagonisti, sia Nik Novecento, con la sua aria da ragazzino candido e ingenuo, come Parisini nei panni di quello che ci sa fare con le donne, per finire con l’imbranatissimo Celli, che nessuno vuole intorno e che non è capace di stare da solo. Bene Elena Sofia Ricci nel ruolo di Elena, fidanzata gelosa anni Ottanta, che cerca un amore esclusivo, non vuole un ragazzo che abbia amici con i quali condividere segreti. Una domenica sì è la frase che pronuncia Nik quando comprende che una tantum gli è andata bene, ha trovato una ragazza, non deve continuare a fingere con il padre e con gli amici, anche se poi le cose andranno diversamente.

Pellicola sui sentimenti, delicata e suadente, i cui punti forti sono l’amicizia virile, la ricerca dell’amore, le donne viste come meta irraggiungibile, il saperci fare e gli sfigati senza soldi ma con tanto cuore. Il personaggio di Nik la fa da padrone, impersona il senso di solitudine, la voglia di cambiare, il tentativo di farsi accettare dagli altri, persino da un padre assente che preferisce passare il tempo davanti alla televisione. Molto realismo nelle ambientazioni, con una vera discoteca anni Ottanta piena di maschi e con pochissime donne (ma la cassiera mente per far entrare i militari) e le prostitute sedute al tavolo che adescano clienti squattrinati.

Un film gradevole e delicato, uno spaccato di come eravamo ai tempi della naia, alla metà degli anni Ottanta, sempre a caccia di donne più immaginarie che reali, con il sogno di diventare grandi e di avere una compagna tutta per noi. Visto da pochi, distribuito poco e male, recuperabile grazie a Internet e a qualche collezionista, perché passato in TV e uscito in VHS.  Da vedere.

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Presentato da: Pupi Avati. Regia. Cesare Bastelli. Soggetto: Cesare Bornazzini, Giancarlo Scarchilli. Sceneggiatura: Roberto Gandus, Cesare Bornazzini, Giancarlo Scarchilli. Collaborazione ai Dialoghi: Cesare Bastelli. Fotografia: Pasquale Rachini. Colore: Telecolor. Scenografia: Rita Di Giulio. Montaggio: Amedeo Salfa. Musiche: Riz Ortolani. Edizioni Musicali: Triple Tim Music. Costumi: Marina Pistolesi. Suono in Presa Diretta. Raffaele De Luca. Operatore: Antonio Schiavo – Lena. Fotografo di Scena: Massimo Bucci. Aiuto Regista: Salvatore Marcarelli. Direttore di Produzione: Francesco Guerrieri. Produttore: Antonio Avati. Casa di Produzione: Duea Film, DMV Distribuzione. Distribuzione: DMV Distribuzione. Interni: De Paolis (Roma). Esterni: Fregene, Todi, Perugia, Orvieto, Ferrara, Bologna. Negativi: Kodak. Girato: Technovision. Sonorizzazione: Cooperativa di Lavoro Fono Roma e CVD. Mixage: Romano Checcacci. Brani: Jericho, Holding Back The Years, Come To My Aid eseguiti dai Simple Red (per concessione Wea Records Limited). Genere: Commedia. Durata: 85’. Interpreti: Nik Novecento, Dario Parisini, Davide Celli, Fiorenza Tessari, Elena Sofia Ricci, Caterina Raganelli, Marcello Cesena, Ferdinando Orlandi, Mario Mazzarotto, Sacha M. Darwin, Francesco Russo, Luciano Turi, Roberto Nobile, Giovanni Bilancia, Pino Tosca, Rosa Fanali, Zeno Pezzoli. Partecipazione Amichevole: Simply Red (nel ruolo di loro stessi).

©Futuro Europa® Le immagini utilizzate sono tratte da Internet e valutate di pubblico dominio: per segnalarne l’eventuale uso improprio scrivere alla Redazione

[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

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