La lotta al caporalato è Legge

Dopo il Sì del Senato anche la Camera dei Deputati ha approvato, in modo definitivo, la legge per il contrasto al caporalato ed al lavoro nero in agricoltura. Con la norma vengono introdotte maggiori garanzie per la tutela della dignità dei lavoratori agricoli, alcune innovazioni concrete sul lato penale che alzano il livello delle sanzioni per la criminalità organizzata e rafforzano le misure a favore delle imprese agricole in regola.

La legge mette in campo uno sforzo funzionale e coordinato tra le diverse Istituzioni e le Forze dell’Ordine per combattere questo fenomeno. Le novità del provvedimento riguardano, in primo luogo, l’inasprimento degli strumenti penali come la confisca dei beni, come avviene con le organizzazioni criminali mafiose, l’arresto in flagranza, l’estensione della responsabilità degli enti. In Senato è stato introdotto l’allargamento del reato anche attraverso l’eliminazione della violenza come elemento necessario e che rendeva più complessa l’applicazione effettiva della norma. La nuova legge prevede anche la responsabilità del datore di lavoro, il controllo giudiziario sull’azienda che consentirà di non interrompere l’attività agricola e la semplificazione degli indici di sfruttamento.

Per la prima volta si è deciso di estendere le finalità del Fondo anti-tratta anche alla vittime del caporalato, vista l’uguaglianza dell’offesa e la frequenza dei casi in cui la vittima di tratta è anche vittima di sfruttamento del lavoro. Viene rafforzata l’efficienza della Rete del lavoro agricolo di qualità, creata nel 2014 con il provvedimento Campolibero e attiva dal 1 settembre 2015. Con la legge si estende l’ambito dei soggetti che posso aderire alla Rete come gli sportelli unici per l’immigrazione, le istituzioni locali, i centri per l’impiego, i soggetti abilitati al trasporto dei lavoratori agricoli e gli enti bilaterali costituiti dalle organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori in agricoltura. In partica si vogliono introdurre nuove vie sperimentali d’intermediazione del lavoro agricolo per promuovere la legalità e lasciare meno spazio alla criminalità.

Le amministrazioni statali saranno direttamente coinvolte nella vigilanza e nella tutela delle condizioni di lavoro nel settore agricolo, attraverso un piano congiunto di interventi per l’accoglienza di tutti i lavoratori impegnati nelle attività stagionali di raccolta dei prodotti agricoli. L’obiettivo è quello di difendere la sicurezza e la dignità dei lavoratori e di escludere lo sfruttamento della manodopera italiana e straniera.

Il piano presentato dai Ministeri del lavoro e delle Politiche sociali, delle Politiche agricole alimentari e forestali e dell’Interno sarà deciso con il coinvolgimento delle Regioni, delle provincie autonome, delle amministrazioni locali ed anche delle organizzazioni del Terzo settore. Questa è la risposta dello Stato ad un fenomeno che ha radici molto lontane, la legge è arrivata ma era attesa da molto tempo. Nell’ultimo anno i controlli sono aumentati del 59% e sono state intensificate le task force nelle zone a rischio.

Ora ci sono più possibilità di controllare e di reprimere, in modo opportuno, gli atti di sfruttamento del lavoratore agricolo e di salvaguardare la persona in quanto tale, ma, nella convinzione di molti, rimane il dubbio che applicazione della nuova norma non basterà a sconfiggere questo fenomeno attecchito nelle abitudini e coscienze.

©Futuro Europa®

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