Bertolaso a Roma, premessa per una riunificazione dei Popolari italiani

La coraggiosa e logica scelta di Forza Italia a Roma di sostenere definitivamente la candidatura di Bertolaso a Sindaco della Città, la rottura ormai certificata con Salvini e Meloni, oltre ad essere qualificante, avrà sicuramente conseguenze, a mio parere positive, sullo scenario politico italiano.

Qualunque siano i risultati elettorali delle prossime elezioni amministrative, è giunto finalmente il momento di dar vita, quantomeno, ad una Federazione dei Popolari Italiani in grado, da un lato di superare la diaspora da tempo in atto fra le varie anime che si riconoscono nel PPE, dall’altro di costruire un rinnovato Centro capace di soddisfare le aspettative di quell’elettorato moderato che oggi si colloca nell’astensionismo perché frastornato dalle incomprensibili divisioni delle stesse. Tutto ciò dipenderà dalla lungimiranza, dalla saggezza, dal coraggio di chi è alla guida di articolazioni superate dalla imprescindibile esigenza di compattare un fronte significativo alternativo al PD di Renzi e alla spregiudicata guida del Governo di quest’ultimo.

Una strada, questa, certo difficile eimpervia ma, nell’attraversarla con successo, dimostrerà chi ha la qualità di Leader, consentirà la crescita di una classe dirigente motivata dalla consapevolezza del ruolo da svolgere nell’interesse dell’Italia, restituirà quell’entusiasmo della battaglia politica da tempo perso, soprattutto dai giovani. Un Paese, il nostro, che non può essere lasciato al sempre più discutibile potere renziano, né può essere affidato all’inconcludente e per questo pericoloso populismo lepenista o dei Pentastellati.

Bisogna guardare lontano, ridare autorevolezza, nobiltà e moralità alla Politica; sapere individuare risposte concrete ed immediate ai problemi della nostra società, alla crisi che attanaglia gran parte della popolazione. Gli slogan, i malcelati ottimismi sulla ripresa economica, la elargizione di danaro a pioggia con finalità squisitamente elettorali, la crescita del debito pubblico senza riduzioni di spese improduttive e clientelari, l’innalzamento perverso e silenzioso delle tassazioni, riducono sempre più la capacità di spesa dei cittadini con conseguente contrazione del consumo interno. Bisogna essere Economisti di gran fama per comprendere questioni così elementari?

Per non parlare, poi, dei vacui e minacciosi discorsi sulle Pensioni, sulle ipotesi di interventi riduttivi delle stesse, che alimentano solo timori e sfiducia, imponendo un forzoso, anche se limitato, risparmio per affrontare l’incertezza del futuro non solo degli anziani ma soprattutto dei giovani, limitando così la circolazione di danaro.

Un monito,dunque, a tutti noi: “Di questo sono certo. Se continuiamo una lite tra il presente ed il passato, si rischia di perdere il futuro” (Winston Churchill).

©Futuro Europa®

[NdR – L’autore dell’articolo è Membro Political Assembly PPE Bruxelles]

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