Pasargade, conservazione made in Italy della Tomba di Ciro il Grande

Iran – All’interno di un rapporto di collaborazione decennale tra l’italiano Istituto per la Conservazione e il Restauro (ISCR) e l’Iran Cultural Heritage, Handcrafts and Tourism Organization (ICHTO), è stato sottoscritto l’intervento ora in corso per la conservazione della Tomba di Ciro il Grande  e dei palazzi circostanti. L’altopiano a duemila metri d’altitudine, è il sito di quella che fu la prima capitale dell’Impero Achemènide, fondata da Ciro (590-529 a.C.) a metà del VI secolo a.C., a nord-est dell’odierna Persepoli, nella provincia iraniana di Fars.

In seguito al terremoto del dicembre 2003 in Iran, il MiBACT si è impegnato nel restauro della Torre di Bam, eseguito tra il 2007 e il 2011; nella fase conclusiva del progetto, nel 2010, è stata aperta una nuova missione con oggetto Pasargade, sito UNESCO sin dal 2004. La convenzione è stata siglata all’inizio del 2014 e nei mesi successivi è stato dato il via al progetto, che si concluderà nel 2017, ma l’intenzione è già quella di rilanciare con un cantiere didattico che coinvolga gli allievi della Scuola di Alta Formazione dell’Istituto italiano e gli allievi iraniani.

Il responsabile del cantiere e coordinatore del progetto è l’architetto Claudio Prosperi Porta, e l’esperta in conservazione dei materiali lapidei è Giuseppina Fazio. Gran parte dei collaboratori alla missione è stata scelta tra gli operatori del sito, qui per imparare dalle competenze e attrezzature nel campo della tutela archeologica in cui i professionisti italiani eccellono. Lo scorso autunno, alla presenza del Ministro MiBACT, Dario Franceschini, sono stati inaugurati i laboratori di diagnostica e di restauro della pietra, unici in Iran.

Le pietre sono infatti depositarie di un patrimonio d’informazioni a carattere scientifico e storico; lo studio preliminare – verso la costituzione di una banca dati su scala nazionale, oltre alla costituzione di una Carta del Rischio del patrimonio culturale iraniano, a modello di quella dell’ISCR -, risulta fondamentale. Fazio spiega che sono partiti con i controlli a campione sul cenotafio di Ciro e su alcuni elementi di quelli che erano il suo palazzo privato e il palazzo delle udienze.

Lo spazio vuoto della cella del mausoleo di Ciro a capo di sei gradoni – dove probabilmente la salma dell’Imperatore non venne mai posta, rimanendo sede dell’incoronazione dei re anche dopo che nel 520 a.C. Dario spostò la capitale ufficiale dell’impero alla vicina Persepoli – per la prima volta viene analizzato approfonditamente anche nella stratigrafia dei propri rivestimenti interni. Il lavoro dell’ISCR riguarda anche i rilievi scultorei in pietra nera presenti sui palazzi, e l’importante raffigurazione di Ciro come Genio alato posto sul portale monumentale, in cui è notabile la perfezione costruttiva dei palazzi, con pietre gigantesche accostate tra loro.

I materiali in pietra chiara e pietra scura sono interessati da forti escursioni termiche fra giorno e notte, fra estate e inverno, che ne minacciano la solidità. “Il sito di Pasargade è stato oggetto di diversi interventi nel corso del Novecento e anche nei primi anni del Duemila. Non pensiamo dunque di affrontare un nuovo restauro, ma di operare nel campo conservativo e quello della manutenzione del sito ordinaria e straordinaria.” Si è dunque proceduti con il consolidamento delle microfratture e con minime integrazioni ritenute necessarie.

Lì dove archeologia e natura sono venute a configurarsi come un tutt’uno oramai insolvibile, si trovano anche la fortezza di Toll-e Takht, i resti di un tempio dedicato al fuoco e di un santuario, il primo esempio noto di giardino persiano, e la colonna con l’iscrizione “Sono Ciro il re, un Achemènide” in tre lingue. L’architettura di Pasargade, operata da maestranze cosmopolite, racconta perfettamente la capacità di Ciro nell’unificare la cultura e il sapere del suo tempo. Oggi, in evidente contrasto con la situazione di pericolo che altri luoghi mediorientali d’alto valore storico-artistico incontrano, il desiderio di tutela risuona forte nel cuore dell’Impero Persiano, che pianta la propria bandiera proiettandosi in un futuro di presenza.

©Futuro Europa®

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