Verdini, Homo Novus?

È sempre riuscito a far parlare di sé e, come nelle più rigide leggi della comunicazione, che sia bene o male l’importante è che se ne parli. E così Denis Verdini sembra essere l’homo novus della politica neorenziana. Una figura particolare del panorama politico italiano, dal vago richiamo democristiano che in sé riunisce le variegate anime del Parlamento italiano.

Fedelissimo berlusconiano (appositamente non “ex”) ed ora faro al Senato che guida il Governo nelle tumultuose acque parlamentari, è riuscito in pochi mesi ad essere più influente ed efficace del povero Alfano che da anni tenta di ritagliarsi un piccolo scranno alla destra di Renzi ma con scarsi risultati. Ed è questa sua ambiguità che ha portato molti nel PD a chiedere al Premier di far fuori Verdini prima che sia troppo tardi. Ma i teoristi del complotto vedono nella posizione di Verdini un disegno molto più ampio. Innanzitutto come già detto l’ex banchiere è da sempre molto legato a Berlusconi e il suo “tradimento” non è stato oggetto di sfoghi e attacchi mediatici come fu per Fini ed Alfano.

A confermare i buoni rapporti con l’ex Cavaliere anche la plenipotenziaria Maria Rosaria Rossi, che in un intervista ha confermato frequenti contatti, seppur telefonici, tra Verdini e Berlusconi, che forse danno adito alla teoria del Partito della Nazione. Sì, perché molti pensano che Verdini sia la colomba mandata dall’ex Premier per suggellare il futuro destino del grande contenitore di centro che taglia fuori destra e sinistra estreme per far ritorno al modello della prima repubblica.

Ma teorie a parte, oggi Verdini riscuote un successo politico di grande rilevanza. Le sue file si infoltiscono ogni giorno di più e benché nessuno del suo gruppo ricopra incarichi di governo, il suo potere in Senato è smisurato. Basti pensare che il dibattito sulla legge Cirinnà, sul quale Alfano ha puntato moltissimo nel tentativo di riaccreditarsi verso il proprio elettorato, è stato messo in secondo piano dal fondamentale voto del gruppo Verdini.

Ad agitare ulteriormente le acque in casa PD anche il presunto appoggio a Giacchetti alle primarie per il candidato Sindaco di Roma. L’invadenza verdiniana sta non poco stressando i dirigenti democratici più puristi che vedono sempre più nell’avanzata di Denis lo scorporamento del Partito Democratico.

Verdini oggi è il simbolo del mutamento, del superamento del dualismo destra/sinistra e del superamento del berlusconismo/antiberlusconismo, va oltre i semplici voltagabbana parlamentari, ridefinendo il concetto di responsabilità verso il Paese. Quale sia il suo scopo ancora non è chiaro ma è certo che in futuro sarà ancora in grado di sorprenderci.

©Futuro Europa®

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