Francesca Rocchi: Clima, COP21 è solo un buon inizio

La conferenza sul Clima di Parigi è stata celebrata come un successo, e almeno come un buon inizio. Ma il risultato dei lavori, ed in particolare l’operatività dell’Accordo raggiunto, resta controverso. Futuro Europa ne ha parlato con Francesca Rocchi, portavoce della Coalizione per il Clima che alla vigilia della Conferenza di Parigi ha dato vita anche in Italia alla Marcia internazionale per il Clima. A lei abbiamo chiesto se la COP21 è stata un successo o meno.

Sicuramente l’Accordo di Parigi rappresenta un passo avanti nella lotta ai cambiamenti climatici, ma quello che ci lascia perplessi sono gli strumenti per arrivare agli obiettivi. Nel documento c’è una presa di coscienza del problema rispetto alle riunioni precedenti. Ma sulla sua applicazione c’è un problema: non è chiaro come si pensi di arrivare al contenimento dell’aumento della temperatura entro i limiti stabiliti. Per questo, sebbene rappresenti un buon inizio, il risultato della COP21 non ci rassicura.

Tuttavia, i Governi si sono messi ‘a tavolino’, questa volta anche i colossi USA e Cina. Già questo rappresenta una novità positiva rispetto al passato. Lei è portavoce della Coalizione per il Clima: sembra che questa volta la ‘spinta dal basso’, dalla società, dalle comunità, abbia avuto più peso che in passato. E’ così?

Sicuramente dobbiamo registrare una svolta. La Coalizione italiana per il Clima ha riunito duecentocinquanta associazioni, che hanno dato vita ad una importante manifestazione alla vigilia dell’apertura della Conferenza di Parigi. Si è trattato di un risultato veramente notevole: dalle associazioni locali a quelle più grandi, e dal mondo associativo alle persone, tutti si sono resi conto dell’importanza di un tema attuale, presente e urgente nella vita di tutti noi. Il messaggio, giunto dalle piazze di tutto il mondo, è stato recepito dai governi. Anche in Italia, dopo la Marcia per il Clima, che a Roma ha visto manifestare per l’Ambiente ventimila persone: una partecipazione che su questi temi da tempo non si vedeva: ed il Governo ha dovuto prendere atto di questa forza. Al successo della Marcia ha contribuito anche il fatto che si è tenuta nello stesso momento in tutto il mondo, con manifestazioni che hanno visto scendere in piazza settanta, ottantamila persone. E forse questo, ‘persone’, è il concetto chiave di questa nuova fase dell’ambientalismo: che il contrasto ai cambiamenti climatici sia una battaglia necessaria, una via obbligata, hanno cominciato a capirlo le persone, oltre che le associazioni. E’ proprio quello che noi vogliamo, perché un tema che riguarda il futuro di tutti deve interessare tutti, non solo i ‘professionisti dell’ambiente’. Tutti dobbiamo prendere parte a questo movimento. E questo messaggio giunto dalla Marcia per il Clima, parallelo, intrinseco, è fondamentale.

Lei, durante un convegno alla Camera poco prima di Parigi, è stata ‘portavoce’ anche del malcontento generale per l’incoerenza del Governo sulle trivelle. Proprio alla fine della COP21 è arrivata notizia dell’emendamento sulle trivelle. Contenta o anche questo è solo un buon inizio?

E’ ovvio che la notizia sembri buona, ed in parte lo è, perché su questo tema il Governo ha dovuto registrare un gravissimo malcontento. Il Governo ha recepito il messaggio, su questo non c’è dubbio. Noi temiamo tuttavia che, a fronte dell’aver accolto il merito della questione, e cioè allontanare le piattaforme dal territorio e dalle spiagge italiane, quella dell’emendamento sulle 12 miglia sia un’azione demagogica: cioè che si sia dato un segnale di risposta al  malcontento diffuso senza però spiegare come concretamente realizzare l’obiettivo annunciato. Non bisogna dimenticare infatti che numerose concessioni per lo sfruttamento dei giacimenti entro le 12 miglia dalla costa sono già in essere. Il Governo, come intende risolvere il problema? Intende sospendere le concessioni? Intende bloccare le attività, intende semplicemente far passare del tempo? Insomma, in che modo l’allontanamento delle piattaforme verrebbe realizzato non è chiaro. E l’uso che si sta facendo di questa ‘notizia’ non è rassicurante. Per questo sulla ‘questione trivelle’ abbiamo in mente di scrivere un documento: nei prossimi giorni, prima che il decreto Stabilità diventi operativo. 

I referendum verranno abbandonati?

No. Il nostro sostegno alla campagna referendaria continuerà, almeno finché non si capirà se il contenuto dell’emendamento presentato dal Governo abbia una reale possibilità di essere attuato.  

Lei è vicepresidente di SlowFood. Quanto gioca il gusto per la vita e per la bellezza nel costruire pensieri positivi sull’Ambiente?

E’ fondamentale. Noi proponiamo un modello culturale. Un concetto di  Paese che non ne prevede lo ‘sfruttamento’. Gestione delle risorse, mobilità, politiche energetiche: tutto deve essere rapportato alla vocazione di questo Paese. Penso, per esempio, alla protesta del territorio del Basso Garda per la realizzazione della linea ad Alta Velocità. E’ un simbolo: la velocità è proposta come caratteristica della modernità, come inno alla modernità. Invece noi diciamo che più che la velocità, alla modernità, quella attuale, è legata la lentezza: perché rappresenta un ritorno di attenzione per la vita delle persone, dei territori, per la loro bellezza. Qualcosa che le decisioni calate dall’alto non possono percepire. Il Basso Garda chiede questo tipo di, più recente, modernità.

La Coalizione è sciolta o, visto che Parigi è stata non solo un punto di arrivo ma anche un nuovo inizio, si pone altri obiettivi? Quali?

La Coalizione per il Clima è assolutamente viva e vegeta. Proprio in questi giorni abbiamo fatto il punto su Parigi e ci siamo resi conto che la Coalizione ha una forza ineguagliabile. E che è utile e necessario chiedere al Governo coerenza sulle politiche ambientali. Oltre alla questione trivelle, e all’attuazione da parte dell’Italia dell’Accordo di Parigi, vogliamo sapere che fine ha fatto il Green Act del Governo: annunciato lo scorso giugno, ma poi ‘dimenticato’. E’ stata un’altra operazione di facciata?

©Futuro Europa®

[NdR – L’autore cura un Blog dedicato ai temi trattati nei suoi articoli]

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