Koki Tanaka al MACRO

Roma – Lo scorso anno la Deutsche Bank ha, come consuetudine, effettuato la selezione di numerosi artisti riconoscendo nel giapponese KoKi Tanaka il Deutsche Bank’s Artist of the Year, per l’approccio innovativo in ambito artistico in grado di connettere aspetti estetici e tematiche sociali. Dopo l’esposizione presso la Deutsche Bank KunstHalle di Berlino, che rappresenta il premio che l’istituto finanziario ha elargito all’artista,  Tanaka ha inaugurato la prima personale italiana presso il MACRO (Museo d’Arte Contemporanea Roma) di via Nizza.

La mostra, che si concluderà il 15 Novembre, è stata curata da Britta Faeber della Deutsche Bank mettendo in risalto le idee artistiche di Tanaka, il quale si è personalmente occupato dell’allestimento attraverso installazioni, fotografie, disegni e video proiezioni. L’artista punta i riflettori su realtà quotidiane e attraverso il suo particolare modo di lavorare offre una visione completa della società odierna, come la difficoltà che oggi si riscontra nella costruzione di un sistema sociale.

Tanaka, che ha scritto personalmente anche le didascalie, cerca di creare una sorta di spazio democratico dove l’arte in tutte le sue rappresentazioni e le persone possano interagire;  a dimostrazione vengono inseriti anche numerosi oggetti di uso quotidiano. Non ci sono spazi delimitati, ma tutto è incastrato senza soluzione di continuità, tra video proiezioni, installazioni, fotografie, disegni e performance interattive. Il messaggio che Tanaka vuole trasmettere è ciò che per lui rappresenta la vita di oggi, ossia un ritmo incessante e frenetico che comprende anche rumori assordanti che ci accompagnano dall’inizio alla fine.

Le opere dell’artista mettono in chiaro l’intento di Tanaka di coinvolgere le persone nel loro contesto ordinario, infatti egli stesso crea delle situazioni di interazione in base al contesto dove si trova, che potranno essere osservate attraverso le opere esposte. Attraverso il lavoro dell’artista si comprendono le dimensioni politiche che ha raggiunto; egli si fa portabandiera di quell’arte relazionale nata nel 1996 trasformatasi nelle nuove generazioni in attivismo, ossia partecipazione collettiva, e che oggi prende il nome di  Precaurious Tasks.

©Futuro Europa®

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