RAI, la Riforma dal Senato alla Camera

Con 142 voti favorevoli e 92 contrari il Senato ha dato il via libera al disegno di legge di riforma della Rai. Il provvedimento ora passa alla Camera. Palazzo Madama boccia, però, il punto che riguarda il canone sul quale il premier, Matteo Renzi, precisa come “il governo può sempre intervenire, basta che faccia una proposta in legge di stabilità”.

Intanto sono già stati scelti i nuovi vertici di viale Mazzini: la presidente della Rai è la direttrice di RaiNews24, Monica Maggioni, mentre il nuovo Direttore generale post Gubitosi è Antonio Campo Dall’Orto. La nuova coppia al timone della tv pubblica ha già iniziato a discutere su come razionalizzare le risorse e migliorare l’offerta culturale-informativa.

Come dovrebbe cambiare, quindi, la televisione di Stato con la riforma? Per prima cosa verrà introdotta la figura dell’Amministratore delegato, un Cda più snello non più eletto dalla Vigilanza e il Presidente di garanzia completano le novità.

LE FUNZIONI DELL’AD – Secondo l’articolo 2, l’Ad è nominato dal Cda su proposta dell’assemblea dei soci (quindi del Tesoro), resta in carica tre anni e può essere revocato dallo stesso Consiglio. Può anche nominare i dirigenti, ma per le nomine editoriali deve avere il parere del Cda; può firmare contratti fino a 10 milioni e ha l’autonomia più totale nella gestione economica. Per diventare Ad occorre che non ci siano conflitti d’interesse e cariche in società concorrenti.

PRESIDENTE DI GARANZIA – Grazie ad un emendamento di Forza Italia in Commissione è stata introdotta la figura del Presidente di garanzia, che viene nominato dal Cda tra i suoi membri, ma deve ottenere il parere favorevole della Commissione di Vigilanza con i due terzi dei voti. I componenti scendono da nove a sette, due nominati dal governo, quattro eletti da Camera e Senato e uno designato dall’assemblea dei dipendenti. Il tetto delle retribuzioni è stato esteso a tutto il personale Rai, ad eccezione dell’ad.

L’AMMINISTRATORE DELEGATO – In questa prima fase i poteri dell’amministratore delegato, la nuova figura introdotta dalla riforma, sono attribuiti al Direttore generale della Rai. Le disposizioni sulla nomina del Cda, inoltre, si applicano a decorrere dal primo rinnovo. Altri aspetti riguardano le deleghe al governo: l’articolo 4 conferiva la possibilità all’esecutivo di revisionare la disciplina del canone entro un anno. E’ stata soppressa dopo l’approvazione di emendamenti di opposizione e minoranza Dem, con il parere contrario di Governo e relatore.

CONTRATTO DI SERVZIO E NORME SUGLI APPALTI – L’articolo 1 prolunga fino a 5 anni la disciplina dei contratti per lo svolgimento del Servizio pubblico e potenzia il ruolo del Consiglio dei ministri, che delibera indirizzi prima di ciascun rinnovo del contratto nazionale. Infine, l’articolo 3 disegna le responsabilità dei componenti del Cda e prevede eventuali deroghe in tema sviluppo, commercializzazione e produzione di programmi radiotelevisivi e fissa l’importo di servizi e forniture rispetto alle soglie di rilevanza comunitaria.

©Futuro Europa®

Print Friendly, PDF & Email
Condividi

Sii il primo a commentare su "RAI, la Riforma dal Senato alla Camera"

Lascia un commento

Il tuo indirizzo mail non sarà pubblicato


*