Italiani: calo di fiducia per UE, resiste l’Euro

Negli ultimi due anni, il grado di fiducia degli italiani verso le istituzioni dell’Unione europea ha subito un netto calo, passando da un 50,7% di opinioni negative nel 2013 a un 55% a luglio 2015. Tale scenario risulta da un’indagine condotta dall’istituto statistico Tecnè Italia per la CGIL dal titolo Gli Italiani e l’Europa. I risultati del sondaggio sono stati presentati la scorsa settimana dal segretario generale Susanna Camusso, nel corso di una manifestazione a Ventotene che ha voluto rievocare il celebre manifesto di Altiero Spinelli per la ricostituzione di un’Europa unita.

La ricerca è stata condotta su tutto il territorio nazionale, con un campione rappresentativo di età superiore ai 18 anni, con distinzione per sesso, fascia d’età e area geografica; si evidenzia una netta divergenza di consenso nell’UE tra il settentrione e il meridione d’Italia, con il Nord-ovest che si dimostra più favorevole con il 34% della popolazione a favore. Il Centro registra un 30% di opinioni positive, che calano gradualmente nel Sud al 24% e nelle isole al 15%.

In base alla fascia d’età, i giovani di età compresa tra i 18 e i 29 anni mantengono il più alto grado di fiducia nell’Unione europea: il 65% della fiducia dimostra quanto l’immagine di un’Europa “giovane” veicolata dalle istituzioni di Bruxelles contribuisca a mantenere saldo il consenso da parte delle nuove generazioni. Il grado di approvazione cala drasticamente nella fascia di età compresa tra i 30 e i 44 anni (38%), per poi risalire leggermente fino al 44% tra gli individui di età superiore ai 64 anni.

Lo studio della CGIL ha analizzato numerosi aspetti relativi alla relazione dell’Italia con le istituzioni europee, ponendo quesiti rivolti a sondare specifiche tematiche di stretta attualità europea: ad esempio, quanto per l’Italia sia un vantaggio far parte dell’Unione europea (47,6% dei consensi), in che termini il nostro Paese sia influente in Europa (16,4%), quanto far parte dell’UE renda l’Italia economicamente più stabile (31,8%), in che misura l’Unione europea ha migliorato gli standard di vita degli italiani (14,9%), se e quanto l’UE offra nuove opportunità di crescita alle imprese italiane (22,9%).

In particolare, dall’indagine risulta come gli italiani mantengano ancora una certa fiducia nella moneta unica, registrando addirittura un aumento negli ultimi due anni: se infatti nel 2013 era il 62,5% della popolazione a voler restare nell’euro, a luglio 2015 il dato è aumentato fino al 67,1%. Curioso è anche il fatto che, per i nostri connazionali, sia la Banca Centrale l’istituzione europea a godere di maggior fiducia, forse perché guidata dall’italiano Mario Draghi.

©Futuro Europa®

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