Rassegna stampa estera

La stampa estera senza scandali o fatti per qualche verso che portino al “gossip” politico-economico non si smuove più di tanto. Certamente è stato scritto tantissimo sull’assoluzione di Amanda Knox e Raffaele Sollecito, ma quello lo abbiamo fatto anche noi e non ricominceremo a fare i tuttologi sull’esito finale del processo. Tutto ormai è solo affare delle loro coscienze. La lunga intervista rilasciata dal nostro Primo Ministro al New York Times, ci porterà a (ri)parlare di economia, del perché il tasso di disoccupazione sia risalito, come cerca di spiegare Romaric Godin su La Tribune, e come questo venga giudicato da alcuni un “colpo d’arresto” per il Governo Renzi, prova che “il Paese sta ancora lottando per uscire dalla recessione più lunga della sua storia” afferma Lorenzo Totaro su Bloomberg Business snocciolando una serie di cifre e stime. Non solo la disoccupazione “disturba” l’Agenda di Renzi, ma anche “fastidioso contrattempi” come l’ennesimo caso di corruzione che vede coinvolto anche il PD. Un’oscura storia di tangenti aleggia sull’Isola di Ischia e sulla testa di un molto infastidito Massimo D’Alema. Protagonista dei media anche Paolo Gentiloni, che con grande discrezione fa affermazioni molto grandi, importanti, forse poco percepite in questo. Sul Financial Times (concetti ripresi da Newsweek che ne sottolinea i punti più salienti) dice molto sul suo punto di vista su Libia, Ucraina e Iran.

A Jim Yardley Matteo Renzi spiega che “per l’Italia è il tempo delle decisioni”. Gli ricorda che è “il più giovane leader che l’Italia abbia mai avuto” e che sta usando la sua “energia e dinamismo per cambiare il suo Paese”. Dice Renzi:” Penso sia il tempo di scrivere una nuova pagina per l’Italia. Non posso aspettare a causa dei vecchi problemi del passato”. In effetti i “problemi con il passato” sembrano per Renzi svaniti nel nulla. Nell’intervista non si vede riferimento con tutte le grane più o meno grandi che lo travolgono quotidianamente. Le ragioni della minoranza, la battaglia con i sindacati, la messa in discussione continua delle riforme e della legge elettorale. Il Presidente del Consiglio  rivede in sé Tony Blair (ma questa non è una novità) che usò tutte le sue energie per rivoluzionare il Labour Party, “che trasformò da un Partito perdente ad un Partito vincente”, un Partito estremamente riformatore come Renzi vorrebbe il “suo PD. Giovani, Europa, nuovi vertici UE, irripetibilità del momento storico di svolta che stiamo vivendo, ma anche sua ineluttabilità, questi gli argomenti battuti dal Premier, ma, scrive Yardley, “il suo programma di riforme nel Paese ha ancora molta strada da fare. Se alcuni critici hanno detto che sta spingendo troppo, altri affermano che sta facendo troppo poco. Le sue riforme a livello politico ed elettorale hanno come obbiettivo di eliminare la molle indecisione dei parlamentari italiani e creare una formula che produca un vero vincitore. Vorrebbe anche superare la disfunzionalità strutturale della politica italiana concedendo maggior potere legislativo alla Camera attraverso la trasformazione del Senato, a lungo conosciuto per essere il cimitero della legislazione, in poco più di un Ente regionale.” Afferma il giornalista che “si tratta di un imponente ordine del giorno per un Paese dove la politica è stata molte volte paralizzata”.

I problemi ci sono eccome e rischiano veramente di rompere le uova nel paniere del nostro Premier. Primo tra tutti quello della  disoccupazione, che riprende subdolamente. Romaric Godin fa una lunga analisi per spiegare il perché di questo ritorno di fiamma, un analisi che, alla fine, si trasforma in monito. “Per Matteo Renzi, è indubbiamente una cattiva notizia. Martedì 31 Marzo, l’Istat ha reso pubblici dati molto deludenti sulla disoccupazione che nel mese di Marzo conta 3,24 milioni di disoccupati, ossia il 12,7% della popolazione attiva (…) Il Primo Ministro aveva reagito con grande entusiasmo su Twitter quando a Febbraio questa era scesa dello 0,2% lanciando il suo hashtag preferito, ‘la volta buona’. Tranne che questa volta non lo era (…) Si chiede il giornalista francese: “perché l’occupazione in Italia si è così degradata?” Per Godin non è solo un fattore di “flessibilità del lavoro” e spiega: “Quattro ani fa, nel 2011, il tasso di disoccupazione stava al 7,8%, con un Articolo 18 molto più costrittivo (…) Il problema si trova altrove. La cura da cavallo imposto alla Penisola da Mario Monti, rivolto tutto all’austerità coniugata a quella applicata un po’ ovunque, ha deteriorato in profondità la capacità economica del Paese. Le imprese hanno reagito alla caduta della domanda tagliando gli investimenti”, con tutte le conseguenze negative che sappiamo su competitività, costo del lavoro, produzione, investimenti su macchinari… “Il secondo motivo sta nel fatto che comprimendo stipendi e costi sociali, l’austerità italiana a compresso fortemente il tessuto economico che viveva sulla domanda locale (…) La riduzione della disoccupazione in Italia non può che passare dalla ricostruzione di questo tessuto economico locale. Ed è questa a parte più delicata. Nel Nord molte imprese sono sparite a causa della crisi, è difficile invertire la tendenza. Altrove, la pressione sulla spesa pubblica dell’immenso debito del Paese e del quadro del Patto di Stabilità impedisce un vero sforzo di investimenti pubblici (…) La flessibilità del mercato del lavoro assomiglia ad un cerotto messo su una gamba di legno. Il Paese sembra, senza vero sforzo di ricostruzione industriale e senza rilancio della sua domanda interna, condannato a vivere con una disoccupazione alta a vita.”

ActuaLitté, les univers des livres… Si parla di letteratura? Non proprio, o meglio non solo. Il titolo dell’articolo è indicativo: Du vin, des livres et una affaire de corruption. “L’amicizia è un bene prezioso che viene coltivato nella politica italiana, con un certo senso dell’onestà. Così l’ex Presidente del Consiglio, Massimo d’Alema vede riaffiorare sui giornali vecchie amicizie, soprattutto quella di Francesco Simone, direttore di CPL Concordia, società incentrata sul consumo di energia. Ora, Francesco è appena stato arrestato, per una cupa storia di tangenti nella piccola isola di Ischia, sul Mar Tirreno. E nell’ambito di questa inchiesta, il nome di massimo D’Alema, insieme ad una decina di altre persone, è apparso anch’esso. Membro del Partito Democratico, quello di Renzi, Massimo nel 2014 ambiva ad al posto di Commissario Europeo.  E per accompagnare la sua candidatura, faceva allora uscire un libro, Non solo Euro, pubblicato nelle edizioni Saint Simon, e tradotto da Edwige Semren. Non c’è solo l’euro: democrazia, lavoro, legalità. Il libro aveva goduto di una bella pubblicità visto che il Primo Ministro italiano, Matteo Renzi in persona, ne aveva assicurato la promozione, quando l’inimicizia tra i due uomini non è segreto per nessuno italiano. Piccolo problema: in questo caso di corruzione che colpisce Ischia, gli inquirenti hanno rilevato che diversi versamenti erano stati fatti sul conto della Fondazione Italiani Europei (…) e un altro per l’acquisto di 500 copie del libro di Massimo (…) Visto che erano emerse diverse telefonate, gli inquirenti hanno deciso di sentire l’interessato, ma non come sospetto. Essere amici, non si può più parlare?” Tutto verrà chiarito, intanto siamo ancora bersaglio di sarcasmo per questo nostra generosità verso gli altri in nome dell’amicizia.

James Politi e Alex Barker riportano le preoccupazioni del nostro Ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni che lancia un monito dalle pagine del Financial Times: “L’Europa rischia di sottovalutare, a suo rischio e pericolo, le minacce che arrivano dal suo fianco meridionale per via della crisi ucraina che domina la scena e risveglia vecchie pratiche che risalgono alla guerra fredda (…) Gentiloni, un discendente della nobiltà italiana la cui vita politica inizia come attivista dei giovani di sinistra, è stato nominato cinque mesi fa quando Federica Mogherini ha lasciato il suo posto di Ministro degli Esteri per diventare capo della politica estera dell’Unione Europea. Ha preso il timone degli Affari Esteri in un momento critico. Al Nord l’Italia chiede un più misurato, qualcuno dice in modo troppo mite, approccio con la Russia che sta mettendo alla prova l’Unità dell’UE per via delle sanzioni economiche. A Sud, Roma affronta probabilmente la sua più grande minaccia per la sicurezza  dal tempo delle guerre Balcaniche degli anni ’90. La Libia è lacerata da una guerra civile, militanti dello Stato Islamico in Iraq e nel Levante, o Isis, hanno conquistato punti strategici sulla costa  nordafricana e un numero record di migranti disperati tentano di attraversare le 200 miglia che li separano dall’Italia. Questo non solo aumenta la preoccupazione per l’allerta terrorismo, ma mette a dura prova il tessuto sociale del Paese.” L’articolo prosegue spiegando come il Ministro degli Esteri stia portando avanti i colloqui presso le Nazioni Unite per formare un Governo di Unità Nazionale in Libia. Il tempo è pochissimo prima che il ruolo delle NU vada definitivamente in fumo. “Mentre la Libia è la priorità nell’Agenda di Gentiloni, il Ministro vede meno urgenza nella crisi ucraina. E se puntualizza che Roma sta applicando le sanzioni “molto seriamente”, suggerisce anche la possibilità di prendere in considerazione un loro allentamento, almeno in parte, quando verranno rivisti a fine Giugno (…)  Tali osservazioni potrebbero alimentare la preoccupazione nei partner europei più intransigenti che temono l’Italia sia l’anello debole nel sostenere paletti duri alla Russia. Nel frattempo Roma sta anche monitorando un altro Paese sottoposto a serie sanzioni che potrebbero essere a breve alleggerite: l’Iran. L’Italia è il primo partner europeo dell’Iran e i ministri europei non hanno mai smesso di recarsi a Teheran, anche nei momenti più bui delle sue relazioni con l’Occidente.” (…) Sul piatto non c’è poca roba, se riuscissimo a farci ascoltare sarebbe un grande passo nel riacquistare una posizione di prestigio sulla scena internazionale.

Romaric Godin, Pourquoi le chomage reprend sa progression en Italie, La Tribune, 1 Aprile 2015; Jim Yardley, In Italy, Matteo Renzi Aims to Upend the Old World Order, NYTimes, 31 Marzo 2015; Lorenzo Totaro, Italian Jobless Rate Rises in Setback for Renzi’s Government, Bloomberg Business, 31 Marzo 2015; ActuaLitté, Du vin, des livres et une affaire de corruption italienne, 31 Marzo 2015; James Politi, Alex Barker, EU’s southern flank is exposed, Italy’s foreign minister warns, Financial Times, 29 Marzo 2015;  Conor Gaffey, Italian Foreign Minister Calls for End to Russian Sanctions,  Newsweek, 31 Marzo 2015.

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