Italia delle Regioni

Procreazione medicalmente assistita: le Regioni approvano documento di indirizzo per la fecondazione eterologa. Il parere del presidente della Conferenza delle regioni, Chiamparino: “impegni rispettati, dalle Regioni assunzione di responsabilità e segnale politico importante”. “Abbiamo mantenuto gli impegni che avevamo assunto, dopo la sentenza della Corte Costituzionale, sulla fecondazione eterologa. Ci siamo mossi anche grazie alla sollecitazione di alcune regioni come la Toscana ed abbiamo ritenuto  necessario darci indirizzi condivisi. Ci siamo impegnati a farlo nel più breve tempo possibile. E il 4 settembre scorso abbiamo raggiunto l’accordo su un documento che è stato predisposto nel mese di agosto a livello tecnico-scientifico e politico dalla Commissione Salute della Conferenza delle Regioni che ringrazio per l’impegno profuso”.

“Ritengo che questi indirizzi approvati dalla Conferenza delle Regioni – ha proseguito il Presidente della Conferenza delle Regioni – rappresentino un lavoro che ha anche un valore etico e politico perché siamo di fronte alla possibilità che un diritto riconosciuto a livello internazionale trovi concretizzazione anche nel nostro Paese. Si tratta certamente di un’assunzione di responsabilità da parte delle Regioni, ma anche di un importante segnale politico”.

Nella stessa giornata del 4 settembre Chiamparino, insieme al suo vice presidente Caldoro (presidente della Campania) ha incontrato il Ministro Lorenzin che si è detta del tutto d’accordo con le linee proposte, che peraltro hanno tenuto conto dei principi cardine del decreto che era stato predisposto, e ha condiviso anche l’ipotesi che vi sia un riconoscimento pieno all’ interno del Dpcm di adeguamento dei livelli essenziali di assistenza (Lea) di tutte le tecniche per fecondazione medica assistita.

Sempre Chiamparino ha dichiarato: “Ovviamente resta la necessità che il Parlamento legiferi ed anzi rivolgo un appello accorato alle  Camere perché, anche sulla base di questo risultato politico raggiunto in sede di Conferenza delle Regioni, mettano mano a questa materia. Credo che ora ci siano le condizioni per legiferare in tempi brevi. Nel frattempo – sulla base di questi indirizzi generali – le Regioni cominciano ad operare procedendo all’autorizzazione dei diversi centri. L’orientamento in questa fase di transizione  – ha concluso Chiamparino – è di operare assimilando le procedute per la fecondazione eterologa a quelle dell’omologa, così come peraltro già previsto sin da un parere del 2004 sul riparto di risorse destinate proprio a favorire la procreazione medicalmente assistita in cui non si era fatta distinzione fra le tecniche: lo spirito era quello di considerare – nonostante il quadro di risorse limitate – le tecniche finanziate all’interno dei Lea”.

Riportiamo i principi dettati nella direttiva dell’8 Agosto 2014 del Ministro della Salute ai Capigruppo Parlamentari con la quale il Ministro sottolinea i cardini principali, condivisi dalle Regioni, sui quali dovrebbe basarsi la organizzazione delle procedura di Fecondazione Medica Assistita  da donazione.

Il recepimento di parte della direttiva 2006/17/CE, l’istituzione di un registro nazionale per la tracciabilità donatore-nato, la regola della gratuità e volontarietà della donazione di cellule riproduttive, il principio di anonimato del donatore e la sua deroga esclusivamente per esigenze di salute del nato, l’introduzione di un limite massimo alle nascite da un medesimo donatore,  l’introduzione di un limite minimo e massimo di età per i donatori,  l’introduzione immediata della fecondazione eterologa nei Livelli Essenziali di Assistenza, con relativa copertura finanziaria.

La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, al fine di rendere omogeneo a livello nazionale l’accesso alle procedure eterologhe, ha concordato alcuni specifici indirizzi operativi per le Regioni e le Province Autonome, che saranno recepiti con delibera di giunta regionale o con specifico provvedimento regionale.

©Futuro Europa®

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