Rassegna stampa estera

La cosa che ha più colpito questa settimana è “l’assenza”di notizie sulla Stampa Estera riguardanti l’Italia. La conferma l’abbiamo avuta giovedì sera quando Federico Rampini, inviato a New York per Repubblica, ospite in un talk show su La 7 ha fatto lo stesso commento. Il Mondo, gli Stati Uniti per quanto concerne Rampini, non ne può più di Berlusconi e delle beghe condominiali di casa nostra. Parlare di non problemi vuol dire cercare di nascondere dietro ad un dito i macroproblemi che il nostro Paese deve affrontare. Si è molto parlato sulla nostra stampa, e non solo, dell’articolo di Krank Bruni pubblicato sul New York Times qualche giorno fa Italy Breaks Your Heart. Il ritratto che dipinge il giornalista è quello di un Paese in disfacimento, nonostante “la grande bellezza”. Più che spezzarci il cuore questa analisi dovrebbe risvegliare in noi istinti “rivoluzionari”: abbiamo incalcolabili tesori tra le mani e non li facciamo fruttare, o meglio, non celi fanno fruttare. Invece no: stiamo ancora a scindere l’atomo su discorsi che non portano il Paese da nessuna parte, anzi, lo impantanano ancora di più.

Certamente Berlusconi non è sparito dalla scena. Come potrebbe dopo il lungo disquisire su voto palese si, voto palese no. L’acuto Philippe Ridet non perde l’ennesima occasione per commentare lo stato dei fatti. E con ragione. Su Le Monde del 30 Ottobre titola il suo pezzo sull’esito del voto sulle modalità del voto di decadenza (la ripetizione è voluta) Silvio Berlusconi sera dechu (ou pas) en pleine lumière. Per il giornalista la decadenza di Berlusconi non è affatto scontata. “Non sappiamo se la votazione avrà luogo – e in ogni caso non metteremo la mano sul fuoco. In Novembre o in Dicembre o mai, il Senato dovrebbe pronunciarsi in seduta plenaria sulla decadenza (o meno) di Silvio Berlusconi dal suo mandato di Senatore in Molise (dove non ha quasi mai messo piede) e sull’ineleggibilità per sei lunghi anni, conseguenza della sua condanna definitiva, lo scorso 1° Agosto, a quattro anni di prigione per reati fiscali. Tuttavia, oggi sappiamo qualcosa di più sulla modalità di questo inedito scrutinio che avrà luogo in Parlamento. Ci saranno voluti 3 mesi (giorno più, giorno meno) e centinaia di pagine dei giornali di qualsiasi tendenza, affinché la commissione incaricata di studiare il caso di Berlusconi si pronunciasse per un voto pubblico piuttosto che per una scheda segreta. Una voto di maggioranza è bastato. Sembra che i senatori non abbiano poi così fretta ad espellere uno di loro.” (…) Abbiamo voluto riportare questo lungo estratto perché la dice lunga su come i nostri politici siano visti dal di fuori. E non a torto.

Ma i veri problemi, quelli economici, non passano poi inosservati. E se qui da noi si cerca di urlare allo scandalo per qualsiasi cosa, purché non sia la verità, i moniti della Banca d’Italia fuori dalle nostre frontiere vengono recepiti con grande preoccupazione. Martedì scorso la Banca d’Italia ha dichiarato che l’economia del Paese si sarebbe contratta  quest’anno più di quello che prevede il Governo, così come la ripresa sarà più debole delle previsioni rese pubbliche dall’Esecutivo.  Gui Dinmore sul Financial Times  del 29 Ottobre scrive: “Secondo il responsabile dell’ISTAT, la recessione italiana si è estesa nel terzo quadrimestre, rimettendo in discussione le previsioni del Tesoro che vedevano la luce alla fine del tunnel della più lunga recessione dal dopoguerra (…)  i numeri più deboli di quelli che ci si aspettava evidenziano anche le difficoltà del Governo nel mantenere il deficit sotto al 3% quest’anno, per aver ampiamente sottovalutato la profondità della recessione  iniziata nella seconda metà del 2011”. (…)

Fanno notizia anche i numeri sulla disoccupazione record come scrive Ben King per BBC News, aggiungendo alla preoccupazione per il tasso di disoccupazione quella per l’aumento del lavoro “in nero” che molti ragazzi devono accettare per disperazione. “Trovare un lavoro è già difficile, ma è solo parte della battaglia. In molti, specialmente i giovani, riescono a trovare lavoro solo in nero, assunti nell’economia sotterranea, senza contratto né diritti.” Cita un esempio King, quello di una giovane donna, Stella Sermoneta che, stufa di passare di call center in call center ha imparato a fare la pizza, competenza molto apprezzata nel Mondo (BBC News, Jobless young italians face life on the black market, 31 Ottobre 2013). Con questa nuova dote spera di trovare una nuova vita oltreoceano. Un altro giovane che se ne va.

Destano dubbi anche le “privatizzazioni” lanciate dal Governo. Non tanto per il fatto in sé, ma per le “turbolenze politiche” che provocano. Scrive Pierre de Gasquet su Les Echos:” Se la cessione di partecipazioni dello Stato in ENO o Terna non fanno battere ciglio a nessuno, non è la stessa cosa per la privatizzazione parziale delle Poste, vivacemente criticata dai sindacati (…) Il piano di rilancio delle privatizzazioni arriva nel momento in cui l’Agenzia di rating Fitch conferma la tripla B+ dell’Italia con il mantenimento della prospettiva negativa in vista di una nuova ondata di malumori politici che potrebbe tradursi, ancora una volta con una paralisi dell’economia e delle politiche di bilancio.” (…) Forse riunirsi di meno e agire di più, in questo momento sarebbe più utile per tutti.

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