Europa

Semestre UE, intervista a Ryszard Schnepf

La Presidenza del Consiglio dell’Unione Europea è stata assunta, per il primo semestre di quest’anno, dalla Polonia. Abbiamo intervistato l’Ambasciatore Ryszard Schnepf, capo della missione diplomatica polacca a Roma.

Quale significato attribuisce la Polonia al fatto di assumere la presidenza del semestre europeo?

Siamo consapevoli dell’importanza e della responsabilità che questo ruolo comporta. Questa presidenza è in qualche modo unica perché ha coinciso con l’inizio del nuovo ciclo istituzionale dell’Unione Europea. Quindi siamo, si potrebbe dire, la presidenza di apertura. Il nostro obiettivo principale è dunque quello di dare il tono al futuro lavoro legislativo dell’UE, ponendo fortemente l’accento sulla sicurezza, questione assolutamente cruciale nell’attuale contesto geopolitico. 

Come si è preparata la Polonia a questo importante ruolo di coordinamento all’interno dell’Unione Europea?

Abbiamo iniziato a prepararci molti mesi prima. È la nostra seconda presidenza di turno, la precedente risale al 2011. Tutti i rappresentanti di governo, autorità, funzionari, diplomatici stanno affrontando questo compito con il massimo impegno. La presidenza non è solo azione politica, ma è anche, come è facile immaginare, una enorme sfida logistica. In questi 180 giorni di presidenza, stiamo organizzando oltre 300 eventi ministeriali e ufficiali, mentre il programma culturale ne prevede circa altri 200.

La Polonia ha indicato sette punti fondamentali nel programma del suo semestre di presidenza, riguardo “difesa e sicurezza”, con la guerra ai confini, come intende procedere?

I sette punti a cui si riferisce sono tutti collegati tra di loro e tutti di grande importanza: sicurezza esterna, sicurezza interna, sicurezza dell’informazione, sicurezza economica, sicurezza energetica, sicurezza alimentare e sicurezza della salute. Per rispondere alla Sua domanda, Varsavia è senza dubbio molto attiva nell’ambito della sicurezza esterna. Grazie alla nostra iniziativa, la sicurezza esterna è diventata il tema principale di tre Consigli Europei. Le conclusioni adottate in sede di quei Consigli sono in linea con le priorità della nostra presidenza: vedono poste in primo piano, tra l’altro, la necessità di approfondire la cooperazione in materia di difesa e l’urgenza di una maggiore responsabilità dell’Europa in materia di sicurezza. La nostra presidenza ha inoltre avviato la discussione sull’aumento degli investimenti nelle capacità europee dell’industria della difesa. Realizzando il postulato della presidenza polacca, la Commissione europea ha presentato la proposta per una maggiore flessibilità delle regole di bilancio in modo da consentire ai paesi membri una maggiore spesa nazionale per la difesa. Durante la nostra presidenza è stato approvato all’unanimità il piano ReArm Europe che per alcuni europei può suonare minaccioso, ma in realtà è una chiamata a evitare la guerra mediante la forza della nostra difesa. Continuiamo a lavorare a un bilancio UE ambizioso, a lungo termine, che risponda alle sfide attuali, in particolare a quelle legate all’aggressione della Russia contro l’Ucraina. Sarebbero molte le iniziative da nominare, ma vorrei ancora citare lo Scudo Est. È un progetto europeo proposto dalla Polonia e riconosciuto dal Parlamento Europeo come priorità nel quadro della sicurezza dell’UE. Esso mira a fortificare il fianco orientale della Polonia e quindi dell’UE e della NATO. Siamo infatti convinti che la frontiera est deve essere abbastanza forte da poter prevenire una potenziale invasione di terra da parte della Russia che non abbandona le sue aspirazioni neo-imperiali e le sue posture antioccidentali. Le linee di azione dello Scudo Est sono in primis quelle di rafforzare le capacità anti-sorpresa, ridurre la mobilità delle truppe nemiche, assicurare la mobilità delle forze polacche e rafforzare la sicurezza civile.

In che modo la presidenza polacca intende affrontare temi cruciali come la protezione delle persone e delle frontiere, alla luce dei movimenti migratori sempre crescenti?

Questa è una delle nostre priorità strategiche. Qui abbiamo una visione molto simile a quella del governo italiano. Crediamo che sia necessario difendere le nostre frontiere, rafforzare il sistema di rimpatrio dei migranti nei Paesi di origine, sviluppando al contempo partenariati con i Paesi terzi. Mi preme sottolineare che allo stesso tempo la Polonia sta affrontando una sfida molto seria, ovvero la strumentalizzazione della migrazione. I flussi migratori artificiali al confine tra Polonia e Bielorussia sono coordinati dai servizi bielorussi e russi. È un’azione che fa parte di una guerra ibrida condotta non solo contro la Polonia, ma di fatto contro l’intera UE, con l’obiettivo di creare caos interno in Europa. 

Quali iniziative la Polonia promuoverà per favorire la ripresa economica post-crisi in Europa alla luce di una transizione ecologica che sta impattando in maniera drammatica sulle imprese e l’occupazione nel comparto automotive?

La Presidenza polacca ha posto il tema della competitività al centro dell’agenda politica europea, promuovendo attivamente la semplificazione normativa e la riduzione della burocrazia a livello UE. Riteniamo fondamentale migliorare il quadro regolatorio per le imprese: l’obiettivo è rendere più semplice la vita degli imprenditori, facilitare l’accesso ai finanziamenti e stimolare nuovi investimenti rafforzando così la competitività europea. Nel contesto della transizione ecologica e delle regole legate allo sviluppo sostenibile, che ha un forte impatto su settori chiave come quello automobilistico, è stato recentemente raggiunto un accordo per posticipare di uno o due anni alcune scadenze previste dalle normative UE con l’obiettivo di dare alle aziende il tempo necessario per adeguarsi alle nuove regole, evitando impatti troppo bruschi. Intanto sono in corso discussioni per semplificare ulteriormente alcune delle regole più complesse previste da direttive come la CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) – che disciplina l’obbligo per alcune imprese di comunicare le informazioni non finanziarie tramite la redazione di un Bilancio di sostenibilità – e la CSDD (Corporate Sustainability Due Diligence) o EU Supply Chain Act che serve a prevenire e mitigare gli impatti ambientali e sociali delle aziende lungo la catena di approvvigionamento. Per quanto riguarda le altre iniziative a sostegno della ripresa economica e della competitività, la presidenza polacca apprezza l’attenzione che la Commissione Europea sta dedicando alle difficoltà dell’industria automobilistica, come dimostra il recente documento “Un piano d’azione per l’industria automobilistica europea” che riconosce le difficoltà del comparto e propone misure concrete. La Presidenza polacca intende sostenere e rafforzare queste iniziative. A livello nazionale, inoltre, il governo sta promuovendo l’adozione di veicoli a basse emissioni attraverso un sistema di incentivi, nell’ottica di una transizione ecologica equilibrata che tenga conto della realtà industriale e occupazionale.

La presidenza polacca ha messo in evidenza la competitività e resilienza dell’agricoltura, cosa si può fare in merito?

In questo ambito i lavori della nostra Presidenza sono concentrati sulle misure necessarie per migliorare la competitività del settore agricolo e per aumentare la sua resilienza alle crisi. Poniamo al centro la discussione sul miglioramento e la stabilizzazione dei redditi agricoli e sul rafforzamento della posizione degli agricoltori nella filiera alimentare. Ora ci troviamo di fronte a una bassa redditività della produzione agricola e alla diminuzione della competitività dell’agricoltura europea a livello internazionale. Ecco perché diventa particolarmente importante garantire condizioni di parità agli agricoltori. Per raggiungere questo obbiettivo occorre focalizzare l’attenzione sui prodotti agricoli che vengono ammessi al mercato comunitario. Non c’è consenso ad articoli prodotti senza rispettare i requisiti che sono vincolanti per gli agricoltori dell’UE. Esaminiamo con particolare attenzione anche la questione di semplificazione della futura Politica Agricola Comune, come richiesto sia dagli agricoltori durante le loro ultime proteste, sia dalle amministrazioni dei paesi membri. La futura PAC deve sostenere un’agricoltura europea competitiva e resiliente. Ecco perché negoziare un bilancio soddisfacente nel prossimo quadro finanziario pluriennale sarà una questione fondamentale per l’agricoltura e per le zone rurali.

La Polonia ha ripreso un argomento molto importante come la disinformazione e le possibili ingerenze straniere in tale contesto, recentemente abbiamo avuto l’esempio della Romania, come si può agire su questo versante?

La Polonia, così come l’Ucraina e gli Stati baltici, è stata nel mirino della disinformazione russa per molti anni; quindi, purtroppo abbiamo maturato una certa esperienza in merito. Riteniamo che la disinformazione debba essere percepita come una vera e propria arma rivolta contro tutti noi. Il suo obiettivo è destabilizzare le nostre democrazie europee, seminare confusione e, di fatto, colpire la nostra sicurezza. È importante agire contro le interferenze straniere in maniera decisa. Vogliamo anche vedere un maggiore coinvolgimento delle organizzazioni della società civile nella cooperazione a livello UE. In Polonia abbiamo istituito presso il Ministero degli Affari Esteri un Consiglio per la resilienza composto da rappresentanti di think tank e del mondo accademico. Vogliamo anche sostenere l’Ucraina nella sua comunicazione strategica ai Paesi terzi. Purtroppo, la propaganda di Mosca è molto attiva in tanti paesi, dove opera falsificando completamente le informazioni sui crimini che la Russia sta commettendo. 

Che eredità spera di lasciare la Polonia alla fine del semestre, in particolare alle successive presidenze del trio, Danimarca e Cipro.

Sappiamo bene che in sei mesi non si possono risolvere tutti i problemi, ma stiamo lavorando sodo in molti settori. Nelle ultime settimane siamo riusciti, tra l’altro, ad adottare un altro pacchetto di sanzioni, stiamo lavorando sui regolamenti per aumentare la spesa per la difesa europea, stiamo sostenendo le iniziative comunitarie per ridurre la burocrazia. Stiamo sostenendo il processo di allargamento e stiamo lavorando per ridurre i prezzi dell’energia. È ovviamente impossibile elencare brevemente tutte le nostre attività, ma ricordiamoci che si tratta di un gioco di squadra. Quindi incrociamo le dita per i nostri amici in Danimarca e a Cipro che sicuramente porteranno avanti molti argomenti. 

In che modo l’esperienza di questo semestre potrà influenzare il futuro ruolo della Polonia nell’Unione Europea? Dopo un periodo travagliato e di scontro con l’Unione Europea, con il nuovo governo si registrato un forte riavvicinamento tra la Polonia e l’Unione, i punti di attrito che si erano registrati in passato possono essere considerati superati? Ritiene che il semestre di presidenza possa influenzare il ruolo della Polonia nel contesto geopolitico europeo e internazionale?

L’attuale governo polacco ha un chiaro orientamento europeista. La nostra collaborazione con la nuova Commissione europea sta andando molto bene e molti dei problemi che si erano creati in passato sono stati già risolti. L’anno scorso abbiamo celebrato il 20° anniversario della nostra adesione all’Unione europea e devo dire che non ci sentiamo più un “nuovo membro” dell’UE, ma un partner a pieno titolo, in grado di avviare percorsi di azione e fornire soluzioni costruttive. E qui la cooperazione con l’Italia, uno dei leader dell’Unione Europea, è per noi fondamentale.

Quanto conta per la Polonia l’aspetto culturale nella promozione dell’immagine europea durante la presidenza?

“La cultura è di tutti”. Questo è il messaggio della Polonia nella promozione dell’immagine europea durante il semestre di presidenza. La cultura è un linguaggio universale che ci unisce al di là delle inevitabili differenze. Apre lo spazio al dialogo tra nazioni, generazioni e tradizioni. Permette di conoscerci e capirci reciprocamente, di creare legami. Inoltre, svolge un ruolo fondamentale nella formazione dell’identità e costituisce un ponte che collega prospettive diverse. Assumendo un ruolo di leadership nel campo della cultura, la Polonia invita l’Europa a un dialogo basato sul rispetto reciproco, presentando il nostro patrimonio come elemento inscindibile della comunità. In questo contesto, nel programma culturale del semestre, la presidenza polacca vuole innanzitutto dare spazio ai giovani talenti, sostenere l’unità e la cooperazione, cercando di promuovere le idee e i valori europei attraverso attività culturali organizzati in luoghi aperti a tutti, in modo da raggiungere il più vasto pubblico possibile. Il programma comprende inoltre la collaborazione con rinomati festival, nonché l’organizzazione di concerti, mostre e dibattiti, inserendo i temi della presidenza polacca in un più ampio panorama culturale. Gli eventi si svolgono in molte città della Polonia: Danzica, Varsavia, Katowice, Łódź, Olsztyn, Stettino, Wrocław, Zielona Góra. Per la Polonia la presidenza rappresenta infatti un’opportunità unica per presentare la propria cultura, storia e creatività, nonché per rafforzare i legami sociali e internazionali.

Un messaggio che vorrebbe lasciare ai cittadini europei, e in particolare italiani, in vista della conclusione del semestre?

Nonostante la situazione internazionale estremamente complicata, vorrei che il mio messaggio fosse comunque ottimista. L’UE è uno strumento essenziale per estendere pace, crescita e prosperità nel nostro continente. L’Italia ha svolto un ruolo storico nella formazione di questa comunità – quest’anno celebreremo, tra l’altro, il 70° anniversario della Conferenza di Messina. Abbiamo un grande rispetto per questo patrimonio. La storia ci insegna che, quando agiamo uniti, siamo capaci di affrontare anche le sfide più ardue. In passato sono state proprio le crisi a darci lo stimolo per trovare nuova energia, creatività e spirito d’iniziativa. Lo vediamo anche oggi: sono convinto che, insieme, possiamo superare con successo ogni ostacolo.

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