Cronache dai Palazzi

Gli interventi programmati fino ad ora sono stati ispirati dall’emergenza e dall’urgenza. Il decreto Cura Italia e il decreto Rilancio, per un valore complessivo di 80 miliardi, hanno rappresentato la fase più dura della crisi sanitaria e hanno avuto l’obiettivo di risarcire gli italiani dei danni provocati dal lockdown, una clausura forzata ma necessaria a causa dell’espansione dell’epidemia. Ora è però giunto il momento di programmare una ripresa più a lungo termine. Occorre curare dei mali endemici e strutturali che la pandemia ha acuito, in vista della ricostruzione del sistema Paese. Occorre per l’appunto un piano e Palazzo Chigi afferma di averlo, anche sulla base del piano presentato dalla task force di Vittorio Colao.

Un piano per ricostruire il presente e progettare il futuro dell’Italia, in grado di potenziare le infrastrutture fondamentali partendo dalle scuole e dagli ospedali. Ed ancora: zone verdi e aree urbane più vivibili; una pubblica amministrazione efficiente e una giustizia altrettanto risolutiva; opere pubbliche e investimenti; semplificazione amministrativa per sburocratizzare il mondo delle imprese.

“A livello europeo hanno molto apprezzato il fatto che ci siamo messi subito al lavoro per progetti che ci faranno correre”, ha dichiarato il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri alla luce degli Stati generali, ai quali il ministro Gualtieri assicura di arrivare con “un quadro preciso” ampiamente condiviso con il premier Conte e da discutere con tutte le parti chiamate in causa. Mentre Conte puntualizza: “Un nuovo scostamento di bilancio? Non è assolutamente da escludere. Siamo pronti a fare tutto quello che serve agli italiani, nei limiti di un quadro di finanza pubblica”.

Secondo le stime dell’Ocse in Italia in caso di una nuova ondata di Coronavirus si prevede un calo del Pil pari al 14%. Attualmente, per  il 2020, l’Ocse stima un calo del prodotto interno lordo per il nostro Paese pari all’11,3%, mentre nel 2021 è atteso un +7,7%. Nei primi tre mesi di quest’anno la spesa delle famiglie italiane ha inoltre registrato un calo pari al 4%. Nello specifico, escludendo le spese per alimenti e per l’abitazione, la spesa per famiglia ha subito una battuta d’arresto pari al 12% dei consumi. Mentre nei 27 Paesi dell’area comunitaria, nei primi tre mesi del 2020 il calo del Pil Ue ha registrato un calo pari al 3,6%. Nei due mesi di lockdown, infine, i dati Istat hanno registrato 400 mila occupati in meno con un saldo negativo di quasi 300 mila occupati solo nel mese di aprile. Gli inattivi sarebbero saliti in totale a 746 mila persone.

“Progettiamo il rilancio” è il vero nome degli Stati generali che andranno avanti per una decina di giorni. Si partirà sabato 12 giugno con gli incontri internazionali tra cui la presidente dell’Ue Ursula von der Leyen e la presidente della Bce Christine Lagarde, mentre lunedì 15 giugno il governo incontrerà  i sindacati e il giorno dopo Confindustria e le altre associazioni d’impresa. Lunedì 15 è previsto anche l’intervento del capo della task force, Vittorio Colao, che ha elaborato ben 102 proposte per il rilancio dell’Italia.

Molti dei punti del piano Colao non sono in sintonia con i partiti della maggioranza, nello specifico con i 5 Stelle, come la deroga al decreto dignità, la volontary disclosury interpretata come una sanatoria, la revisione del codice degli appalti, l’apertura degli esercizi commerciali nei festivi, l’accelerazione del 5G. Anche Andrea Orlando del Pd dice che “ci sono alcune cose buone e altre no”, e per Graziano Delrio “Colao non ha studiato la banca dati dell’Anac e la situazione delle opere pubbliche”. Mentre per lo Svimez “mancano strategie per il Sud”.

Nel piano della task force di Vittorio Colao imprese e lavoro sono considerati il motore dell’economia. Le imprese devono essere sostenute anche con la riduzione del costo delle misure organizzative anti contagio e con la rimozione del contagio dalle responsabilità penali del datore di lavoro. Va inoltre promosso lo smart working: “occorre normarlo al meglio” ed è auspicabile “un codice etico a immediata tutela dei lavoratori”.

Nel frattempo, a proposito di lavoro a distanza, il governo sta lavorando per mettere a punto un piano per mantenere almeno il 30% dei dipendenti pubblici in modalità “agile”. Nello specifico il 60% delle attività che possono essere gestite da remoto andranno gestite in modalità “smartabile”.  Per quanto riguarda il lavoro, secondo il piano Colao sarebbe infine auspicabile il “rinnovo dei contratti a tempo determinato in scadenza”.

Infrastrutture e ambiente sono considerati invece “il volano del rilancio”, con l’obiettivo di investimenti rilevanti per accelerare la ripresa; per la task force, inoltre, fattori chiave dello sviluppo sono: istruzione, ricerca e competenze. Un intero capitolo del piano è dedicato alla scuola e allo sviluppo di un contratto nazionale per i ricercatori/docenti.

Anche una Pubblica amministrazione efficientemente digitalizzata e “alleata di cittadini e imprese” caratterizza un Paese fiorente, mentre turismo, arte e cultura devono rappresentare il “brand del Paese”, contribuendo a rafforzare l’immagine del sistema Italia sia in patria che all’estero. Ed infine occorre prestare attenzione alle persone più fragili rese ancor più vulnerabili da questa crisi, alle donne vittime di violenza ma anche semplicemente a tutte le donne in generale, favorendo la parità di genere e l’inclusione, combattendo una serie di stereotipi che limitano la realizzazione al femminile. In questo contesto va supportata la conciliazione lavoro-famiglia mettendo in campo misure concrete. In sostanza al centro del piano Colao vi sono gli individui e le famiglie per una società più giusta e quindi “più inclusiva e più equa”.

In quest’ottica, il governo intende ampliare le misure volte a sostenere l’economia delle famiglie con assegni, congedi parentali e detrazioni fiscali per le spese dedicate all’istruzione dei figli, dallo sport alla musica, dai libri alle gite scolastiche. Sono previsti inoltre degli aiuti nuovi per i figli che studiano all’università: detrazioni delle spese universitarie, dai libri ai canoni di affitto. Permessi retribuiti anche per assistere un figlio malato e per partecipare ai colloqui con i professori. Ed ancora, almeno dieci giorni di paternità per i neopapà, “a prescindere dallo stato civile o di famiglia”; varie misure per sostenere l’occupazione femminile e aiuti concreti alle neo mamme “per incentivare il loro lavoro e l’armonizzazione dei tempi”, quindi detrazioni per babysitter e colf ma anche bonus per le rette scolastiche di nidi e asili fino a 6 anni.

“Il governo ha il dovere di sostenere la madre lavoratrice con politiche che armonizzino i tempi della vita familiare e quella lavorativa”, ha dichiarato la ministra per le Pari opportunità, Elena Bonetti, promotrice del “Family act”. Si tratta di “Misure per il sostegno e la valorizzazione della famiglia” contenute all’interno di un disegno di legge delega approvato in Cdm. “È un momento storico per il nostro Paese – ha affermato la ministra Bonetti – per la prima volta si investe in umanità, per cambiare in meglio la vita delle famiglie: da qui l’Italia può ripartire, è una scelta di speranza e di coraggio, una riforma che deve vedere il gioco di squadra di tutti”.

Occorre “intervenire urgentemente per difendere l’occupazione, garantire liquidità e rafforzare la capitalizzazione delle imprese”, si legge ancora nel piano Colao, tutto ciò per far sì che le imprese e il lavoro siano, effettivamente, il motore dell’economia. A proposito di Made in Italy anche la Farnesina intende rilanciare il brand Italia  nel mondo con un patto per l’export fondato su “sei pilastri”, per rafforzare la proiezione delle nostre imprese all’estero. Primo fra i suddetti pilastri è “la comunicazione, perché la ripartenza non potrà prescindere da un grande re-branding nazionale”, ha affermato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Essenziali inoltre anche la formazione e l’informazione, l’e-commerce, il sistema fieristico, la promozione integrata, la finanza agevolata. Il governo stanzia risorse straordinarie per circa 1,4 miliardi riportando in auge un vecchio cavallo di battaglia che in questo frangente va rivitalizzato: l’internazionalizzazione delle imprese.

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