Rassegna stampa estera

Affrontare la rassegna della stampa estera diventa sempre più sconfortante. Nonostante le rassicurazioni lanciate quotidianamente dal nostro Premier e la sua grande convinzione che “il Paese ce la farà”, al momento veniamo sempre più guardati con sospetto. Politica e economia si intrecciano incessantemente, ma quello che ci ha maggiormente colpito questa settimana è, non solo l’ampio spazio riservato alla cronaca dell’ennesima tragedia (termine talmente inflazionato che ha quasi perso della sua forza), ma l’analisi della situazione dei minori scampati ai naufragi, scritta da Giovanni Legorano per il Wall Street Journal. Quello che ci ha colpito sono i termini utilizzati dal giornalista che parla di “viaggio straziante”, di “limbo”, di “organizzazioni criminali” pronte ad accogliere questi ragazzi lasciati allo sbaraglio dalle istituzioni. Già il titolo dell’articolo è molto impattante, In Italy, Migrant Children Languish in Squalor, e quello che segue una vera denuncia sullo stato di degrado, abbandono e squallore nel quale vengono lasciati, un “limbo” infernale appunto, il cui simbolo emblematico è la scuola fatiscente nella quale vengono “ospitati” ad Augusta, in Sicilia. “La scuola è l’emblema di quanto poco preparata fosse l’Italia ad assorbire l’impennata di minori non accompagnati sbarcati sulle coste italiane (…) Una volta in Italia, i bambini cadono in un sistema difettoso che ha difficoltà a proteggerli. La legge italiana vuole che ai minori che arrivano sul suolo italiano venga garantito un alloggio sicuro, gli vengano fornite tutte le informazioni per ottenere un visto e gli venga assegnato un tutore legale. La realtà è ben diversa.”  Una accusa pesante se sommata alla facilità con la quale in questa situazione vengano fagocitati dalla malavita e, se alla richiesta di un “commento” Legorano ha avuto una specie di risposta dal Ministero del Welfare, il Ministero dell’Interno da parte sua non ha nemmeno risposto via e mail.

A questo lungo e toccante articolo-denuncia seguono tanti altri che raccontano attraverso testimonianze il terribile naufragio, il “più grave degli ultimi anni” secondo l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), avvenuto al largo di Malta qualche giorno fa. Come scrive Le Monde “l’OIM si basa sulla testimonianza di due Palestinesi di Gaza, soccorsi da una porta container di Panama e fatti sbarcare a Pozzallo, nel  Sud della Sicilia (…) La loro prima versione riportava della collisione di due imbarcazioni (…) Interrogati separatamente e in arabo dall’OIM, i due Palestinesi hanno fatto un racconto, divergente per alcuni punti da quello fatto alla marina maltese (…) Gli scafisti avrebbero provocato l’affondamento della barca che trasportava 500 persone che si erano ribellate all’ennesimo cambio di imbarcazione,  che diventava sempre più piccola e instabile”. Contemporaneamente sulle coste Libiche avveniva un altro naufragio: 200 le vittime.  Sul giornale marocchino Le Matin riporta che “le autorità italiane hanno aperto un’inchiesta sul naufragio provocato dagli scafisti, ma che se questa informazione fosse confermata si tratterebbe ‘del naufragio più grave degli ultimi anni’,  perché non si tratterebbe di un incidente, ma di un ‘omicidio di massa’, ha denunciato l’OIM”. E troviamo ancora quesiti sul funzionamento di Mare Nostrum e se soccorrere o respingere nell’articolo di Camille Polloni scritto per Le Nouvel Observateur dove afferma che “l’Italia ne ha abbastanza di Mere Nostrum (…) L’Italia chiede regolarmente all’Unione Europea di prendere il testimone, minacciando di mollare tutto. In teoria ne avrebbe tutto il diritto. Ma la Commissione ha annunciato alla fine di Agosto che l’operazione Frontex Plus sarà avviata entro la fine di Novembre. Visto queste riserve, l’Italia, che sperava disimpegnarsi progressivamente, potrebbe trovarsi costretta a continuare Mare Nostrum, che gli costa 9 milioni di euro al mese.” E ancora tanto scritto su Jeune Afrique, New York Times e Libia Herlad.

Come non parlare del “mistero” dello slittamento del summit sull’occupazione tanto voluto da Renzi e Hollande? Si fa, non si fa? I due leader, sotto il mirino dell’Europa scivolano su una questione così importante? Agenzie come AFP hanno riportato lo scarno comunicato del portavoce del Governo francese Stephane Le Foll che attribuisce il rinvio a “questioni di calendario ”. Precisa Le Foll “credo che la presidenza italiana, in termini di calendario, abbia auspicato spostare l’appuntamento per motivi di agenda e di calendario della propria Presidenza. Questo è ciò che ha portato il rinvio, niente di più”, ha insistito il portavoce. “Non è una disfatta per la presidenza francese” avrebbe assicurato rispondendo ad una domanda diretta. E infastidito puntualizza: “c’è un rinvio e questo è un dato di fatto, è già praticamente una soppressione ed è già disfatta”. Concludono i resoconti del comunicato: “questa riunione doveva essere la prima di una serie di appuntamenti autunnali dedicati alla crescita e al lavoro in Europa, una delle priorità della nuova Commissione Europea.” E Philippe Ridet su Le Monde si chiede: Renzi ha già dimenticato l’Europa?Un altro colpo basso alla nostra credibilità?

Intanto alla presentazione della riforma sul lavoro tanto spinta da Renzi, si guarda con scetticismo. Roberto Landucci su Reuters scrive:”implicitamente respingendo le critiche che il Governo si era concentrato troppo sulle riforme costituzionali, piuttosto che sulle riforme per rilanciare l’economia, Renzi ha detto che il cambiamento sarebbe avvenuto su un ampio fronte.” Dopo la “doccia fredda” dell’OCSE  che prevede crescita zero fino al 2016, come ci racconta su Les Echos Pierre De Gasquet, il Presidente del Consiglio italiano “è sotto pressione” ricorda La Tribune, visto che deve portare delle prove a Bruxelles sulla riduzione del deficit italiano e sulle riforme strutturali dell’economia italiana”. E Romaric Godin, sempre per La Tribune, insiste: “non è la mancanza di riforme ma le conseguenze della politica di austerità che hanno pesato sull’attività in Italia (…) L’Italia avrebbe bisogno di uno choc di crescita che né lo Stato italiano, né il settore privato possono realmente dare. Da qui l’importanza degli investimenti europei e della politica della BCE per rompere il circolo vizioso nel quale si perde la terza economia della zona euro.” Come ha scritto sul Telegraph Ambros Evans Pritchard riportando le parole di uno “stratega” di Mediobanca: “ vi vorrà una bomba nucleare monetaria per rovesciare la tendenza (…) Altrimenti, l’Italia è morta!” (Telegraph, 16 Settembre 2014).

Giovanni Legorano per il WSJ: “(…) Una combinazione di fattori di spinta e attrazione portano i bambini in Europa. Alcuni sono attratti da immagini e storie di vita prospera pubblicate dai social media da altri bambini che ce l’hanno fatta in Europa. In altri casi i genitori cedono alle scaltre rassicurazioni da parte degli scafisti e racimolano i soldi per il viaggio.” (…) (G. Legorano, In Italy Children Languish in Squalor, WSJ, 12 Settembre 2014)

Le Matin scrive: “(…) In visita Domenica scorsa al centro di soccorso in mare di Malta, l’Alto Commissario dell’ONU per i rifugiati, Antonio Guterres, aveva chiesto uno ‘sforzo veramente collettivo’ dell’Europa per evitare che altre vite venissero perse alle sue porte. Secondo l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati (HCR),dal mese di Giugno, più di 2200 persone sono morte o sono state date per disperse nel tentativo di attraversare il Mediterraneo. E 130mila persone sono arrivate in Europa via mare dal 1° Gennaio, e cioè già due volte quelle di tutto il 2013. Il mondo ‘deve aprire gli occhi sulla vastità della crisi’, ha replicato l’attrice americana Angelina Jolie, che accompagnava Guterres.” (Le Matin e agenzie, Più di 500 persone muoiono affogate nel Mediterraneo, 15 Settembre 2014)

Le Monde con AFP: “Secondo l’Organizzazione Internazionale per i Migranti (OIM) circa 500 migranti sono stati dati per dispersi il 15 Settembre al largo di Malta. Se questo numero fosse confermato, si tratterebbe del ‘naufragio più grave degli ultimi anni’ avvenuto nel mediterraneo. Il centro di soccorso in mare di Malta ha dirottato diverse navi cargo nella zona e coordinato le operazioni di soccorso, in collaborazione con la marina italiana (…) ‘i dirigenti europei vogliono a qualsiasi prezzo impedire alla gente di raggiungere l’Europa, obbligandoli a prendere le strade più pericolose’, ha reagito Amnesty International, definendo ‘vergognosa’ la risposta dell’Unione Europea alle crisi in Medio oriente e Africa del Nord.” (Afp per Le Monde, L’Italie ouvre une enquete sur la disparition probable d’un demi-millier de migrants, 16 Settembre 2014)

Camille Polloni titola il suo articolo per Le Nouvel Observateur: Naufrages en Mediterranée: le système de sauvetage en bout de course. “Su 500 passeggeri, solo in nove sarebbero sopravvissuti al naufragio. Due di loro, dei Palestinesi di Gaza salvati da un porta-container italiano, hanno testimoniato presso l’Organizzazione Internazionale per i Migranti, fornendo parte della spiegazione di questo dramma (…) ce queste informazioni venissero confermate, si tratterebbe di un ‘omicidio di massa’ e del ‘naufragio più grave degli ultimi anni’. Ancora più mortale di quello che è costato la vita a 366 persone al largo di Lampedusa nell’Ottobre del 2013.” (…) (C. Polloni, Rue 69-Le Nouvel Observateur, 16 Settembre 2014)

Philippe Ridet scrive: “Dimenticata l’Europa? Più di due mesi dopo aver preso, il 1° Luglio, la guida del semestre europeo dal quale aspettava mari e monti, Matteo Renzi pare disinteressarsene.” (…) (P. Ridet, Matteo Renzi veut d’abord engager des reformes en Italie,  Le Monde, 18 Settembre 2014)

Pourquoi l’Italie ne retrouve pas le chemin de la croissance, titola Romaric Godin su La Tribune. “(…) La situazione è critica. Contare su nuove riforme e nuove economie per ‘ritrovare la fiducia’ equivarrebbe in realtà ad aggiungere altro danno al danno e far sprofondare ancora di più il Paese.” (…) (R. Godin, La tribune, 18 Settembre 2014)

AFP per Liberation: “(…) Il summit sull’occupazione che doveva tenersi per iniziativa dei dirigenti italiano Matteo Renzi e francese François Hollande, è stato ‘rimandato sine die’, ha reso noto una fonte diplomatica europea. L’Italia ‘ha informato gli Stati membri che il summit era stato rinviato fino a nuovo ordine’, ha precisato la fonte.” (…) (Liberation, UE, report sine die du sommet sur l’emploi pour ‘questions de calendrier’, 17 Settembre 2014)

Elisabeth Pineau (aggiornato da fonti vicine ai due leader) per Reuters: “(…) L’idea di questo summit sull’occupazione era stata spinta dall’Italia e dalla Francia, due paesi diretti da socialdemocratici. Il summit si terrà da qui alla fine della Presidenza italiana, fissata al 31 Dicembre, è stato precisato dall’entourage di François Hollande.” (E. Pineau, Report du sommet européen sur l’emploi prèvu en Octobre en Italie, Reuters, 17 Settembre 2014)

Matteo renzi veut accélérer la réforme du marché du travail, titola La Tribune.fr. “(…) Nel suo discorso, Matteo Renzi ha denunciato l’ingiustizia di un mercato del lavoro che separa i lavoratori italiani tra una ‘prima divisione’ e una ‘seconda divisione’. Di fatto, il mercato del lavoro italiano viene sistematicamente additato per le sue rigidità ma anche per le sue disparità.” (…) (La Tribune, 16 Settembre 2014)

Roberto Landucci per Reuters: ”Il Primo Ministro Matteo Renzi ha detto martedì che avrebbe imposto cambiamenti alla legge sul lavoro con speciali misure di emergenza qualora il Parlamento avesse fatto ostruzionismo, ed ha respinto ogni critica rivolta al suo Governo per la lentezza del programma di riforme.” (…) (R. Landucci, Italy’s Renzi pushing labor reform, but scepticism growing, Reuters, 16 Settembre 2014)

Pierre De Gasquet su Les Echos: “(…) E se l’Italia non ripartisse prima del 2016? Per la terza economia della zona euro, è una vera doccia gelata. Secondo l’ultimo rapporto intermedio sulle prospettive di crescita (September Interim Forecast) pubblicato lunedì dall’OCSE, l’Italia conferma il suo status di ‘oca zoppicante’ della zona euro con un’economia in recessione nel 2014 (-0,4%) e una ripresa appena simbolica del +0,1% nel 2015. Siamo molto lontani dalle previsioni di crescita del Governo italiano, +0,8%, dello scorso Maggio.” (…) (P. De Gasquet, Douche froide sur l’Italie: l’OCDE prévoit une croissance zéro jusqu’en 2016, Les Echos, 15 Settembre 2014)

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