Rassegna stampa estera

Il “caso Ferrari” è senza dubbio la notizia che ha avuto più risalto, nelle ultime ore, sulla stampa estera. L’avvicendamento al “comando” del marchio più rappresentativo del nostro Paese, simbolo di tradizione e innovazione, forza e tenacia, non poteva non destare emozioni e reazioni. Così il prestigioso quotidiano inglese Financial Times titola il suo articolo Ferrari chairman quits after ‘misundersandings’ with Fiat boss, un modo “elegante” per introdurre una vicenda che va al di là delle semplici “incomprensioni”. Rachel Sanderson afferma infatti poco più in là nel suo articolo, che le dimissioni di Luca Cordero di Montezemolo, del quale viene fuori un ritratto impressive, sono arrivate “dopo un battibecco avvenuto in pubblico sulla leadership della Ferrari”. Come ricorda la giornalista, “le dimissioni di Montezemolo segnano la fine di un’epoca non solo per la Ferrari, ma anche per la Fiat”. Il suo legame con gli Agnelli ha radici profondissime. Il Wall Street Journal è più “diretto” nell’affermare che la decisione di uscire di scena di Montezemolo arriva pochi giorni dopo l’affermazione di Marchionne che riteneva “inaccettabili” i sei anni di fila di risultati disastrosi della rossa in F1. Eric Sylvers e Joshua Robinson spiegano che “la frattura tra Marchionne e Montezemolo era nell’aria da più di un mese, l’accelerata è avvenuta Domenica quando Marchionne, parlando poche ore prima del Gran Premio di Monza, si complimentava con Montezemolo per aver raggiunto eccellenti risultati economici, ma precisava che era inaccettabile che la Ferrari non vincesse un titolo dal 2008. Marchionne ha anche affermato che nessuna persone che occupasse una posizione di potere nella compagnia fosse indispensabile”. Ricordiamo che pochi mesi fa, Stefano Domenicali, un altro pezzo di storia del “cavallino rampante” aveva lasciato la Ferrari. Loic Chenevas-Paule su TF1 riprende a sua volta le taglienti parole di Marchionne: “nessuno è indispensabile” e precisa che “le voci di una rinuncia al suo posto al vertice di Ferrari erano sempre più insistenti nelle ultime settimane. Le voci sono ormai diventate realtà, ma non stupiscono. Sempre più contestato in seno al gruppo Fiat-Chrysler, proprietaria della Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo paga soprattutto per i cattivi risultati della Scuderia in Formula1 (…) Ma al di là dei risultati sportivi più che deludenti, l’origine della rottura sembra provenire dalle divergenze strategiche sull’autonomia nella gestione della Ferrari in seno al futuro gruppo FCA. Ricordiamo che quest’ultimo verrà quotato in borsa a partire dal prossimo 13 Ottobre”.

Se la Ferrari è uno de marchi che hanno fatto, e continuano a fare la Storia del nostro Paese, uno dei gioielli che dovrebbero far si che la nostra economia e la nostra immagine risplendessero di luce propria, sembra che nonostante tutti i nostri “assi nella manica” la nostra rimonta non sia ancora per oggi. Ritroviamo la tagliente espressione “nessuno è indispensabile” in un interessante articolo che Richard Heuzé ha scritto su le Figaro e dedicato a Yoram Gutgeld, che titola “Il consigliere economico di Renzi esce dall’ombra”. Heuzé , dopo aver presentato il “CV” di Gutgeld, scrive che “il deputato del PD verrà chiamato a ricoprire un ruolo cruciale nei prossimi mesi. Dovrebbe in effetti riprendere in mano con la giovane Ministra delle Riforme, Maria Elena Boschi (33 anni), gli importanti dossier economici che Carlo Cottarelli ha appena consegnato al Governo (…) asserire che non  è (Cottarelli, ndr) per niente andato d’accordo con Matteo Renzi e con i suoi ministri è riduttivo. ‘Nessuno è indispensabile’, gli ha lanciato quest’estate il Capo del Governo. Ha tuttavia portato un contributo importante recensendo la sorprendente moltitudine di ‘sprechi’ che pesano sul bilancio dello Stato e fornendo le soluzioni per eliminarli”. Nessuno è indispensabile, sembrerebbe essere il ritornello più amato dai “poteri forti” del nostro Paese. Come non dare ragione a Michele Ainis che parla, in una amara analisi sulla “crisi della Democrazia rappresentativa”, di “solitudine al potere”? Parafrasando Gaber Ainis afferma:”l’incontro di due solitudini, in un Paese solo” (Corriere della Sera, 11 Settembre 2014).  Tornando all’economia reale riportiamo quanto scrivono James Mackenzie e Silvia Aloisi su Reuters : “Il mondo degli affari italiano spinge Renzi all’azione. La riunione annuale del mondo degli affari italiano avvenuta come sempre sulle rive del Lago di Como, è stata – ancora una volta –  dalla richiesta di riforme e cupe discussioni su di una crisi economica che entra ormai nel suo sesto anno. Con un economia nuovamente in recessione, gli imprenditori hanno lanciato una nota di impazienza nei confronti del Primo Ministro Renzi, l’energico trentanovenne in carica da Febbraio – incitandolo nel portare a termine il suo compito”.

Molto spazio è stato dato ancora una volta dai media francesi sul binomio Valls-Renzi, uniti da uno stesso destino: i risultati auspicati da Bruxelles. Scrive Florian Fayolle per Challenges: “Il Primo Ministro francese e il Presidente del Consiglio italiano Domenica scorsa a Bologna hanno tessuto le lodi del social-liberalismo. Ma sia l’uno che l’altro sono attesi sui risultati (…) dietro a questo gusto condiviso per l’importanza dell’effetto comunicazione e immagine, i due uomini devono far fronte a situazioni molto diverse nei rispettivi Paesi. In Francia il tandem Valls-Hollande è in caduta libera (…) Neanche dall’altra parte delle Alpi la situazione economica è particolarmente rosea (…) il fatto è che sul fronte delle riforme Matteo Renzi ha lanciato molti annunci effetto con effetti molto poco tangibili”. Pierre de Gasquet su Les Echos parla di “svolta renzista” di Valls avvenuta in un “bagno di gioventù e ottimismo sotto il sole di Bologna”. Precisa il giornalista: “malgrado le critiche dell’ala sinistra del suo Partito, Matteo Renzi beneficia di un tasso di fiducia record del 64% secondo gli ultimi sondaggi. Una referenza per Manuel Valls che aderisce  al riformismo renzista invitando la sinistra francese a redimersi (…) Un’occasione per i due capi di Governo per riaffermare la loro convergenza sul rilancio della crescita, degli investimenti e la lotta contro l’austerità”. Il “Patto dei tortellini”, come lo ha soprannominato Renzi, punta ad una maggiore flessibilità in Europa, ma l’Europa aspetta che le promesse diventino fatti, e la nuova Commissione presentata da Junker sembra votata al Partito del rigore.

Rachel Sanderson Ferrari chiarman quits after ‘misundersandings’ with Fiat boss: “Sergio Marchionne, Amministratore Delegato di Fiat, occuperà ufficialmente la poltrona di presidente della Ferrari il mese prossimo (…) Luca Cordero di Montezemolo, aristocratico presidente della Ferrari delle ultime due decadi, è una delle personalità italiane più in vista. Il suo profilo di uomo pubblico è così degno di nota, che nonostante la sua mancanza di esperienza politica – è rientrato anche nella rosa dei possibili primi ministri del Paese. Ammirato nei circoli imprenditoriali italiani per le sue grandi capacità di marketing, il dimissionario presidente della Ferrari è anche un attivo imprenditore.” (…) (R. Sanderson, Financial Times, 10 Settembre 2014)

Ferrari Chairman Luca Cordero di Montezemolo Quits, titola il Wall Street Journal. “(…) Sergio Marchionne, Amministratore Delegato di Fiat che possiede il 90% della Ferrari, prenderà il posto di Montezemolo, che lascerà ufficialmente l’incarico il 13 Ottobre. E’ lo stesso giorno in cui Fiat Chrysler Automobiles, la nuova società nata da una riorganizzazione aziendale, dovrebbe fare il suo ingresso alla Borsa di New York.” (…) (E. Sylvers, J. Robinson, Wall Street Journal, 10 Settembre 2014)

Loic Chenevas-Paule scrive: “Il 2014 è decisamente l’anno dei grandi cambiamenti per la Ferrari e per la sua Scuderia di F1. Dopo le dimissioni avvenute lo scorso Aprile del direttore sportivo della Scuderia, Stefano Domenicali, è il grande capo della Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo, che ha annunciato le sue dimissioni questo mercoledì 10 Settembre. Sarà sostituito il prossimo 13 Ottobre dall’attuale Amministratore Delegato del gruppo Fiat-Crysler, Sergio Marchionne.” (…) (L. Chenevas-Paule, Luca Cordero di Montezemolo quitte son poste de PDG, TF1, 10 Settembre 2014)

Le conseiller économique de Renzi sort de l’Ombre, titola il suo articolo per Le Figaro Richard Heuzé. “Israeliano formato negli Stati Uniti, Yoram Gutgeld avrà l’incarico di fare tagli nella spesa pubblica. ‘Se fossi ministro privatizzerei subito le poste, le ferrovie, la RAI, le municipalizzate e porterei le pensioni d’oro a 3500euro’: questo è quanto afferma Yoram Gutgeld, 55 anni, israeliano naturalizzato italiano, pluri-laureato nelle università di Gerusalemme (matematica e filosofia) e Los Angeles (Economia Aziendale), dallo scorso Aprile consigliere economico di Matteo Renzi.” (…) (R. Heuzé, Le Figaro, 10 Settembre 2014)

Titolano così il loro articolo James Mackenzie e Silvia Aloisi: Italian Business pusher Renzi for action. “(…) ‘Negli ultimi anni ho visto poco, se non nessun, cambiamento in questo Paese’, ha affermato Sergio Marchionne, Amministratore delegato del gigante automobilistico Fiat, nel suo discorso tenuto a Cernobbio. Nel giro di poco tempo, l’Italia ha avuto quattro diversi Governi, ognuno dei quali ha promesso – e largamente disatteso – di combattere la soffocante burocrazia e la corruzione, tagliare le tasse, riformare le regole di mercato del lavoro inefficienti e mantenere il controllo della precaria finanza pubblica (…) La sua decisione (di Renzi, ndr) di saltare la riunione di Cernobbio e inaugurare una fabbrica di attrezzature idrauliche di Brescia sembra essere un calcolato affronto ai leggendari ‘Poteri Forti’, la rete di forze sociali e imprenditoriali che sembrano detenere il potere in Italia.” (…) (J. Mackenzie, S. Aloisi, Reuters, 7 Settembre 2014)

Per Les Echos Pierre de Gasquet scrive: “(…) Malgrado la solidarietà dimostrata da Matteo Renzi a Manuel Valls, il contrasto rimane stridente tra i due partiti di sinistra. In Italia Matteo Renzi continua a marcare il suo terreno senza battere ciglio per le critiche sulla sua ‘coerenza’ – che queste arrivino da Mario Monti o dalla ‘vecchia guardia’ del Partito Democratico rappresentato da Massimo d’Alema. Ma per lui, come per Valls, anch’esso confrontato ad affrontare un autunno burrascoso, il ‘fattore fiducia’ rimane cruciale.” (…) (P. de Gasquet, Le grand virage ‘renziste’ de Manuel Valls se précise à Bologne, Les Echos, 7 Settembre 2014)

Florian Fayolle su Challenges: “I giovani leoni della sinistra europea si sono ritrovati Domenica 7 Settembre a Bologna. Manuel Valls, Primo Ministro francese e Matteo Renzi, Presidente del Consiglio italiano, si sono messi in mostra per mostrare ‘l’unità’ dei social-democratici. Più che mai, i due capi di governo vogliono organizzare la fronda contro le politiche di austerità applicate dall’Europa dal 2011 sotto impulso dei conservatori del Nord, Angela Merkel in testa (…) Rimane che sul piano economico, il ‘Tony Blair italiano’ ha ancora tutto da dimostrare.” (F. Fayolle, Manuel Valls, Matteo Renzi, meme combat?, Challenges, 8 Settembre 2014)

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