Italia delle Regioni

“La cultura, da elemento aggiuntivo, deve diventare elemento centrale e costitutivo dello sviluppo nazionale. Solo facendo questo salto di approccio si potranno avere politiche e strategie nazionali organiche, che integrino al massimo il ruolo centrale che i Comuni da anni svolgono in questo settore. E si potrà arrivare ad un utilizzo ottimale di questo asset fondamentale per il nostro sistema paese. Ma per farlo bisogna sciogliere alcuni nodi, a partire dal riconoscimento delle politiche culturali e del turismo come funzioni fondamentali svolte dai Comuni”. Questo in sintesi il ragionamento svolto dal presidente dell’Anci, Piero Fassino, che, alla presenza del ministro Franceschini nel corso dei  lavori del convegno organizzato dall’associazione, con i responsabili culturali dei Comuni per discutere le proposte per il rilancio della Cultura e del Turismo.

Rivolgendosi al responsabile del ministero dei Beni culturali e del Turismo, Fassino ha sottolineato come la partecipazione in sala di amministratori locali sia la migliore testimonianza dell’impegno dei Comuni. Tuttavia è paradossale che tale centralità “è assente nella banca dati sui fabbisogni e sui costi standard presentata la scorsa settimana. Queste funzioni sono strategiche e devono fare riferimento ai Comuni, solo così si potrà immaginare una diversa allocazione delle risorse”, ha puntualizzato il presidente Anci.

Secondo Fassino vanno, comunque, aggrediti anche altri nodi che frenano il decollo di un efficace progetto di valorizzazione culturale e turistico. A partire dalla separatezza tra le politiche dello Stato e degli enti locali: “Scontiamo un’architettura istituzionale che – ha rilevato – è un enorme elemento di debolezza, serve assolutamente una logica di integrazione tra i vari livelli di governo”. Per continuare poi con l’annosa questione delle risorse: “Abbiamo apprezzato  il piccolo incremento avuto sia con il decreto sulle fondazioni liriche che con il decreto cultura. Ma in questi tempi di risorse date e definite, per gli amministratori locali bisogna puntare sempre di più sulle partnership pubblico-privato. Un passaggio che – ha ricordato – richiede un sistema normativo organico ed una semplificazione normativa che consenta di attrarre in modo efficace investimenti privati”.

Fassino si è soffermato poi sul tema della produzione culturale, che va rivisto “a partire dalla formazione che crea i presupposti necessari per promuovere le attività dei giovani artisti, come stiamo facendo anche nella nostra realtà territoriale”. Ed infine sulla necessità di creare un sistema integrato di promozione del sistema culturale e turistico all’estero: “Lo Stato non può prescindere da una funzione di regia centrale, ma deve essere capace di valorizzare i mille territori che l’Italia ha, cosa finora non accaduta”.

Ma il presidente Anci guarda anche alle opportunità offerte dall’Expo e dal semestre di presidenza italiana della Ue. Sul primo punto ricorda che la rassegna di Milano è “una vetrina fondamentale per l’immagine di tutto il paese”, citando l’iniziativa sviluppata dall’associazione con la rassegna ‘Anci per Expo’. Quanto al semestre italiano, il sindaco di Torino ha ricordato che proprio la sua città ospiterà il 23 e il 24 settembre l’incontro di tutti i ministri Ue della cultura: “Sarebbe importante che tutti i municipi italiani promuovessero in quella settimana iniziative territoriali a supporto della riunione Ue”.

Infine, su questo punto Fassino ha lanciato un appello a Silvia Costa, neo presidente della Commissione cultura del Parlamento europeo: “Facciamo in modo che nell’allocazione delle risorse comunitarie si tenga conto della centralità della cultura destinandovi fondi adeguati.

La relazione introduttiva al convegno è stata svolta dal delegato alla Cultura Anci e assessore di Torino, Maurizio Braccialarghe, che ha sottolineato come “il decreto Franceschini supera lo slogan della ‘cultura come volano dello sviluppo’ e, cosa ancor più importante, pone i Comuni come benzina a disposizione per farlo decollare”.  Braccialarghe ha poi parlato degli aspetti del decreto che facilitano “realmente e per la prima volta il rapporto tra finanziamento pubblico e attori privati”. Tuttavia non mancano carenze nel provvedimento che “deve cercare di sviluppare anche altre potenzialità, magari pensando una sorta di mecenatismo individuale per far concorrere a detrazioni per che optasse per un sostegno economico alle iniziative singole”.

L’assessore di Torino ha poi parlato della questione delle fondazioni lirico sinfoniche, suggerendo due azioni: “una volta ad evitare il pagamento Irap, prevista invece nel provvedimento”, un’altra “che trovi una modalità per premiare quegli enti lirico sinfonici che hanno portato i bilanci in pareggio, dimostrando di saper lavorare bene, magari prevedendo prestiti a lungo termini dalla Cassa depositi e prestiti per avere copertura dei ritardati pagamenti dei contributi pubblici”.  Braccialarghe ha anche sottolineato  la necessità di attivare politiche a sostegno “delle biblioteche di base che sono l’infrastruttura culturale capillarmente più diffusa e significativa del nostro Paese, e a favore della “promozione della lettura, soprattutto nei territori, a partire da vaste aree dell’Italia meridionale, in cui l’offerta culturale è più carente e persistono fra i cittadini bassi tassi di lettura”.

Durante il convegno il ministro Franceschini e il presidente Fassino hanno firmato un protocollo tra l’Anci e il Mibact per incrementare l’efficienza delle politiche territoriali di tutela e valorizzazione dei beni culturali, di promozione della cultura e di rilancio del turismo.

©Futuro Europa®

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