Politici in TV

I principali TG nazionali hanno parlato in settimana della proposta di Renzi di escludere dal patto di stabilità gli investimenti in infrastrutture digitali. Il premier presenterà a ottobre al Consiglio dell’Unione europea, come spiega il TG2, questa proposta che considera cruciale per lo sviluppo economico e tecnologico dell’Italia e dell’UE.

Il tutto è stato annunciato durante “Digital Venice”, evento dell’Agenda digitale organizzato dalla Commissione europea e dalla Presidenza italiana: Renzi ha interloquito con la commissaria europea per l’agenda digitale, l’olandese Neelie Kroes, che ha parlato di “possibilità per trasformare la retorica in realtà. “C’è in atto – ha detto la Kroes – una straordinaria trasformazione. C’è una chance  per cambiare la storia. Per rendere l’Ue finalmente prospera nell’era digitale. Per far sì che diventi un continente connesso, aperto e sicuro. Spero che il governo italiano afferri questa opportunità con entrambe le mani”.

Renzi, dal canto suo, ha detto che “l’Italia ha un problema ed è l’Italia”: il riferimento è al suo modello ormai obsoleto e burocratico di gestire vari settori: “i tempi della giustizia – ha continuato Renzi – ad esempio sono accorciabili utilizzando le nuove tecnologie informatiche e digitali. Serve puntare su tutte le agevolazioni possibili per favorire la digitalizzazione”: tra questi, come detto, il Tg2 cita l’esclusione, che verrà proposta a ottobre da Renzi, dal patto di stabilità delle spese per gli investimenti in strutture digitali.

“Presentarsi all’Europa con un’Italia pronta alle riforme: è questo l’obiettivo del premier Matteo Renzi che mercoledì 16 potrebbe arrivare alla cena dei Capi di Stato e di governo al Consiglio Europeo con in tasca i primi sì sulla riforma del Senato non elettivo”. A riferirlo è un servizio di TgCom24, che analizza l’attualità politica sulle riforme annunciate dal governo Renzi.

“Il testo, nato dal Patto del Nazareno, approda a Palazzo Madama. Giovedì pomeriggio la parola ai relatori, poi tre sedute no-stop per gli emendamenti e, proprio il 16, il voto.Passa l’emendamento che recepisce l’accordo fra maggioranza e Fi per un Senato nuovo, eletto non più direttamente ma dai consigli regionali in proporzione alla consistenza dei gruppi consiliari”.

Tra le novità che sono state concordate c’è il cambiamento del quorum per eleggere il Capo dello Stato: “dal quarto al nono scrutinio l’elezione del Presidente della Repubblica a maggioranza assoluta. Il quorum – ovviamente dopo la doppia lettura necessaria – resta dei due terzi nei primi quattro scrutini, scende a tre quinti nei successivi quattro, e solo dalla nona votazione si abbassa alla maggioranza assoluta dei “grandi elettori”. Tra le altre novità e conferme anche il numero di firme per proporre i Referendum “che passano dalle attuali 500mila ad 800mila” e l’abolizione delle Province, “sostituite dalle aree vaste”.

Intervistato da RepubblicaTV Mario Mauro, ex ministro della Difesa afferma che “noi non crediamo sia un problema di giorni ma di libertà e democrazia. Come nello sport del bob a quattro, serve un frenatore per l’Italia delle riforme e noi andremo avanti”, così Mario Mauro Presidente dei Popolari per l’Italia durante la Conferenza stampa al Senato dei “dissidenti” alla riforme. “Chi vuole mettere in condizioni il Paese di fare proposte di carattere costituzionale – ha detto Mauro – deve fare proposte comprensibili: quelle che sono state fatte rischiano di mettere l’Italia fuori strada. Noi non crediamo sia un problema di ore e giorni ma di contenuti”, ha concluso Mauro.

©Futuro Europa®

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