Obama, fa qualcosa!

Da cinquanta anni la terra di Palestina è luogo di battaglia;  il conflitto detto arabo-israeliano comincia a essere un buon competitor con la guerra dei cento anni franco-inglese. Ma la storia di questa sfortunata vicinanza è il risultato della poca lungimiranza di alcuni e dell’indifferenza di molti aggravata da una forte conflittualità religiosa.

Israele, Stato indipendente dichiarato il 14 maggio 1948, si costituisce al termine di una contraddittoria politica di decolonizzazione attuata con gravissime responsabilità da Francia e Gran Bretagna. La Palestina invece non è mai stata una nazione indipendente. Fino al 1914 era parte dell’impero Ottomano; una regione scarsamente popolata, arretrata e con un sistema semifeudale. Gli abitanti erano in grandissima maggioranza poveri braccianti al servizio di proprietari terrieri. Nel 1880 la zona contava circa 24 mila ebrei e 150 mila arabi. Nel 1945 gli arabi erano saliti a 1 milione e 240 mila, mentre gli ebrei erano 553 mila. Solo Gerusalemme era un centro urbano di una qualche importanza.

Poi ci fu la prima guerra mondiale che segnò la fine dell’impero Ottomano; l’area mediorientale passò sotto il controllo (protettorato) franco-inglese. Le diplomazie dei due Stati avviarono un triplice gioco: per prima cosa  fu promessa l’indipendenza ai grandi proprietari arabi in cambio del loro appoggio in guerra (parliamo del 1915). Arthur Balfour il Ministro degli esteri britannico dell’epoca rispose alla pressione del movimento sionista dichiarando di vedere con favore la creazione di uno stato ebraico indipendente in Palestina (parliamo del 1917). Nel maggio 1915, in tutta segretezza e tenuto per molto tempo segreto,  l’accordo Sykes-Picot, fissò la spartizione dell’intero Medio Oriente in aree di influenza e la Palestina fu dichiarata protettorato britannico.

Poi le cose non furono certo aiutate dalla storia. Come sempre, ebbe il sopravvento il fattore umano; non tutti i premier o comunque non tutte le persone delle stanze dei bottoni sono persone intelligenti e di buon senso; molto spesso sono dei mediocri che la fortuna ha messo lì per fare danni irreparabili. E così è stato, con l’aggravante dell’olocausto, la tragedia delle tragedie.

Nel 1939, in odore di guerra, il ministro britannico Eden, favorì una strategia di accordo tra i paesi arabi e propose la costituzione di uno Stato Indipendente, nel quale avrebbero convissuto i due popoli. Per limitare la supremazia ebraica e per non rompere l’alleanza con i paesi islamici, fu fortemente limitata l’immigrazione ebraica e fu fissata la quota massima a 75.000 persone. Ma dopo la guerra non fu più rispettata questa quota anche a causa dell’onda emotiva  dell’olocausto.

E tutta la storia è scritta con il sangue; molti se ne lavano le mani e come sempre i più deboli soccombono. Si parlano a colpi di razzi e piangono i loro morti e giurano vendetta.

Obama fa qualcosa, va lì con il tuo Air force one, costringili a ragionare, fa fare loro i sacrifici giusti, fa rinunciare a qualcosa. Regala alle madri palestinesi e a quelle israeliane la gioia di veder crescere i loro figli. Ma fallo davvero. Rimani lì, fin quando non arrivi a una soluzione. Non sei tu il paladino dell’umanità?

E‘ tempo di pace. E’ tempo che la pace scoppi e faccia un rumore assordante. E’ tempo di dire basta.

©Futuro Europa®

Print Friendly, PDF & Email
Condividi

Sii il primo a commentare su "Obama, fa qualcosa!"

Lascia un commento

Il tuo indirizzo mail non sarà pubblicato


*