Giorgio Caltaterra: sport outdoor motore di green economy

C’è una motivazione nuova che spinge gli Italiani ‘fuori porta’: non solo la ricerca di natura, arte, cultura, artigianato, tradizioni e prodotti tipici e di qualità, ma anche la possibilità di fare sport all’aria aperta. Si tratta di una domanda di servizi, sportivi ma non solo, che viene da una parte importante di un bacino vasto: almeno un quarto degli Italiani, per limitarsi ai 13.878.445 di persone che vivono nei Comuni di più di centomila abitanti. Una domanda intercettata da alcune amministrazioni locali che ne hanno fatto uno strumento di promozione del territorio in chiave di green economy. Un caso, in particolare, è da seguire, legato alla crescita di appassionati della corsa, attività che complice la crisi e la ricerca di valori autentici anche nello sport sta vivendo un boom straordinario. Non più legato solo alle maratone cittadine come quelle più famose di Roma o di New York, il ‘running’ sta muovendo sempre più atleti e famiglie verso gare organizzate in aree di valore paesaggistico e ricche di agricoltura, tradizione e prodotti tipici come il Lago d’Orta Ultra Trail, il Trail del Malandrino, il Trail del Moscato, il Trail delle Valli Etrusche, il Trail Oasi Zegna, la Transvulcania, la Tre Rifugi Val Pellice. Perché dalla corsa nel parco cittadino alla gara fuori città il passo è breve.

Lo ha spiegato a Futuro Europa Giorgio Calcaterra, quarantadue anni, detentore del titolo mondiale della 100 km di ultramaratona. Calcaterra ha vinto per nove volte consecutive, l’ultima proprio quest’anno, la ‘100km del Passatore’, che attraversa i Comuni dell’Appennino tra Firenze e Faenza. Il campione ha corso 175 maratone in 10 anni, tra il 1998 ed il 2008, e ben 31 solo nel 2004, per non parlare delle centinaia di gare di tipo diverso alle quali ha preso parte. E’ dunque un grande conoscitore delle competizioni e della loro organizzazione. Ma Calcaterra, che è nato e vive a Roma, è un testimone eccellente del movimento che porta gli abitanti delle città verso le campagne a partire dallo sport praticato nei parchi naturali cittadini anche per un altro motivo: perché tra un turno di lavoro e l’altro si allena ogni giorno nel parco romano di Villa Pamphilj, disegnato secondo lo stile ‘naturale’ inglese e tessuto di viali e sentieri non lastricati.

Giorgio, tu corri la maggior parte delle gare su strada, ma ti alleni su un terreno ed in un paesaggio naturale come quello di Villa Pamphilj. Perché lo fai? E cosa significa questa villa per te?

Villa Pamphilj per me è veramente una seconda casa. Ci corro tantissimo: in certi periodi due volte al giorno, altre volte una sola, ma per due ore e mezza al giorno. L’ho scelta per vari motivi: sicuramente perché è vicina alla mia abitazione, ma anche perché ho notato che rispetto alla strada mi dà molto di più, perché correre sul morbido stressa meno i muscoli. C’è però anche un aspetto psicologico, perché correre su strada, in mezzo alle macchine dà tantissimo stress, mentre correre in un parco come Villa Pamphilj dà senso di benessere. Con l’esperienza che ho da anni posso dire che è molto più allenante correre in un parco come questo che su strada.

Tu hai parlato dell’aspetto psicologico che sicuramente, in gara ma anche per formare la persona attraverso lo sport, è fondamentale. Si può dire che esiste un ritorno alla corsa in ambiente naturale per prendere le distanze dalla città e riscoprire, nella bellezza, sé stessi?

Sento tantissimi amici che corrono su strada e altrettanti che corrono su sterrato o fanno gare di trail. E’ proprio l’approccio ad essere, spesso, differente. Chi fa gare di trail, cioè su terreno naturale, bada meno al tempo, bada piuttosto a vedere un bel posto  In questo senso il trail è anche uno sport più ‘turistico’, perché’ si sceglie la gara anche per vedere un posto nuovo, che sia ovviamente bello e  ‘naturale’. A quel punto ci si immerge nella corsa che diventa una sorta di viaggio attraverso le bellezze naturali del nostro Paese.

Secondo te e sulla base di quello che attraverso le gare puoi verificare sul territorio, si può affermare che almeno alcune amministrazioni locali mirino ad utilizzare questa opportunità per trasformarla in una risorsa nell’ambito della green economy oppure no?

Sì, attraverso la corsa ma anche altri sport si sta creando un fenomeno che coinvolge l’economia locale. Ci sono delle iniziative che mirano proprio, come riportato dalla loro attività di comunicazione, dal modo di proporsi attraverso la pubblicità, a far conoscere quei posti attraverso lo sport. L’organizzazione di eventi sportivi è sicuramente un modo per coinvolgere gruppi di appassionati nella promozione e nella stessa economia verde di territori che altrimenti non saprebbero come farsi conoscere.

©Futuro Europa®

Print Friendly, PDF & Email
Condividi

Sii il primo a commentare su "Giorgio Caltaterra: sport outdoor motore di green economy"

Lascia un commento

Il tuo indirizzo mail non sarà pubblicato


*