Cronache britanniche – Speciale Europee

Londra – A meno di due settimane dal voto europeo tutti i partiti si stanno giocando le ultime cartucce a loro disposizione per convincere gli elettori britannici a votare per i propri candidati, procedendo compatti in direzione di un consenso pro-europeista come nel caso dei laburisti e dei liberaldemocratici e di un anti-europeismo ostentato con onore nel caso dell’UKIP. Chi invece è ancora diviso tra “Europa sì o Europa no” è il partito conservatore. Infatti, tra le sue fila è ormai bagarre aperta tra gli euroscettici più estremisti e gli europeisti più convinti, tra questi ultimi i candidati del 4 Freedoms Party.

A guidare i “ribelli pro-Europa” del 4 Freedoms Party è Dirk Hazell, il quale ha aspramente criticato Cameron, sostenendo che la sua decisione di voltare le spalle alla famiglia del PPE nel 2009 sta ora mettendo a rischio il futuro del Regno Unito in Europa, e che vede il PM intrappolato in una gabbia formata dagli “anti-Bruxelles mavericks” capeggiati dall’eurodeputato Daniel Hannan. Infatti, secondo il leader del UK EPP, Cameron si trova ormai chiuso in un vicolo cieco, schiacciato tra i simpatizzanti UKIP del suo partito e gli attacchi dall’esterno di Farage. Hazell suggerisce che non si tratti più soltanto di una semplice ribellione interna al partito ma di un vero è proprio takeover da parte dei più estremisti tra i Tories, aggiungendo che lo stesso Cameron stia anteponendo i propri interessi di sopravvivenza come leader dei conservatori a quelli del Paese.   

In un’intervista rilasciata a New Europe, Hazell afferma “le elezioni europee, qualsiasi sia il loro risultato, saranno soltanto l’inizio e non la fine di un processo di rinormalizzazione della destra britannica”. Secondo il fondatore del 4 Freedoms Party, infatti, il PPE è l’unica forza in grado di garantire un cambiamento in Europa ed è dove le decisioni che contano vengono prese, sottolineando come è proprio da lì che il Regno Unito debba ripartire per tornare a guidare l’Europa invece di quella che potrebbe prospettarsi come una “sciagurata” Brexit.

Insomma pare che anche oltremanica, come a casa nostra con il divorzio ormai consumato tra NCD e Forza Italia, alla destra piaccia farsi harakiri proprio quando sarebbe necessario l’esatto contrario, ovvero fare gioco di squadra organico per contrastare l’ascesa della sinistra e dei movimenti populisti. Sondaggi alla mano, sembra, infatti, essere quasi scontata una composizione di un Parlamento Europeo più eterogeneo che mai, e a rimetterci in assenza di una maggioranza in grado di garantire governabilità saranno ancora una volta i cittadini europei, proprio in un nuovo quinquennio europeo alle porte che dovrebbe guidarli fuori dalla crisi.

©Futuro Europa®

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