Rassegna stampa estera

Matteo Renzi ha indubbiamente passato una delle settimane più intense e importanti da quando gli è stato assegnato l’incarico di Capo del Governo. Parigi, Berlino, Bruxelles, tre capitali di non poco conto nel contesto internazionale e soprattutto europeo, una serie di importanti “esami” da superare.

Com’è andata? Attraverso la stampa estera si percepiscono diversi stati d’animo. Se a Parigi è stato accolto con grande entusiasmo come si legge tra le righe di Les Echos dove Edouard Tétreau, specialista in politica europea, afferma che sebbene nessuno possa prevedere la “longevità” politica del nuovo Primo Ministro italiano, le riforme per le quale si è impegnato sono un esempio da seguire, soprattutto in Francia. Ancora più ottimista Charles Wyplosz, Professore di economia internazionale all’Institut des hautes études internationales de du developpement (IHEID) di Ginevra e direttore del Centre d’études monétaires et bancarie, che su Le Figaro afferma “che ognuno ha l’economia che si merita! (…) Il Candidato Hollande aveva promesso la fine dell’austerità, Renzi lo ha fatto”. Secondo l’economista le misure economiche prese in considerazione dal Governo Renzi sono “molto incoraggianti”. Più caute le reazioni tedesche. Scrive l’Oman Observer che Renzi è andato in Germania per cercare il sostegno della Cancelliera Angela Merkel per le sue “ambiziose” riforme economiche, una Merkel che è vista come “campione” della disciplina nel pareggio di bilancio e “il più potente politico del blocco”. Philippe Ridet fa notare che sebbene la stampa italiana e Renzi abbiano concluso che la visita a Berlino fosse stata un “successo”, non si è data sufficiente importanza al fatto che la Merkel avesse detto a Renzi praticamente le stesse parole dette a Monti, che un anno dopo lasciava la scena. Quasi “fastidiose” quelle registrate a Bruxelles. Come scrive Pierluigi Battista sul Corriere della Sera di venerdì, “no, quei sorrisini non vanno. Un’offesa che l’Italia non merita ”riferendosi allo scambio di sorrisi ironici tra Barroso e Van Rompouy. Anche se, ad onor del vero, Barroso ha poi dato pieno sostegno alle riforme annunciate dal Primo Ministro italiano. Il Financial Times e The Economist definiscono Matteo Renzi il primo “un giovane che va di fretta”, il secondo un “giocatore d’azzardo frettoloso”. Secondo Guy Dinmore del FT , i critici dicono che nonostante l’incisività delle riforme proposte, i conti non tornano: “dopo tre primi ministri in poco più di due anni, gli italiani sono alle prese con il nuovo arrivato (…) l’umore, almeno a Roma, è sorprendentemente ottimista”, i dubbi non sono solo rivolti alle riforme economiche, ma anche alla legge elettorale e alla modifica del Senato. Non proprio incoraggiante. Se ne è parlato poco da noi, ma sulla stampa internazionale ha suscitato moltissima curiosità il referendum per la scissione del Veneto, paragonato addirittura alla Crimea. Esagerazioni a parte, un altro segnale del grande malessere che vive il nostro Paese.

Scrive l’Economist: “Matteo Renzi è noto per essere uno che ama rischiare. Questa settimana è in effetti in giro per l’Europa per chiedere ai suoi colleghi leader della zona euro di scommettere con lui. Il 20 Marzo il Primo Ministro è andato a Bruxelles per incontrare prima il Presidente della Commissione Europea, Manuel Barroso, e poi gli altri leader membri del Consiglio Europeo. Nei giorni precedenti si era già recato a Parigi e Berlino. Ad ogni tappa del suo viaggio, ha avuto lo stesso obbiettivo:ottenere un certo  margine di manovra fiscale per mettere in pratica il suo piano di rilancio della fragile economia italiana (…) Correre può essere una buona cosa, ma Renzi deve far attenzione a non inciampare.” (The Economist, Gambler in a rush, 22 Marzo 2014)

Su Les Echos, Edourad Tétreau nella sua analisi Matteo Renzi, une nouvelle voix qui s’impose à l’Europe, parla con entusiasmo di Renzi. “(…) La politica italiana essendo quello che è (61 Primi Ministri in 63 anni), non sappiamo per quanto tempo durerà l’avventura di Renzi. Dalle due aprti delle Alpi, i politici cinici aspettano senza eccessiva frenesia che la tempesta passi (…) Vedremo, tra qualche mese, se Matteo Renzi farà più dei suoi predecessori Mario Monti (17 mesi) e Enrico Letta (10 mesi). Ma il suo arrivo al potere, e la speranza che ha saputo imprimere in un Paese che sceglie coraggiosamente di riformarsi dopo un decennio di berlusconismo, rivelano, come in uno specchio, le carenze francesi ed europee attuali, e propongono all’una e all’altra un cammino alternativo.” (…) (E. Tétreau, Matteo Renzi, une nouvelle voix qui s’impose à l’Europe, Les Echos, 19 Marzo 2014)

Charles Wyplosz scrive su Le Figaro:”Meno di 15 giorni dalla sua nomina, Matteo Renzi, il nuovo Primo Ministro ha annunciato una serie di misure economiche molto incoraggianti. In più, sul piano istituzionale, la riforma della Legge elettorale ha come obbiettivo di mettere fine all’atomizzazione dei Partiti e all’instabilità governativa. Il contrasto con il suo collega socialdemocratico, François Hollande, è più che umiliante”. (…) (C. Wyplosz, Fin de l’auserité: Hollande l’avait promis, Renzi l’a fait, Le Figaro, 19 Marzo 2014)

Philippe Ridet dal suo Blog Campagne d’Italie descrive le “riforme di Matteo che colpiscono Angela”. “E cinque! Deve aver detto tra sé e sé la Cancelliera Angela Merkel, lunedì 17 Marzo, accompagnando Matteo Renzi e i suoi Ministri che erano andati a farle visita a Berlino. L’ex Sindaco di Firenze è in effetti il quinto Presidente del Consiglio a recarsi in Germania appena nominato (…) Ha potuto giudicare lo stile di ognuno: il serio Prodi, il burlone Belrusconi, l’austero Monti, il diligente Letta e l’ambizioso Renzi. Tutti gli hanno giurato che l’Italia era sulla via delle riforme, che non c’era da preoccuparsi per il Paese più indebitato d’Europa dopo la Grecia, che l’Italia avrebbe mantenuto le promesse.” (…) (P. Ridet, Le Monde, 18 Marzo 2014)

“Matteo Renzi un giovane che va di fretta”, così titola il suo pezzo sul Financial Times Guy Dinmore, articolo molto meno incoraggiante sul risultato delle riforme rispetto a quello che è stato scritto dai colleghi francesi. “(…) Paragonato ad un noto venditore televisivo di pentole, Mercoledì Renzi ha esposto la sua agenda economica a politica, accompagnandola con una presentazione in Power Point piena di icone inclusi un pesce rosso, una spada da Samurai, e corridori ai blocchi di partenza (…) Nonostante la presentazione molto lucida, molto è stato taciuto. Alcuni dettagli della normativa devono ancora essere elaborati, e Renzi non ha detto chiaramente come finanzierà quel progetto (…) Bruxelles è stata veloce nel rispondere, approvando alcune proposte, ma avvertendo l’Italia che deve rispettare i suoi obbiettivi di debito e deficit.” (…) (G. Dinmore, Matteo Renzi: A Young in a hurry, Financial Times, 17 Marzo 2014)

Sull’Oman Observer del 17 Marzo le riforme di Renzi vengono così descritte:“Le sue proposte segnano il più significativo tentativo di uscita dalle dolorose politiche di austerità che il Paese ha dovuto mettere in atto dal’inizio della crisi economica del 2008 (…) Venerdì, il portavoce della Merkel Steffen Seibert aveva definito le riforme di Renzi ‘ambiziose’, ma aveva evitato di dare altri giudizi, sottolineando che i due leader avrebbero affrontato l’argomento durante il loro incontro.” (Oman Observer, Renzi seeks austerity reprive in Berlin talks, 17 Marzo 2014)

Mylène Vandecasteele sul bela Express titola il suo articolo Apreè la Crimée, Venise? Là-bas aussi on a organisé un référendum sur l’indépendance. “A Venezia, si sta svolgendo un referendum che ha per tema la secessione con l’Italia. Nella ricca provincia veneta, che comprende città storiche come Treviso, Vicenza e Verona, vicine a Venezia, l’insoddisfazione domina, per via della cattiva gestione nel resto del Paese.” (…) (M. Vandecasteele, L’Express, 17 Marzo 2014)

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