EU, Fondo Garanzia Giovani

L’Istat ha misurato nella percentuale del 42,4% il tasso di disoccupazione giovanile in Italia. Un dato che ci pone subito dietro Grecia e Spagna e che rappresenta un vero e proprio dramma sociale, per un giovane, anche se laureato, trovare occupazione è nel nostro paese impresa quanto mai ardua.

E’ in questo scenario da dopo guerra che si inseriscono i Fondi Ue per la nascita di Garanzia Giovani: si tratta di 6 miliardi di euro di finanziamenti europei mirati a dare un’opportunità di occupazione ai giovani. Per alimentare quello che dovrebbe prendere il nome di European Youth Garantee, ovvero Garanzia per i Giovani, si attingerà per 3 miliardi dal Fondo Sociale Europeo e per i restanti 3 da una linea di finanziamento specifica. L’obiettivo di questo progetto è di riuscire a garantire a diplomati e non, di trovare un impiego, sia pure un tirocinio o un corso di formazione, entro 4 mesi dall’entrata nel mondo del lavoro o, alternativamente, dall’inizio del periodo di disoccupazione.

Oltre a questi fondi, per i paesi con disoccupazione superiore al 25% viene destinato un ulteriore Fondo per la disoccupazione giovanile, che nel caso del nostro paese, ammonta a 530,18 milioni di euro. La disoccupazione giovanile sta diventando la vera piaga del paese ed un dramma costante per i governi che si succedono alla guida, il recente tweet del premier Renzi , “cifra allucinante, la più alta da 35 anni. Ecco perché il primo provvedimento sarà il JobsAct”, ne è la chiara testimonianza. L’aumento tendenziale su base annua dello 0,8%, fra l’altro, ha mietuto vittime senza differenze di genere, uomini e donne sono finiti nel tritatutto della disoccupazione in maniera paritaria.

Come si svilupperà all’atto pratico il progetto del Fondo di Garanzia Giovani? Innanzitutto è prevista una stretta collaborazione e solide sinergie tra tutti gli attori del mercato del lavoro, pubbliche amministrazioni, servizi per l’impiego, centri di orientamento professionale, istituti di istruzione e formazione, servizi di sostegno ai giovani, imprese, datori di lavoro, sindacati. In Finlandia, dove il progetto ha già trovato piena applicazione, l’83,5% dei giovani ha potuto usufruire di un’offerta valida entro 3 mesi dall’iscrizione ai registri del servizio per l’impiego. In quanto alla misurazione del rapporto costi-benefici, Eurofound ha stimato in 21 miliardi di euro per lo 0,22% di incidenza sul Pil il costo complessivo dell’operazione, ma se non attuato i costi della disoccupazione si impennerebbero a 153 miliardi corrispondenti al 1,21% del Pil.

In particolare, lo Yepp (Youth of European People’s Party), ovvero l’organizzazione giovanile ufficiale del PPE-Partito Popolare Europeo, ha presentato pacchetto di proposte per il lavoro giovanile. Questo prevede una riduzione delle imposte per le aziende che impiegano giovani under 30; colmare il divario tra istruzione superiore e mercato del lavoro, prevedere apprendistati e tirocini come parte integrante di studi e corsi; oltre ad incentivare la creazione di start-up da parte dei giovani.

©Futuro Europa®

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