UE e Convenzione di Istanbul

La violenza nei confronti delle donne è una delle violazioni dei diritti umani più sistemiche e comuni a livello mondiale. Una donna su tre ha subito violenza fisica o sessuale, per lo più da parte di partner intimi. Durante la pandemia di COVID-19 si è registrato un notevole aumento dei casi di violenza fisica ed emotiva nei confronti delle donne. Stando a quanto riportato, in alcuni paesi sono quintuplicate le chiamate alle linee di assistenza telefonica per la violenza domestica. Sta aumentando anche la violenza online, soprattutto quella rivolta alle giovani donne e alle donne nella vita pubblica, quali giornaliste e politiche. Le donne sono vittime di violenza anche sul posto di lavoro: circa un terzo delle donne nell’UE vittime di molestie sessuali le ha infatti subite sul lavoro.

Lo scorso 1° giugno 2023, il Consiglio ha approvato l’adesione dell’UE alla convenzione sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (Convenzione di Istanbul). La Convenzione è entrata in vigore nel 2014 ed era stata firmata dal Consiglio il 13 giugno 2017, ma il processo di adesione aveva incontrato molteplici ostacoli, non da ultimo la necessità di attendere il parere della Corte di giustizia dell’Unione europea, reso nel 2021 su richiesta del Parlamento europeo. La Corte di giustizia dell’UE, con la sentenza del 6 ottobre 2021, ha confermato che l’Unione europea può ratificare la Convenzione di Istanbul senza l’accordo di tutti gli Stati membri; individuando l’ambito di applicazione appropriato per l’adesione dell’UE nelle politiche di asilo e cooperazione giudiziaria in materia penale e negli obblighi delle istituzioni e della pubblica amministrazione dell’UE. La convenzione istituisce un quadro giuridico per proteggere le donne contro la violenza, prevedendo azioni che vanno dalla raccolta di dati alla sensibilizzazione, fino a misure giuridiche volte a qualificare come reato diverse forme di violenza nei confronti delle donne. Agisce in maniera efficace sulla protezione delle vittime e la messa a disposizione di servizi di sostegno e affronta la dimensione della violenza di genere in materia di asilo e migrazione.

Il ricorso del PE alla CGUE si era reso necessario per superare il rifiuto di alcuni Stati membri, ma finalmente, a sei anni dalla firma della Convenzione di Istanbul, entra in vigore il primo strumento internazionale giuridicamente vincolante sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e le ragazze. I deputati hanno dato il loro consenso all’adesione in due votazioni separate: per quanto riguarda le istituzioni e la pubblica amministrazione dell’Unione con 472 favorevoli, 62 contrari e 73 astensioni; per quanto riguarda la cooperazione giudiziaria in materia penale, l’asilo e il non respingimento con 464 favorevoli, 81 contrari e 45 astensioni. L’adesione dell’UE alla Convenzione di Istanbul non esime gli Stati membri dal ratificarla a loro volta, hanno ribadito i deputati, esortando i sei Paesi recalcitranti (Bulgaria, Cechia, Ungheria, Lettonia, Lituania e Slovacchia) a ratificare la Convenzione senza indugio. A seguito dell’adesione, l’UE sarà soggetta a valutazione da parte del GREVIO, il Comitato di esperte ed esperti istituito dalla Convenzione. A questi fini l’UE si è dotata di un Codice di condotta, che coordina la rappresentanza dell’UE e dei suoi Stati membri con riferimento alla Convenzione di Istanbul.

Resta il fatto che attualmente non esiste alcun atto legislativo specifico dell’UE che si occupi di violenza contro le donne e di violenza domestica. La questione è disciplinata tuttavia da alcune direttive e alcuni regolamenti dell’UE, in particolare nei settori della cooperazione giudiziaria in materia penale, della parità tra donne e uomini e della politica di asilo. Manca una Direttiva specifica sull’argomento che obblighi gli Stati Membri in questo senso, anche se l’8 marzo 2022 la Commissione europea ha proposto una nuova Direttiva sulla lotta alla violenza contro le donne e alla violenza domestica, che mira a garantire in tutta l’UE un livello di protezione minimo da tale violenza. Il 9 giugno 2023 il Consiglio ha concordato la sua posizione sulla proposta di direttiva per prevenire e combattere la violenza contro le donne e la violenza domestica.

Łukasz Kohut (S&D, PL), relatore della commissione libertà civili, giustizia e affari interni, ha dichiarato: “La violenza di genere è il più grande problema quotidiano irrisolto in Europa. Una donna su tre nell’UE ha subito violenza fisica e/o sessuale – circa 62 milioni di donne. Quando è troppo è troppo! La Convenzione di Istanbul è riconosciuta come lo strumento più efficace per combattere la violenza di genere, poiché impone obblighi concreti. Un ombrello legislativo europeo antiviolenza proteggerà le donne e le ragazze in Europa, attraverso l’adesione dell’UE alla Convenzione di Istanbul!”.

Arba Kokalari (PPE, SE), relatrice per la commissione per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere, ha dichiarato: “È tempo che l’UE ratifichi la Convenzione di Istanbul. L’UE deve passare dalle parole ai fatti per fermare la violenza di genere, proteggere le vittime e punire gli autori. Sono molto contenta che l’UE stia finalmente compiendo i passi necessari per la sicurezza e le libertà fondamentali delle donne in Europa. Dopo quasi dieci anni di pressioni da parte del Parlamento europeo, ora la ratifica della Convenzione di Istanbul innalzerà gli standard nella lotta e nella prevenzione della violenza di genere“.

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