Carlo

Carlo, my love. Finalmente Re. Ce n’è voluto di tempo ma alla fine questa benedetta corona di Sant’Edoardo te la sei messa. Intanto, meno male che non ti hanno fatto mettere la calzamaglia; saresti stato sicuramente un po’ a disagio e forse avresti fatto un po’ ridere. Hai snellito tutto cercando di modernizzare qualcosa che odora di vecchio da secoli ma che a noi piace tanto. Perché i Principi e i Re fanno parte di un immaginario che ha accompagnato molti di noi. Perché il Principe, qualsiasi colore sia, è sempre il Principe e noi che abbiamo baciato tanti rospi nella vita sempre lo sogniamo ma solo se mangiamo pesante la sera.

Tutto bello. Cappellini abbastanza sobri e abiti colorati. Bellissimi tuo figlio William e Kate e quei bambini così educati. Confessa, cosa gli avevate fatto bere con il latte? E il simpatico roscetto che ormai sarà ricordato dalla storia come il Principe Tirapiùunpelodi e che, relegato in terza fila, si sarà distratto pensando ad un prossimo libro, magari intitolato Il principe degli Imbecilli.

Ma, in ordine di apparizione, la dama con la spada ha battuto tutti. Non ha fatto un plissé brandendo la lama che pesava non poco. Bella e altera ha un po’ rubato la scena alla simpatica babbiona, la regina Camilla.

Sembravate tutti a vostro agio; tu un po’ triste un po’ affaticato. Camilla con le spalle sempre più scese (ma la sartina di corte non può far nulla?) e quel gran pezzo di Beef del tuo valletto Jonathan.

Insomma, una roba bella ma un sorrisino lo potevi fare. Comunque, Carlo my love, a nome di tutte le donne babbione sfigatelle ti ringrazio per essere l’uomo che ama una donna sola nella vita. Colui che tutte vorremmo avere o aver avuto. Peccato tu non ti sia impuntato in passato con quella tiranna di mammà. Magari non avresti rovinato la vita a un po’ di gente, magari saresti stato felice da subito.

Pazienza. Dio salvi il Re e pure la simpatica babbiona. Per sempre tua, Elvira.

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