Sfascisti

Giorno per giorno, si consuma davanti agli occhi del mondo l’orrenda strage di civili ucraini, la distruzione di città intere, comprese scuole, asili, edifici commerciali. E l’ONU denuncia l’esodo forzato di milioni di persone per sfuggire alle cannonate dei criminali. E in parallelo, da noi un gruppo consistente di politici da due soldi si lancia nello sport preferito da tempo: lo sfascismo.

Riepiloghiamo: c’è una situazione difficile nell’economia, una crisi energetica, una guerra che minaccia tutti, e questa gentucola, per mere vendette o calcoli personali, cerca di far cadere il solo governo possibile e utile in momenti come questi, un governo di unità nazionale presieduto dall’uomo migliore e più stimato in Europa e nel mondo, Mario Draghi, un personaggio di fronte a cui un avvocatuccio pugliese come Conte è davvero un nanerottolo. Ma nello sfascismo c’è sempre anche una forma di incomprensibile suicidio: come ai tempi del Governo Renzi, le coltellate interne al PD ebbero il solo risultato di far perdere le elezioni al partito, così ora, nelle pugnalate dei 5 Stelle c’è la pratica certezza di elezioni anticipate che consegnerebbero il Paese a un centro-destra. E sicuramente una buona metà dei parlamentari 5 Stelle non sarebbero rieletti. Fatti loro, verrebbe la voglia di dire. Fatti loro, ma purtroppo anche nostri.

Ma torniamo agli aspetti internazionali: Luigi Di Maio ha detto giustamente che gli piange il cuore nel vedere che Mosca si rallegra per la crisi del Governo Draghi. Ma a questi piccoli, squallidi personaggi¡ che importa? Un termovalorizzatore, per loro, è evidentemente più importante della libertà dell’Europa e del nostro posto del mondo.

A vedere tanta insipienza c’è da chiedersi, in buon romano: “Ma ci sono o ci fanno?”. E meno male che Mattarella ha preso una decisione saggia e coraggiosa, dimostrando così di essere quello che ha veramente a cuore il Paese, al di sopra della canea urlante dei politicanti. Che, rispetto a Putin, sono, volontariamente o no, “gli amici del giaguaro”.

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