I negoziati per la sicurezza europea

L’incontro bilaterale USA-Russia sulla sicurezza europea, tenutosi per tutta una giornata a Ginevra, non ha portato (come del resto era prevedibile) a nessun risultato concreto. Nelle dichiarazioni delle rispettive delegazioni, è stato franco e concreto, e molto “professionale”. Da parte russa si è dichiarato che gli americani avevano mostrato di comprendere il punto di vista di Mosca, ma il lavoro da fare è ancora molto.

Il dialogo riprende proprio oggi a Bruxelles con tutti i membri della NATO e poi passerà a Vienna, alla sede dell’Organizzazione per la Cooperazione e la Sicurezza Europea (dove però c’è poco da attendersi). Anche il passaggio NATO non sarà agevole, se si considera la presenza di Paesi come la Polonia e la Romania, estremamente sensibili al timbri dell’aggressività russa e certo poco inclini a rinunciare ai mezzi militari reali per farvi fronte. Comunque, c’è solo da sperare che non vi sia rottura e che il processo, che sarà certo lungo e difficile, prosegua, perché mentre si discute non si spara (o almeno si spera).

In questo processo, paesi come la Germania e la Francia (e in misura minore la GB e l’Italia) avranno un certo peso, ma la voce principale spetterà per forza di cose agli Stati Uniti, com’è giusto, dato che essi sostengono il peso maggiore della difesa europea.

Come ho già scritto, per approdare a qualcosa sarà necessaria pazienza e, da ambo le parti, un minimo di apertura e di ragionevolezza. Se ciascuno si chiude ciecamente nelle proprie ragioni, anche comprensibili, non si arriva da nessuna parte.

I negoziati per il disarmo degli anni Ottanta sono un buon esempio di quello che si può fare, e più ancora lo è l’accordo che permise nel 1997 di realizzare senza traumi il primo allargamento della NATO ad Est. Vi partecipai e – se posso dirlo dopo tanto tempo senza falsa modestia – vi contribuii in un momento decisivo. Ma le condizioni erano diverse, a Mosca regnava Eltsin, il Paese aveva disperato bisogno dell’aiuto occidentale e i diplomatici delle due parti erano persone ragionevoli e di pace. USA e Russia debbono tener conto di alcuni fattori esterni (Islam, Cina) che dovrebbero spingerli ad accordarsi, ma in politica estera, come in tante altre cose, la saggezza è un bene alquanto scarso.

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