Green Pass, le nuove proposte UE

Lo scorso 25 novembre il commissario per la Giustizia Didier Reynders ha presentato le nuove proposte in tema di spostamenti tra Paesi membri, la raccomandazione non è vincolante e i singoli Paesi dell’Unione decideranno se e quando recepire le indicazioni. Superato il sistema delle mappe colorate a seconda del rischio, ora si punta alla situazione sanitaria personale. Nessuna restrizione ai viaggi tra i Paesi membri dell’Unione europea se si è in possesso di un Green pass valido, a partire dal 10 gennaio 2022, ma si tende a scoraggiare i viaggi verso le aree “rosso scuro”, pur senza ricorrere a divieti. La Commissione raccomanda inoltre di fissare a nove mesi la durata dei certificati e apre, da marzo 2022, all’ingresso a cittadini di Paesi terzi se vaccinati con farmaci approvati dall’Ema. Reynders ha dichiarato: “Una persona in possesso di un Green pass Covid valido in linea di principio, non dovrebbe essere soggetta a ulteriori restrizioni, come test o quarantena, indipendentemente dal luogo di partenza nell’Ue, ma dovrebbero essere scoraggiati i viaggi da e per le zone rosso scuro. al di là dei nove mesi, il certificato non dovrebbe più essere accettato a meno che non sia stata somministrato un richiamo. il periodo di 9 mesi tiene conto della guida del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie sulla somministrazione di dosi di richiamo a partire da 6 mesi dal ciclo primario. Prevede un periodo aggiuntivo di 3 mesi per garantire che le campagne di vaccinazione nazionali possano adeguarsi e i cittadini possono accedere ai booster“.

Il green pass, nelle varie denominazioni nazionali, deve avere caratteristiche principali comuni, ovvero deve essere in formato digitale e/o cartaceo; con codice QR; gratuito; nella lingua nazionale e in inglese; sicuro e protetto; valido in tutti i paesi dell’UE. Le autorità nazionali sono responsabili del rilascio del certificato, che può essere rilasciato da centri che effettuano i test, dalle autorità sanitarie o direttamente tramite un portale eHealth. Per quanto attiene lo stato interessato alla certificazione della situazione sanitaria: i certificati di vaccinazione sono rilasciati dallo Stato membro in cui è stata somministrata la vaccinazione; i certificati di test sono rilasciati dallo Stato membro in cui il test è stato effettuato; i certificati di guarigione sono rilasciati dallo Stato membro in cui si trova la persona che è guarita.

La Commissione europea ha creato un gateway per garantire che tutte le firme dei certificati possano essere verificate in tutta l’UE, per garantire la privacy e la sicurezza, i dati personali del titolare del certificato non passeranno attraverso il gateway. La validazione della firma digitale e dell’autenticità del green pass non necessita dei dati personali. Il certificato COVID digitale dell’UE contiene informazioni fondamentali quali nome, data di nascita, data di rilascio, informazioni pertinenti su vaccino/test/guarigione e identificativo unico. Questi dati rimangono sul certificato e non sono memorizzati o conservati quando un certificato viene verificato in un altro Stato membro.

La commissaria europea Ylva Johansson ha fatto sapere che dal 1° marzo 2022 tutte le persone vaccinate con sieri che sono stati autorizzati dalla Commissione europea e dall’Ema, potranno sempre entrare nell’Unione europea senza restrizioni aggiuntive. Saranno ammessi anche tutti i sieri riconosciuti dall’Oms, i due cinesi (SinoPaharm e Sinovac) e l’indiano Covaxin, ma in questo caso sarà necessario anche il tampone. Resta escluso il siero russo Sputnik che non ha ricevuto il via libera né dall’Ema né dall’Oms, chi si è vaccinato con quello non potrà entrare nell’Unione europea e quindi nemmeno in Italia. Molto cambia, invece, per i viaggi da e per i Paesi extracomunitari; dal primo marzo 2022 potrà entrare in Europa solo chi ha il “super Green Pass”, ossia il certificato rilasciato ai vaccinati e ai guariti; non sarà più considerato sufficiente il solo tampone.

Sono validi tre tipi di certificazione: vaccinazione completa, guarigione e tampone (in questo caso il green pass vale per 48 ore). La UE dispone di vaccini basati su quattro diverse tecnologie: mRNA (che utilizza parte del codice genetico del coronavirus); del vettore virale (virus geneticamente modificato per veicolare una sequenza del DNA del coronavirus); a base proteica (contenente frammenti di una proteina unica del coronavirus); del virus inattivato (costituito dal virus vivo sottoposto a inattivazione chimica). Il 10 novembre 2021 la Commissione ha approvato il contratto con Valneva, che offre a tutti gli Stati membri dell’UE la possibilità di acquistare circa 27 milioni di dosi nel 2022, una volta che il vaccino si sia dimostrato sicuro ed efficace.

Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea, ha dichiarato: “Nel corso delle ultime due settimane molti di noi lo hanno vissuto in prima persona: la COVID-19 ha ripreso forza e ha infettato alcuni dei nostri amici, colleghi, familiari o persone care. Il rapido aumento del numero di casi sta sottoponendo a una pressione crescente i nostri ospedali e i nostri operatori sanitari. Inoltre, l’arrivo della variante Omicron, che sembra altamente contagiosa, esige da parte nostra la massima attenzione. Sono tuttavia convinta che l’UE sia in grado di affrontare queste sfide. Oggi presentiamo un’ampia gamma di azioni, dall’intensificazione dei nostri sforzi di vaccinazione e degli investimenti nelle cure al miglioramento del monitoraggio e della prevenzione e al rafforzamento della solidarietà globale. Rinnovo nel frattempo il mio appello, rivolto a tutta la popolazione: vaccinatevi, accettate l’offerta della dose di richiamo e rispettate le regole, in modo tale da proteggervi”.

Stella Kyriakides, Commissaria per la Salute e la Sicurezza alimentare, ha aggiunto: “L’elevata trasmissibilità della variante delta, il divario di immunità molto significativo e l’allentamento delle contromisure non farmaceutiche fanno sì che ci attenda un inverno difficile. L’emergere della variante Omicron non fa che aggravare la necessità urgente di vaccinarsi e di rafforzare la nostra immunità per interrompere le catene di trasmissione. Ove necessario, occorre introdurre misure di salute pubblica efficaci, tra cui distanziamento sociale e mascherine. Dobbiamo agire con rapidità e decisione per limitare la diffusione del virus e attenuarne l’impatto”.

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