Mattarella bis?

C’è stata un’ovazione da parte del pubblico alla Prima della Scala di Milano per il Presidente Mattarella e qualcuno ha gridato “bis, bis”. È un segno del prestigio del Capo dello Stato e del rispetto e anche dell’affetto che ha saputo conquistarsi in sette anni con il suo equilibrio, la sua pazienza, ma anche la sua determinazione a proteggere sempre il bene superiore del Paese.

Una recente iniziativa di alcuni deputati del PD, di una riforma costituzionale che abolisca il c.d. ”semestre bianco” nel quale il Presidente non può sciogliere il Parlamento, ma vieta anche il doppio mandato, ha fatto molto parlare e, come sempre da noi, molto speculare. L’iniziativa non è peregrina in sé. Sette anni sono tanti e un raddoppio li porterebbe a quattordici, che sono forse troppi. Ma se il raddoppio viene proibito, cade la necessità del semestre bianco, che fu pensato per evitare che il Presidente in carica, nell’ultimo periodo del suo mandato, potesse sciogliere il Parlamento nella speranza di averne uno favorevole alla sua rielezione.

Parrebbe logico e sano, ma c’è chi ha voluto vederci una manovra pro-Mattarella. Come? Perché un DDL costituzionale richiede almeno un anno per la sua approvazione e sarebbe corretto che il futuro Capo dello Stato fosse scelto con la nuova regola vigente. Ciò porterebbe a una rielezione di Mattarella “a tempo”, come già accaduto con Giorgio Napolitano in una diversa circostanza. Questa soluzione permetterebbe di risolvere il dilemma Draghi al Quirinale-Draghi a Palazzo Chigi, che agita il mondo politico. Se il DDL fosse approvato nel prossimo anno, Mattarella potrebbe restare al Quirinale, e Draghi a Palazzo Chigi, fino al termine della Legislatura. Dopo le elezioni, spetterebbe al nuovo Parlamento scegliere Capo dello Stato e Capo del Governo.

SI tratterebbe insomma di prolungare la tregua politica attuale, che sembra convenire a quasi tutti e allontanare una scelta difficile e certamente contenziosa. Questa soluzione potrebbe piacere alla maggioranza dei partiti e agli italiani, contenti di avere Mattarella al vertice e Draghi al timone. Questo marchingegno sarebbe evitato solo se emergesse nelle prossime settimane un nome davvero superiore alle parti e accettabile alla maggioranza (ma chi? se si pensa che alcuni prevedono un duello Berlusconi-Prodi per il Colle, vengono i brividi).

Naturalmente, questa soluzione richiederebbe l’assenso, anche controvoglia, di Mattarella. Lui ha ripetutamente e chiaramente fatto sapere di essere contrario a restare al Quirinale, ma lo stesso accadde con Napolitano. Ha inoltre seccamente smentito che il DDL del PD sia stato pensato per favorirlo. È sicuramente sincero e in buona fede, ma in politica tutto può cambiare sotto la pressione della necessità, specie con una persona che ha così alto e radicato il senso dello Stato.

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