Immigrazione e stagnazione economica

L’agenzia europea Frontex è da sei o sette anni attiva nel rimpatrio di immigrati a cui non è stato riconosciuto il diritto di asilo in un paese membro. I rimpatri effettuati dall’Agenzia sono migliaia, in aggiunta a quelli operati direttamente dai Paesi membri. Frontex, va chiarito, non prende decisioni proprie ma esegue quelle prese dai singoli Paesi membri. Il Consiglio Europeo ha però deciso di creare per il 2027 una forza di protezione dei confini europei di 10.000 uomini.

Come si può immaginare, l’attività di rimpatrio solleva proteste da parte dei settori legati al sostegno dei diritti umani. Di recente, ad esempio, un deputato olandese ha accusato l’Agenzia di aver rimpatriato persone che nei rispettivi Paesi di origine corrono rischi di morte o di persecuzione. Inoltre, Frontex avrebbe rispettato solo nel 40% dei casi la norma europea che prevede che ciascun rimpatriato sia assistito da un “monitore” dei diritti umani. La prima accusa non si sostiene, visto che le persone rimpatriate provenivano da paesi come Algeria, Marocco, Albania e Pakistan, dove non vi sono attualmente situazioni di conflitto; la seconda appare più giustificata, ma credo sia materialmente difficile, se non impossibile, disporre di “monitori” pari al numero dei rimpatriati.

La questione ripropone comunque un problema etico di carattere generale: è un dovere dell’Europa accogliere tutti quelli che cercano asilo? La risposta credo sia chiara nei casi in cui la provenienza sia da Paesi dove veramente c’è un chiaro e imminente pericolo di persecuzione o di morte (per esempio l’Afghanistan), ma non possiamo farci carico – come vorrebbero i moralisti di vario colore – di quelli che cercano da noi un illusorio benessere. Molto semplicemente, l’Europa è già troppo affollata e la stagnazione economica in parte legata alla pandemia rende ancora peggiore la situazione. Non siamo un continente di grandi spazi vuoti, come il Sudamerica o l’Australia – in cui le moltitudini di immigrati possano disperdersi – ma un insieme di antiche città, piccole, medie e grandi, il cui tessuto rischia sempre di rompersi.

Bisogna perciò accettare – o rassegnarsi – a essere molto selettivi e, sì, alla fine, anche “egoisti”, nel senso che ogni governo ha per prima missione e dovere quello di proteggere la sicurezza e l’integrità della propria popolazione.

I dati sull’attività di Frontex e i suoi sviluppi futuri confermano intanto che, anche in questo settore, la cooperazione a livello europeo e l’azione delle istituzioni comuni sono necessarie in settori che vanno bene al di là della moneta e dell’economia.

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