Rapporti UE-Afghanistan

Il problema Afghanistan è nell’agenda UE e i riflettori del Parlamento Europeo sono accesi sulla situazione creatasi dopo la presa di potere da parte dei talebani. Nel dibattito del 14 settembre in plenaria, gli eurodeputati hanno sottolineato la necessità per l’UE di aiutare le persone a lasciare il paese in sicurezza, a seguito del ritorno al potere dei talebani. Reagendo ai rapidi sviluppi sul campo in Afghanistan, Evelyn Regner, presidente della commissione del Parlamento europeo per i diritti delle donne e l’uguaglianza di genere, ha dichiarato: “Ora i talebani hanno preso il controllo di Kabul, è iniziato un nuovo regno di terrore per le persone che vivono in Afghanistan. Per le donne e le ragazze afghane, questo significa oppressione sistematica e brutale in tutti gli aspetti della vita. Nelle aree controllate dai talebani, le università femminili sono state chiuse, negano alle ragazze l’accesso all’istruzione e le donne vengono vendute come schiave del sesso. Non dobbiamo chiudere un occhio di fronte a una crisi umanitaria che colpirà specificamente le donne e le ragazze in Afghanistan. Tutti gli Stati membri dell’UE devono collaborare per garantire il passaggio sicuro fuori dal paese per chiunque sia in pericolo. Tutti gli ulteriori negoziati devono garantire la sicurezza e il benessere delle donne e delle ragazze afgane”.

In una recente risoluzione adottata con 536 voti favorevoli, 96 contrari e 50 astensioni, il Parlamento ha chiesto all’UE e ai suoi Stati membri di collaborare per agevolare l’ulteriore evacuazione dei cittadini UE e degli afghani a rischio, in particolare ricorrendo ai corridoi sicuri a disposizione. I deputati si sono dichiarati sconcertati per le violazioni segnalate di esecuzioni di civili e membri delle forze di sicurezza nazionale afghane, per il reclutamento di bambini soldato, la repressione delle proteste pacifiche e delle espressioni di dissenso e le restrizioni dei diritti umani imposte in particolare nei confronti di donne e ragazze. I deputati hanno preso atto che l’impegno operativo con il governo dei Talebani è necessario per questioni logistiche e umanitarie, al fine di fornire assistenza umanitaria ai civili in difficoltà e un passaggio sicuro per i cittadini stranieri e afghani che vogliono lasciare il paese. Tuttavia, questi contatti dovrebbero rimanere strettamente limitati a questi scopi, in quanto non sono state soddisfatte le condizioni per il riconoscimento politico dei dirigenti di fatto talebani che hanno assunto il potere con mezzi militari e stanno attualmente distruggendo i risultati realizzati negli ultimi 20 anni.

Il Consiglio Europeo ha approvato le conclusioni sull’Afghanistan in cui evidenzia l’impegno dell’UE a sostenere la pace e la stabilità nel paese come anche il popolo afghano. L’UE riconosce che la situazione in Afghanistan rappresenta una grande sfida per la comunità internazionale nel suo complesso e sottolinea la necessità di un forte coordinamento nel dialogo con i pertinenti partner internazionali, in particolare le Nazioni Unite. L’impegno operativo dell’UE e dei suoi Stati membri sarà attentamente calibrato sulle politiche e sulle azioni del governo provvisorio nominato dai talebani, non conferisce alcuna legittimità a quest’ultimo e sarà valutato rispetto ai cinque parametri concordati dai ministri degli Affari esteri dell’UE in occasione della riunione informale tenutasi in Slovenia il 3 settembre 2021. In tale contesto, i diritti delle donne e delle ragazze destano particolare inquietudine. Una presenza minima dell’UE sul terreno a Kabul, in funzione della situazione di sicurezza, faciliterebbe la fornitura di aiuti umanitari e il monitoraggio della situazione umanitaria, e potrebbe anche coordinare e sostenere la partenza sicura e ordinata di tutti i cittadini stranieri e degli afghani che desiderano lasciare il paese. In via altamente prioritaria, l’UE avvierà una piattaforma politica regionale di cooperazione con i vicini diretti dell’Afghanistan per contribuire a prevenire effetti di ricaduta negativi nella regione e sostenere la resilienza economica e la cooperazione economica regionale, come anche le esigenze umanitarie e di protezione.

L’eurodeputato Michael Gahler (EPP, DE) ha aggiunto che: “Dobbiamo assicurarci che tutti coloro che sono sotto i riflettori dei talebani – siano essi attivisti, difensori dei diritti delle donne, insegnanti, dipendenti pubblici o giornalisti – possano venire da noi, i paesi vicini devono essere sostenuti nell’aiutare i rifugiati in arrivo“.

L’eurodeputata Iratxe García Pérez (S&D, ES) ha sottolineato l’importanza della stabilizzazione del paese e la protezione dei diritti degli afghani: “Abbiamo istituito un centro a Madrid per assistere coloro che hanno lavorato con noi in Afghanistan e le loro famiglie, e dobbiamo fare molto di più”. García Peréz ha proposto la creazione di un corridoio umanitario adeguato, con il sostegno del Servizio europeo per l’azione esterna, affinché le migliaia di persone ancora in Afghanistan possano ottenere i visti necessari e lasciare il paese in sicurezza”.

Mick Wallace (The Left, IE) ha criticato il fatto che la lotta al terrorismo abbia causato la morte di persone innocenti o le abbia costrette ad emigrare. “L’Europa ora deve fornire un rifugio sostenibile a coloro che sono fuggiti dal disastro che abbiamo contribuito a creare“.

A sua volta, il capo della diplomazia comunitaria Josep Borrell, precisando che tale impegno non equivalga a un riconoscimento, ha riconosciuto che “Ciò che abbiamo visto in Afghanistan è una vera tragedia, una battuta d’arresto per l’Occidente e un potenziale punto di svolta per le relazioni internazionali. “Per avere qualche possibilità di influenzare gli eventi, non abbiamo altra scelta che impegnarci con i talebani“.

Altri deputati, hanno insistito sul fatto che non si tratti solo di far uscire le persone dall’Afghanistan, ma anche di prendersi cura di coloro che sono rimasti nel paese. Petras Auštrevičius (Renew, LT) ha affermato: “Dobbiamo garantire le vite degli attivisti civili afgani, dei fautori del cambiamento e salvare milioni di persone che affrontano povertà e carestia. L’Afghanistan non dovrebbe essere guidato da mullah radicali, ma da persone istruite, di mentalità aperta e orientate al bene comune degli afghani“.

Il membro del parlamento Jérôme Rivière (ID, FR) ha fatto riferimento all’impatto della crisi dell’Afghanistan sull’UE: “Gli Stati membri devono proteggere sé stessi e le loro popolazioni. I cittadini europei non dovrebbero subire ulteriori migrazioni come quella seguita al conflitto siriano. Sono preoccupato come voi per il destino dei civili e delle donne in Afghanistan e non mi piacciono gli islamisti che salgono al potere, ma rifiuto un’altra ondata migratoria dall’Afghanistan“.

La deputata Tineke Strik (Greens/EFA, NL) ha suggerito di riflettere e imparare da questa situazione per creare una politica estera più forte ed efficace: “Il popolo afghano deve affrontare un enorme disastro umanitario, scarsità di cibo, acqua e altri beni primari. Quegli stessi afghani contavano su di noi. Quindi facciamo tutto il possibile per proteggerli dal terrore dei talebani. Aiutiamo la gente e evitiamo qualsiasi tipo di riconoscimento dei talebani fintanto che i diritti umani sono a rischio“.

L’eurodeputata polacca Anna Fotyga (ECR, PL) ha esortato un approccio multilaterale e internazionale verso l’Afghanistan, proprio come 20 anni fa: “Credo che il multilateralismo sia la via da seguire per risolvere questo problema (…). Adesso dobbiamo fare del nostro meglio e stabilire una strategia concreta sull’Afghanistan“.

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