Il metodo Putin

Dell’azione condotta dai Servizi russi di intelligence per influenzare le elezioni presidenziali americane del 2016 a favore di Trump era stato detto tutto o quasi. L’inchiesta affidata all’ex-Capo dell’FBI. Mueller, l’aveva dimostrata con una serie di incontrovertibili elementi di prova, anche se si era fermato alla soglia della diretta implicazione di Trump nella vicenda.

Ora, il Guardian ha pubblicato un lungo e documentato articolo, nel quale, basandosi su documenti del Kremlino filtrati in Occidente, si fa riferimento ad una riunione tenuta nel gennaio del 2016 da Putin con i capi dei suoi servizi di intelligence, per analizzare la situazione politica negli Stati Uniti e le prospettive di successo dei due principali candidati.

In quella riunione, sarebbe stato confermato il favore russo per Trump, a quel momento già in testa fra gli aspiranti repubblicani, e deciso di appoggiarlo con ogni mezzo disponibile, sostanzialmente con una intensa propaganda attraverso le reti social volta a discreditare la candidata democratica, Hillary Clinton. Nulla di nuovo in questo, a parte l’indicazione di una data precisa per l’ordine dato da Putin ai suoi agenti. Ma quel che è interessante è la ragione di questo favore per Trump: non, o non solo, come si è a lungo pensato, per le tante aperture di Trump al leader russo durante la campagna elettorale, e i paralleli attacchi agli alleati europei, ma perché il candidato repubblicano veniva giudicato una persona instabile, affetta da gravi complessi e in grado di creare profonde divisioni e veri e propri conflitti (come poi è avvenuto) nella società americana. Il documento allude anche al fatto che la Russia ha in mano elementi per ricattare (“kompromat”) il candidato, ed è presumibile che si riferisca a un video compromettente girato in una stanza d’albergo a Mosca durante una visita di Trump nel 2013.

È impossibile giurare sulla autenticità del documento, e nessun altro grande quotidiano americano lo ha ripreso o citato. In ogni caso, Trump ha altri problemi da affrontare sul piano giudiziario e morale. Suona tuttavia esatto il giudizio dei russi su di lui. E suona verosimile il metodo di Putin, il cui obiettivo, nemmeno tanto occulto, è di indebolire dal di dentro la società occidentale, non solo americana, ma europea, servendosi dei mezzi subdoli e codardi offerti oggi dalla estrema diffusione e dal peso delle reti social, use ormai non solo a travisare i fatti, ma a creare dal nulla una pseudo-realtà, trovando milioni di persone pronte a bersi qualsiasi fandonia.

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