UE-Thailandia, accordo post-Brexit

La Thailandia e l’Unione Europea hanno raggiunto un accordo commerciale che permette al paese del sudest asiatico di esportare nel blocco commerciale con le stesse aliquote fiscali e privilegi commerciali di prima della Brexit.

Dopo che il Regno Unito ha lasciato il blocco commerciale il 1° gennaio l’accordo sui contingenti tariffari tra la Thailandia e l’UE è stato rinegoziato ed entrerà in vigore il mese prossimo. Ci saranno inoltre altri negoziati separati tra Thailandia, UE e Regno Unito congiuntamente sulla riduzione dei dazi all’esportazione per le merci previste dal precedente accordo. Bangkok ha lavorato intensamente per vedere garantite almeno le stesse quote e tariffe che la Thailandia aveva con l’UE prima della Brexit. L’accordo garantisce l’opportunità di lavorare insieme a nuovi accordi commerciali e di ridisegnare il quadro regionale al fine di ridurre gli ostacoli al commercio, e stimolare le catene di approvvigionamento, per affrontare le sfide economiche causate prima dalla Brexit e poi dalla pandemia nel 2020.

La notizia del nuovo accordo forse non casualmente arriva anche a pochi giorni di distanza da un altro contenzioso di natura trilaterale tra l’UE, la Thailandia e gli Stati Uniti sul caso delle motociclette Harley-Davidson. Dalla fine del 2019, infatti, quasi tutte le motociclette della prestigiosa azienda americana destinate all’Europa sono state prodotte in Thailandia e grazie un accordo sulle Informazioni vincolanti d’origine (IVO) è stata applicata una tariffa vantaggiosa del 6% all’importazione. L’annuncio da parte dell’UE di voler revocare l’IVO comporterà un dazio compensativo al 56% dal 1 giugno 2021.

L’UE, nel frattempo, sembra essersi ritagliata una corsia preferenziale nel ruolo di principale supporter dello sviluppo economico del Sud-Est asiatico e vorrebbe capitalizzare e tutelare il vantaggio acquisito rispetto ad altri partner economici geograficamente più vicini, ma ideologicamente più lontani. Per far ciò sarà necessario rafforzare i paradigmi economici e valoriali su cui si fonda la nuova relazione “strategica” tra l’UE e l’ASEAN basati su multilateralismo, stato di diritto e libero mercato.

La Thailandia è certamente una delle destinazioni più importanti degli investimenti europei all’interno dell’ASEAN. I numeri parlano chiaro: 19,8 miliardi di euro, il che garantisce all’UE di essere il secondo più grande investitore in Thailandia dopo il Giappone. L’UE, inoltre, è il quarto partner commerciale della Thailandia (dopo Giappone, Cina e Stati Uniti), rappresentando il 7,5% del commercio totale del paese, mentre la Thailandia dal canto suo è il 26° partner commerciale dell’UE. Nel 2020, il totale degli scambi bilaterali tra l’UE e la Thailandia è ammontato a 29 miliardi di euro. Un tale livello di integrazione commerciale in continua crescita rappresenta una solida base di lancio per procedere parallelamente sia alla stipula di nuovi accordi commerciali bilaterali sia all’accelerazione dei negoziati per quello che dovrebbe essere l’obiettivo finale, ovvero la firma di un Region-to-region free trade agreement (FTA).

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