Wonder (Film, 2017)

Wonder di Stephen Chbosky è l’adattamento cinematografico del best-seller omonimo scritto nel 2012 da R. J. Palacio, interpretato da un sorprendente Jacob Tremblay nei panni di Auggie – bambino nato con la sindrome di Tracher Collins – una Julia Roberts in gran forma nel ruolo di madre e da Owen Wilson come ironico padre.

La storia è scritta e sceneggiata in modo originale, con montaggio alternato, non consequenziale, prendendo come riferimento i diversi punti di vista dei personaggi e la loro visione del mondo. Protagonista assoluto è il bambino che ha avuto 27 operazioni facciali e che per la prima volta frequenta una scuola, con i relativi problemi di integrazione e bullismo. Il regista non perde di vista i problemi della madre Isabel (che ha dovuto mettere da parte i suoi sogni di realizzazione artistica) e della figlia maggiore Olivia (Izabela Vidovic), che si sente trascurata, viene abbandonata dalla migliore amica, infine si fidanza e trova la sua strada nel teatro. Resta un po’ in ombra il padre Nate, figura ironica e divertente, remissivo e comprensivo con i figli.

Se un difetto possiamo trovare in questa storia è che – come sempre in questo tipo di cinema nordamericano – i cattivi sono troppo cattivi e i buoni troppo buoni, i personaggi sono appena abbozzati da un punto di vista psicologico e le famiglie risolvono i problemi senza alzare mai la voce, con un savoir faire da genitori perfetti, sempre pronti a sacrificarsi per i figli. Non solo, presidi e professori sono grandi precettori, perfetti maestri di vita, hanno scelto l’insegnamento come missione. Tutto molto irreale, se non altro piuttosto edulcorato, visto che la realtà è solitamente diversa. Se accettiamo il punto di partenza – questo modus narrandi – allora tutto viene di conseguenza, persino la commozione, la lacrima facile nel vedere il bambino-mostro farsi degli amici, venire accettato, mentre il cattivo è espulso dalla scuola (scopriremo che è figlio di pessimi genitori, reali colpevoli del suo bullismo). Film importante per far capire ai ragazzi il problema del bullismo e dell’integrazione, la diversità e l’accettazione di chi sembra diverso ma a volte e persino migliore, se non geniale, come nel caso di Auggie.

Stephen Chbosky è più noto come scrittore (Ragazzo da parete è un best-seller mondiale) e come sceneggiatore che come regista; Wonder è il suo terzo film, ma gode di una scrittura felice, di un’impaginazione originale e di una storia raccontata nel giusto modo, senza pietismi o moralismi di sorta. Ottima la fotografia urbana, azzeccata la colona sonora. Tra gli interpreti una nota di merito va al giovanissimo Jacob Tremblay, perfettamente a suo agio nel ruolo del bambino problematico. Un film da vedere.

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Regia: Stephen Chbosky. Soggetto: R. J. Palacio (romanzo omonimo). Sceneggiatura: Stephen Chbosky, Steve Conrad, Jack Thorne. Fotografia: Dan Burgess. Montaggio: Mark Livolsi. Effetti Speciali: Kerry Phillips. Musiche: Marcelo Zarvos. Scenografia: Kalina Ivanov. Costumi: Monique Prudhomme. Trucco: Bree-Anna Lehto, Darah Wyant. Produttori: David Hoberman, Todd Lieberman. Produttori Esecutivi: Jeff Skoll, Robert Kessel, R. J. Palacio, Qiuyun Long, Michael Beugg, Alexander Young. Case di Produzione: Lionsgate, Mandeville Films, Participant Media, Walden Media. Distribuzione Italia: 01 Distribution. Durata: 113’. Paese di Origine: USA, 2017. Genere: drammatico. Interpreti: Julia Roberts (Isabel Pullman), Owen Wilson (Nate Pullman), Jacob Tremblay (Auggie Pullman), Izabel Vidovic (Olivia Pullman), Mandy Patinkin (preside Tushman), Daveed Diggs (prof. Browne), Sonia Braga (signora Russo), Danielle Rose Russell (Miranda), Nadji Jeter (Justin), Noah Jupe (Jack Will), Bryce Gheisar (Julian Albans), Millie Davis (Summer), Elle McKinnon (Charlotte), Alie Liebert (signora Petosa), James Hughes (Henry), Ty Consiglio (Amos), Kyle Harrison Breitkopf (Miles), Crystal Lowe (Sarah Albans).

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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

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