Anno di svolta

Il 2013 è stato un anno intenso per la politica italiana. Le vicende di questi 12 mesi hanno consacrato un certo cambiamento di rotta nelle dinamiche politiche del nostro paese. Come spesso accade da diversi anni il protagonista principale della scena è stato, nostro malgrado, Silvio Berlusconi.

Ma partiamo dall’inizio: Elezioni Politiche 2013. Queste elezioni oltre ad essere le più fredde della storia repubblicana (per la prima volta si sono svolte in febbraio) hanno visto una ripresa berlusconiana. Se dopo la caduta del Governo nel 2011 il Cavaliere, a detta dei più, sembrava destinato al definitivo tramonto, 12 mesi di Governo Monti con i sondaggi impietosi del PDL alla guida dell’ex delfino Angelino Alfano, hanno costretto Berlusconi a riprendersi la guida del Partito e traghettarlo verso una inaspettata rimonta.

Il 2013 ha portato con sé non solo la rinascita di Berlusconi, ma anche la consacrazione di Grillo sulla scena politica nazionale del belpaese. Il movimento del capocomico ligure è risultato essere il partito più votato con uno sbalorditivo 25%  che ha condotto il parlamento nell’empasse istituzionale.

La sconfitta di Bersani e la vittoria monca del PD si sono consumate inesorabili nelle urne per il rinnovo del Capo dello Stato. Il Segretario democratico è riuscito nell’incredibile tentativo di distruggere tre esperienze politiche di casa democratica: prima la sua, poi quella dell’ex Presidente del Senato Franco Marini e poi quella dell’ex Presidente del Consiglio Romano Prodi. Insomma un anno iniziato con il piede sbagliato per il PD che si è concluso forse ancora peggio. Costretti da un governo di grande coalizione si sono ritrovati con un premier di pacificazione decisamente scostato dalla linea di partito e con un neo segretario, il giovane Renzi, eletto solo sul finire dell’anno, che nel tentativo di pensionare la vecchia guardia, ha indotto partito e governo ad un conflitto frontale neanche troppo celato.

Anche per il Cavaliere di Arcore, nonostante l’anno sia iniziato discretamente, i mesi successivi lo hanno provato nel fisico, nella mente e nei sentimenti. Dopo la rimonta elettorale Berlusconi è stato: condannato ad un anno in primo grado per la divulgazione delle intercettazioni segrete del caso Unipol; a giugno c’è stato il verdetto della Corte d’Appello a quattro anni per frode fiscale sui fondi neri di Mediaset; sempre a giugno, la sentenza del caso Ruby, in primo grado, a sette anni, per concussione e favoreggiamento della prostituzione minorile, con l’interdizione perpetua dai pubblici uffici; ad agosto, è piovuta la condanna definitiva della Cassazione su Mediaset, foriera del voto favorevole, il 27 novembre, a Palazzo Madama sulla decadenza da senatore del Cav. E ad ottobre, su Berlusconi pende anche il rinvio a giudizio per la presunta corruzione, nel 2006, del senatore Sergio De Gregorio, reo confesso di aver intascato, dal leader del Pdl, 3 milioni di euro per affossare l’allora governo di Romano Prodi. Nel mentre di questo bombardamento giudiziario Berlusconi abbandona il PDL, rifonda Forza Italia e subisce la scissione di Alfano e CL che rimangono al governo mentre il neo movimento non vota la fiducia sulla Legge di Stabilità.

Insomma il 2013 ha consegnato alla storia una Italia spaccata, che tra forconi e indignati ha portato la politica in un’altra dimensione rispetto alla vita reale. Se poi ci mettiamo che questo anno ha visto la scomparsa di uno dei padri fondatori della democrazia italica nonché uno degli uomini più discussi della politica italiana – Giulio Andreotti – e che persino è stato l’anno dei due Papi, è certo che il 2013 è stato un anno di svolta per il nostro Paese. Non resta che vedere quale rotta prenderà con il 2014.

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